Continua il lavoro in palestra per la Openjobmetis Varese che, tra un allenamento e l’altro, sta ritrovando uomini (è tornato Egbunu dopo il covid-19 ed è stato inserito Keene), ritmo e soprattutto energie dopo le fatiche dell’ultimo mese in cui i biancorossi hanno dovuto tirare fuori e mettere sul parquet probabilmente più di quanto in realtà potessero effettivamente dare.
Un atteggiamento che nobilita ancor di più gli ottimi risultati raggiunti, come le due vittorie contro Trieste e Tortona. L’auspicio è che si possa ripartire con lo stesso trend anche dopo questa pausa per le nazionali. I biancorossi affronteranno due sfide delicatissime contro Pesaro e Napoli che potranno dire molto su quello che sarà il futuro in campionato di questa squadra e le sue dirette ambizioni.

Ciò che lascia intanto dormire sereni i tifosi è un’identità di squadra sempre più netta e definita, nata dalle difficoltà e diretta espressione di alcuni interpreti presenti nel gruppo varesino che nell’ultimo periodo hanno fatto un vero e proprio balzo in avanti a livello di prestazioni.
Tra di essi rientra, senza ombra di dubbio, Paulius Sorokas. Il lituano nelle due vittorie contro Trieste e Tortona è stato vero e proprio protagonista di una squadra capace di reggere l’onda d’urto di avversari più forti fisicamente e lunghi a livello di rotazioni.
Nel momento più difficile per lui, dopo un inizio a fari spenti e chiamato ad occupare una posizione non propriamente sua (quella di 5 e di perno centrale nella difesa a zona), Sorokas ha tirato fuori tutta la sua intelligenza cestistica, abbinata a grandi prove a livello fisico e tecnico che lo hanno rilanciato sensibilmente nella considerazione dei tifosi e non solo.

A dimostrare tutto questo ci sono i numeri: nelle ultime due partite Sorokas ha chiuso con un media di 12 punti e 9 rimbalzi, annullando nella sfida diretta atleti del calibro di Delia, Konate, Cain e Cannon. Il numero 9 biancorosso ha trovato sempre più il suo posto nel gruppo, riuscendo anche a mettere in mostra quelle qualità offensive che lo caratterizzano. E’ un giocatore capace di colpire non solo nel pitturato quanto di essere potenzialmente letale anche con il tiro dalla lunga distanza.

Paolo, come i compagni di squadra lo chiamano, è ormai un vero e proprio caposaldo nel nuovo efficace assetto biancorosso, poco fumo e molto arrosto, a servizio dei compagni e del suo coach che lo ha voluto con lui dopo gli anni insieme a Treviglio.

Alessandro Burin

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