Il Giro d‘Italia ritorna nella sua collocazione ideale nel mese di maggio e per il ciclismo è una nuova festa.
Partenza da Torino sabato 8 maggio, arrivo a Milano domenica 30 maggio, attraverso ventuno tappe per l’edizione numero 104 della corsa rosa, per un totale di 47000 metri di dislivello e ben 8 arrivi in salita.

La storia varesina al Giro d’Italia riporta alla prima edizione, con la vittoria dell’indunese Luigi Ganna, poi le vittorie in serie del cittigliese Alfredo Binda, l’unico corridore che venne pagato per non partecipare a un’edizione del Giro d’Italia in virtù della sua netta superiorità, fino al ciclismo moderno con le affermazioni del besanese Stefano Grazelli e del cassanese Ivan Basso.

Quest’anno la bandiera varesina al Giro sarà portata da due corridori: Edward Ravasi e Alessandro Covi.
Ravasi, ventisei anni, originario di Besnate e adottato da Comerio, veste le insegne del team Eolo Kometa. E’ alla sua seconda partecipazione alla gara a tappe italiana, dopo quella del 2017, e può vantare anche una partecipazione alla Vuelta di Spagna, corridore che si difende bene in salita ha le giuste caratteristiche per potere fare bene anche nella graduatoria generale.
Il tainese Alessandro Covi è invece all’esordio al Giro d’Italia e anche in una gara sulle tre settimane. Dotato di un discreto spunto veloce e di una buona resistenza sulle salite non molto lunghe è il corridore tipo per le fughe, che magari partono lontano dal traguardo per sorprendere il gruppo. Ventitrè anni, portacolori del team UAE Emirates, potrebbe essere una delle sorprese della gara rosa nelle tappe di media difficoltà.

Per il ciclismo varesino questo Giro d’Italia segna anche un traguardo particolare: il ritorno di un squadra del territorio nel grande ciclismo. Il team Eolo Kometa, di Luca Spada e Ivan Basso, che ha la sua sede operativa a Besozzo, porterà nuovamente il Varesotto nel gruppo così come hanno fatto, negli anni sessanta la Ignis di Comerio di Guido Borghi, poi alla fine degli anni settanta  la Hoonved di Venegono, di patron Erminio Dall’Oglio e, seppure solo per la stagione 1979,  la CBM di Brunello di Gaetano Clerici.

SG

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