Dulcis in fundo, la Jeraghese. Un “regalo” inaspettato che ha generato stupore ed entusiasmo, un’occasione che non si poteva non cogliere nonostante il “paracadute” non garantisca un atterraggio comodo.
Un paio di settimane fa è arrivata, infatti, la conferma ufficiale dell’acquisto del titolo di prima categoria tramite la Crennese Gallaratese, a suo volta volata in promozione grazie all’ “abbandono” dell’Uboldese, settimana scorsa, invece, la squadra si è presentata in piazza, al centro del paese, per dare il là ad una nuova avventura. 
Come confermato dal ds Giorgio Peli, le ultime annate hanno visto la squadra di Jerago militare tra la terza e la seconda categoria, l’obiettivo era quindi quello di ripartire da dove tutto era rimasto in sospeso: “Ed invece ci siamo trovati tra le mani un regalo che non potevamo restituire al mittente”.

Come si è evoluta esattamente la situazione?
Diciamo pure che un benefattore, un nostro tifoso, con un estremo atto di generosità ci ha voluto donare il titolo di prima categoria, non nascondo lo sgomento iniziale, ed una serie di paure che ancora oggi non ci hanno abbandonato, ma dall’altro l’entusiasmo ha preso il sopravvento ed ora eccoci qua, siamo in prima categoria”.

Cosa vi spaventa di più e come vi state attrezzando?
Sappiamo benissimo di essere una società a budget zero e di non poter competere con molte delle rose che parteciperanno al campionato, ma sappiamo anche di avere un gruppo solido, ragazzi in gamba legatissimi alla società e cresciuti qui, questo regalo è un premio che meritano tutti per impegno e dedizione, stiamo cercando di migliorare e ringiovanire la squadra ma restiamo comunque legati alla nostra filosofia”.

E la vostra filosofia vi ha portato a confermare anche mister Murano.
Sì, esatto, il mister è confermatissimo, è qui da tre anni e ha fatto un grande lavoro fino ad oggi, sono certo che continuerà a farlo a prescindere dai risultati che verranno, inoltre sarà affiancato anche da un valido preparatore atletico che aiuterà i ragazzi a migliorare la condizione sia perché veniamo ad un lungo stop sia perché insieme al gruppo deve essere la nostra arma in più”.

Alla luce di queste considerazioni che obiettivo vi siete posti?
È chiaro che non possiamo andare oltre la salvezza, sarà difficile ma ce la metteremo tutta, conosciamo molto bene i nostri ragazzi e siamo certi che venderanno cara la pelle, e se proprio le cose non dovessero andare bene pazienza, torneremo indietro, ma almeno avremo la consapevolezza di esserci misurati con una categoria superiore e capiremo fino a che punto saremo all’altezza della situazione”. “Ci stiamo buttando a capofitto in un’avventura che potrebbe rivelarsi più grande di noi, una sorta di “Favola di Cenerentola”, anche se le favole spesso hanno un lieto fine mentre nel nostro caso il finale è tutto da scrivere, vediamo dove ci condurrà questa ‘sana follia’”.

Mariella Lamonica

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