L’Olimpia riparte e lo fa inaugurando un nuovo corso. Vincenzo Rinaldi, infatti, dopo 19 anni sulla panchina della società che lui stesso ha fondato nel 2002, ha deciso di ritagliarsi un ruolo da direttore sportivo e di affidare la squadra a Stefano Albertoli, suo ex giocatore e amico di lungo corso fuori dal campo. E così, con grande entusiasmo e altrettanta competenza, il vice di Giuseppe Sannino sta costruendo un gruppo giovane ma nello stesso ambizioso che possa fare bene nella stagione di Promozione 2021/2022 ma anche nelle prossime.

Che cosa la porta all’Olimpia?
“Conosco l’ambiente da tanto tempo e io stesso ho giocato nell’Olimpia. Ho un buon rapporto con Rinaldi e, quando ho deciso di fermarmi in Italia almeno per il prossimo anno per esigenze familiari, mi ha subito proposto di collaborare. Ho captato fin dall’inizio la possibilità di fare qualcosa di bello insieme e ho accettato questa sfida. Ponte Tresa, poi, è un po’ un polo nevralgico del nostro territorio e qualche società di categoria superiore comincia a prestarci qualche ragazzo per farlo maturare in un club dove si sta bene”.

A luglio ha già “assaggiato” il mondo dell’Olimpia. Com’è stato l’impatto?
“Insieme a Verderame e ad altri, sono stato istruttore del camp multisport (Sportland Camp, ndr) dell’Olimpia organizzato anche in collaborazione con il Comune. Per sei settimane abbiamo avuto un’ottantina di bambini e ragazzi che si sono divertiti e ciò mi ha fatto molto piacere. Dopo la bella esperienza dell’estate scorsa, ho voluto esserci di nuovo e ne sono davvero contento”.

Quanto alla sua squadra, invece, cosa dobbiamo aspettarci?
“Sarà un gruppo formato da giovani. Abbiamo intrapreso un nuovo progetto fondato sui giovani e nell’11 titolare ci saranno dei 2000, 2001 e 2002 di talento e prospettiva ma che hanno bisogno di giocare e crescere per imparare quotidianamente e recuperare un po’ di tempo perso nell’ultimo anno e mezzo a causa della pandemia. In aggiunta a questi ragazzi, stiamo definendo gli ultimi elementi e un paio saranno di esperienza, soprattutto in difesa. Non abbiamo fretta di concludere il mercato, attendiamo la fine del mese e l’inizio di settembre quando magari qualcuno che non trova spazio in Eccellenza vorrà scendere di categoria”.

Tanti giovani, tanto entusiasmo: qual è l’obiettivo?
“Ci saranno periodi difficili come in ogni squadra, specialmente quelle formate da tanti giovani, ma partiamo per giocarcela con tutti e mantenere la categoria. Mi auguro che si ripeta la stessa situazione di Luino…”.

Ossia una salvezza in Prima Categoria insperata fino a qualche mese prima?
“Esattamente. Sono arrivato quando la squadra aveva 4 punti, anzi solo 1 perchè, con il ritiro dell’allora Belfortese, ci avevano tolto i 3 punti della vittoria conquistata contro di loro. Avevo una rosa formata da giovanissimi, tre esperti e un ragazzo che prima di allora aveva giocato solo ad hockey. Pian piano, però, siamo risaliti, siamo cresciuti e di punto in punto siamo riusciti a giocarci la salvezza ai playout con il Cairate; e abbiamo vinto entrambe le gare. Che campionato! Vorrei che si ripetesse qualcosa di simile quanto al gruppo, all’amalgama, al clima che c’era, ma soffrendo naturalmente molto meno di quell’anno”.

Come vede il girone A? Dove si posiziona l’Olimpia?
“E’ un girone tosto, molto difficile. Secondo me la Solbiatese farà un campionato a parte e arriverà al giro di boa con qualche punto di distacco sulle altre. Molti vedono il Saronno come favorito allo stesso modo della Solbiatese, ma secondo me ha qualcosa in meno dei nerazzurri. Noi lotteremo e ci faremo trovare prontissimi ogni domenica”.

Aver lavorato come secondo di Sannino per tanti anni che cosa le ha lasciato?
“Ho lavorato con lui in Grecia, a Novara, in Ungheria e poi di nuovo in Grecia. Ho aumentato di tantissimo il mio bagaglio tecnico e di conoscenze nel mondo del calcio e mi ha fatto crescere in personalità. Il calcio non è affatto tutto uguale in tutte le categorie e in tutte le nazioni, anzi. Ho imparato molto ad ogni allenamento e partita che abbiamo fatto e ora cerco di farlo fruttare all’Olimpia con i più giovani”.

In che modo? Che cosa trasmetterà ai giovani?
“Ci metterò tutto me stesso, sarà una sfida motivarli, stimolarli, vederli lavorare e poi anche raccogliere i frutti, spero. Sono partito dal basso: ho allenato gli Allievi Regionali della Valceresio, l’Aurora Induno mentre ero giocatore, poi squadre in Terza Categoria, in Seconda, in Prima e adesso mi cimento in Promozione dopo un passaggio anche in Seconda Lega Svizzera, oltre che all’estero insieme a Sannino. Punto non tanto sui nomi, ma sul gruppo, sulla fame, sulla voglia. Se non c’è unità e armonia al massimo si arriva secondi, non di certo primi”.

Laura Paganini

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