Tre partite tre vittorie, nove gol fatti e zero subiti: oltre “perfetto” esistono altri aggettivi per definire l’avvio dell’Ispra? La squadra di mister Pasetti, dopo un precampionato fatto di amichevoli e Coppa Lombardia in cui non ha certo spiccato, si è presentata alla prima di campionato con la forma psico-fisica giusta e oggi guarda tutti dall’alto senza vacillare. 
A raccontarci di quest’avvio col turbo è direttamente il capitano Alessandro Gaballo, difensore centrale della squadra, punto di riferimento dentro e fuori dal campo. “Abbiamo lavorato sodo per fare una partenza così, ci siamo fatti trovare pronti sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista psicologico, partire bene non è mai facile ma era quello che volevamo, in un campionato poi a girone ridotto perdere punti è ancora più limitante”.

Come avete vissuto la ripartenza? Cosa vi siete detti?
“Più dura del solito, come prevedibile, perché anche se ti tieni in forma quello che fai dentro il rettangolo verde è sempre diverso, ma da un altro punto di vista è stata una liberazione, non vedevamo l’ora, rivivere il clima spogliatoio, condividere questa passione, io ho avuto l’ennesima conferma che senza calcio non ci so stare. Il “cosa ci siamo detti” è molto semplice, ci siamo detti che se siamo di nuovo qui è perché c’è voglia e se c’è voglia è perché allora possiamo e dobbiamo crederci”.

Che squadra è l’Ispra quest’anno?
“È una squadra che ha mantenuto l’ossatura degli anni passati, un’ossatura fatta di giocatori esperti e di giovani che sono ancora giovani ma solo sulla carta d’identità perché quando a 20 anni hai accumulato già 2/3 campionati importanti da giocatore titolare è perché innanzitutto hai qualità da vendere ma poi anche una buona dose di esperienza, a tutto questo la società ha aggiunto una serie di innesti di valore che rinforzano la rosa e che danno più ampie possibilità di scelta e di cambiare, siamo davvero un mix di caratteristiche differenti”.

È questo il vostro segreto? Mixare tante qualità all’interno di un unico gruppo forte e coeso?
“Più che un segreto penso sia il nostro punto di forza, siamo molto uniti, siamo un gruppo entusiasta e serio che sa quando è il momento di scherzare, quando quello di farsi coraggio e quando quello di essere serio, c’è molta umiltà anche da parte di chi ha giocato in altre categorie e questo è fondamentale”.

Tante riconferme, qualche acquisto, alcuni ritorni ed un giocatore che da queste prime uscite pare ritrovato: Davide Golisciano…
“Alla prima di campionato si è presentato con un gol da trenta metri, poi ha iniziato a sfornare assist, si mette sempre a disposizione, permette alla squadra di girare intorno a lui, è un giocatore che se sta bene e ha la fiducia dell’ambiente fa la differenza, ce ne sono pochi come lui”

Ed invece Alessandro Gaballo, 35 anni compiuti a settembre, una fascia al braccio arrivata anche un po’ inaspettatamente come sta? E quali obiettivi si è posto per questa stagione?
“Dopo la botta di domenica un po’ meno bene (ride ndr). A parte gli scherzi io mi sento ancora un ragazzino con una voglia incredibile di giocare, so che questa potrebbe essere una stagione importante e cerco di viverla nel modo giusto, dando tutto me stesso ma anche spronando gli altri a farlo, qui davvero ci sono giocatori e ci sono giovani che meriterebbero altri palcoscenici è anche giusto lavorare e provare a raggiungerli quei palcoscenici. Quanto a me che dire…ho fatto solo una scommessa con il mio compagno di reparto, Motta, gli ho detto che arrivo a 5 gol, 1 l’ho fatto domenica, 2 in amichevole, direi che sono a buon punto”.

Ci racconti anche l’aneddoto sulla fascia?
“Il capitano di questa squadra è Stefano Verde, nel precampionato però, vista la sua assenza, l’ho fatto io, alla prima di campionato mi sono avvicinato per dargli la fascia e mi ha detto “Cosa stai facendo? Il capitano sei tu”, sono rimasto senza parole e mi sono anche emozionato, qui davvero ci sono tanti ragazzi che potrebbero indossarla, sono orgoglioso di poterlo fare io, spero di dare sempre un buon esempio”.

Panoramica sul campionato e sul girone: cosa ne pensi?
“Sarò retorico ma mi sembra che sia un campionato molto equilibrato, non conosco tutte le squadre ma davvero si può vincere e perdere con chiunque, due vittorie e sei su, due sconfitte e sei giù; la nostra partenza è stata idilliaca ma adesso si fa ancora più dura, adesso ci aspettano, e quando ti presenti da capolista lo sai che l’avversario ci mette qualcosa in più, noi dobbiamo essere bravi a mantenere alta la concentrazione, sappiamo che ogni settimana l’asticella si alza”.

Domenica c’è un altro avversario tosto come l’Arsaghese, che gara ti aspetti?
“Una gara difficilissima, in primis perché conosco bene il loro allenatore e so che gli farà tirare fuori il 110%, Contaldo è un mister che ti carica in una maniera assurda, e poi perché comunque l’Arsaghese è una buonissima squadra con ottimi giocatori, siamo sul loro campo, non sarà affatto semplice”.

Per chiudere: dove può arrivare l’Ispra?
“L’Ispra ha un compito prima di tutto che è quello di onorare la memoria di due persone che non ci sono più, il presidente Sergio Binda ed il responsabile del settore giovanile Luca Tolu, due persone squisite che ci tenevano molto a questi colori, ecco perché abbiamo un motivo in più per fare bene; il fare bene per me corrisponde a fare un campionato di vertice, poi certo se riusciamo a dare una mano ai giovani e a portarli nelle categorie che gli competono e solo loro riescono a darci una mano a noi più grandicelli e a farci vivere quel sogno chiamato promozione non sarebbe male”.

Mariella Lamonica

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