Probabilmente non si poteva chiedere di più al Città di Varese dopo 42 giorni di inattività, ma è chiaro che il 2-2 maturato al 96’ lascia ben più dell’amaro in bocca per come si era messa la partita. Le tante assenze, soprattutto in attacco, avevano costretto mister Rossi a provare un nuovo assetto tattico, un 3-5-2 che era stato parzialmente visto (non con grandi risultati) a Bra; e invece ieri la squadra ha reagito bene, imbrigliando una Lavagnese apparsa anche un po’ stanca nei primi minuti.

Alla lunga, però, è stato il Varese a cedere fisicamente ed era lecito aspettarselo. L’assedio ligure nei minuti finali ha portato a un pari che fa male, tanto, ma che sarà utile per far crescere questo gruppo, perché è ora di guardarsi allo specchio, assumersi le proprie responsabilità e imparare dai propri errori. Cosa che finora non sembra esser stata fatta a dovere e a sottolinearlo è Andrea Catella: “Sempre sempre e dico sempre gli stessi errori!!!..ma come si fa a buttare via ogni volta questi punti!!..poi purtroppo troppe assenze fondamentali in attacco!!”.

Anche Leo Rossoni è dello stesso avviso: “Soliti errori individuali in una partita dominata e da chiudere con 3 gol di vantaggio”. Si torna qui al solito vecchio problema del Varese, che gioca bene ma non finalizza e pesano davvero tanto gli errori sotto porta. Sono sotto gli occhi di tutti i gol mangiati da Minaj ieri: noi non ci siamo accaniti contro il classe ’01 e non lo fa nemmeno il mondo social. Questo perché Minaj è fondamentale per le dinamiche offensive biancorosse e la mole di gioco che crea lo scagiona, almeno in parte, dal fatto di non riuscire a risultare decisivo anche in termini realizzativi; resta il fatto che deve necessariamente migliorare da questo punto di vista perché ha tutte le carte in regola per diventare un grande giocatore.

Discorso opposto per quanto riguarda il reparto difensivo, in particolar modo per quanto concerne il ruolo del portiere. Se la difesa ha retto bene all’onda d’urto della Lavagnese, l’uscita a vuoto di Lassi al 96’ è costata davvero cara; fino a quel momento l’estremo difensore biancorosso si era ben comportato, sostituendo un Siaulys non ancora al top della condizione, ma l’errore nel finale è costato due punti. E, in questo caso, il web non perdona. “Siaulys anche senza allenamenti è meglio di Lassi … se lo ricordi Rossi ora che l’ha visto di persona. All’inizio molti dei punti persi erano dovuti al fatto che ogni tiro dell’avversario era un gol preso…” è il commento di Freddy Ambrosetti, mentre anche Dominque Porcaro non usa troppi giri di parole: “Complimenti per l’uscita a farfalle al 95…e l’ennesima partita buttata nel cesso”.

La colpa non è solo di Lassi, sia chiaro, ma questa è la regola non scritta del calcio e chi commette l’errore più evidente si assume tutte le responsabilità del caso. Il Varese negli ultimi minuti si è abbassato troppo e questo ha agevolato il forcing della Lavagnese che, alla fine, è risultato vincente. La squadra pecca di ingenuità? Probabilmente sì, perché alcune situazioni avrebbero potuto essere gestite meglio ed è ciò che pensa Edoardo Manfredi: “Se siamo a 2 punti dalla retrocessione diretta dobbiamo essere cinici e furbi (soprattutto se al 90esimo stiamo vincendo 2 a 1)”. Mister Rossi nel corso della stagione ha più volte sottolineato il fatto che il Varese deve imparare ad essere astuto e avere quel pizzico di malizia necessaria per portarsi a casa le partite; soprattutto nei minuti finali. Evidentemente c’è ancora tanto lavoro da fare.

Infine, la beffa di ieri è resa ancor più amara dai tanti infortuni che ci sono stati: Mamah, Rinaldi e Marcaletti sono stati messi ko dalle loro ginocchia. Se Rinaldi, stringendo i denti, è riuscito a chiudere la partita, Mamah e Marcaletti non hanno potuto fare altro che alzare bandiera bianca; quest’ultimo, in particolar modo, è uscito dallo stadio con una vistosa fasciatura e una smorfia di dolore davvero preoccupante per andare in ospedale e fare tutti gli esami del caso. Anche i tre infortuni di ieri sono significativi: al netto di tutte le responsabilità individuali e collettive, il Città di Varese è una delle squadre più sfortunate della competizione. E probabilmente anche per questo motivo Enrico Bellorini scrive: “Se non avessi visto le partite, non ci crederei. Quest’anno è proprio iellato”.

Adesso bisognerà provare a resettare tutto sia a livello fisico sia a livello mentale perché già dopodomani si torna in campo e d’ora in poi non si avrà un attimo di respiro, nella speranza che la dea bendata posi il suo sguardo sul Varese. Se ciò non dovesse accadere la squadra dovrà avere la forza di reagire a tutte le avversità del caso e Rossi l’ha detto chiaramente: “Sappiamo che anno è; dovremo soffrire fino alla fine”. Così sarà, e i tifosi soffriranno al fianco dei giocatori perché anche davanti alle difficoltà più dure la passione biancorossa resterà viva.

Matteo Carraro
(Foto Stefano Benvegnù Agenzia Blitz)

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