“Come sapremo reagire a questa sconfitta definirà il corso della nostra stagione”. Con queste parole un Adriano Vertemati molto scuro in volto conclude la conferenza stampa di fine partita tra la Virtus Bologna e la sua Openjobmetis Varese, dopo una gara in cui le V nere annichiliscono letteralmente i biancorossi per 97-56. 41 punti di scarto sono divario inaccettabile, nonostante l’evidente gap fisico e tecnico che c’è oggi tra le due compagini.

Un conto però è uscire sconfitti, un altro sbracare e perdere di credibilità ed anche un pizzico di dignità, in una gara chiusa nell’ultimo quarto con soli 6 punti segnati, cose da basket dilettantistico, ma soprattutto con un parziale complessivo nel secondo tempo della partita di 53-21. Numeri abbastanza imbarazzanti ed eloquenti che definiscono come Varese ieri sera, appena saggiata la prima vera ondata virtussina del match, si sia sciolta senza opporre resistenza e soprattutto sia uscita mentalmente completamente dalla partita.

Una cosa, quest’ultima, inaccettabile per una squadra che come primo obiettivo stagionale ha quello di salvarsi e che da gare come queste deve saper tirare fuori quel carattere, quel cuore, quella grinta e mentalità che nelle partite punto a punto con le dirette avversarie risulta essere decisiva, un po’ come fatto vedere in campo contro la Leonessa Brescia appena una settimana fa.

Nella trasferta del PalaDozza la Openjobmetis parte male, altra situazione sottolineata dal coach varesino in conferenza stampa, ma sa reagire, si rialza, arriva a mettere pressione alla Virtus e conquista gli applausi di una tifoseria che a fine secondo quarto vedeva spirito di sacrificio e voglia nei suoi giocatori, anche di fronte ad una corazzata. Qualità che dal rientro sul parquet in poi dopo l’intervallo spariscono completamente, con un gruppo che, pur dal potenziale offensivo importante, si schianta azione dopo azione in maniera confusionaria contro la difesa virtussina.

Il solo Beane prova nel primo tempo a scardinare lo scacchiere tattico messo in piedi da Scariolo, con tiri da fuori e giocate estemporanee di velocità e precisione al tiro, ma è solo una luce in mezzo al buio di una squadra che, senza Kell e con Gentile acciaccato, manca di idee e soluzioni tattica e tecniche. Wilson è sempre più un caso, perché si è solo la seconda di campionato ma ormai è la sesta uscita stagionale ufficiale ed i segnali sono sempre gli stessi: la guardia USA non riesce a mostrare quelle doti di tiratore letale che possiede e ad oggi è più deleterio per i compagni che per gli avversari.

L’aver impostato una sfida sulla fisicità per saggiare la preparazione di Varese non giova neanche a Vertemati che vede rovinare fragorosamente i suoi contro una Virtus che corre, salta, difende e non si ferma, come giusto che sia, anche sul +40, dando una lezione chiara ai biancorossi di cosa voglia dire essere squadra intensa e coriacea fino alla fine. Quando non si può vincere sul piano tecnico o fisico ci vogliono cuore, energia e forza di volontà, altrimenti, oltre ai due punti, si rischia di perdere pure la faccia e questa è la cosa che fa più male della trasferta di Bologna in casa Pallacanestro Varese.

Alessandro Burin

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