L’attesissimo derby contro il Como finisce tra gli applausi della curva giallonera. A vederla da fuori non si direbbe che i Mastini abbiano appena perso 4-0 un match chiave in ottica campionato, eppure l’attaccamento dei tifosi alla squadra va ben oltre il momento negativo.

Como non è più forte di Varese, eppure i lariani guidati dall’ex giallonero Massimo Da Rin e dal “blocco varesino” (nella lista degli ex figurano anche Tesini, Menguzzato, Re, Piccinelli, Xamin, Privitera, Simone Asinelli, Ambrosoli) hanno dimostrato di avere più cattiveria, più determinazione e più voglia di vincere rispetto ai Mastini.

L’emblema della sconfitta varesina arriva nel terzo drittel: sotto di due reti, i Mastini faticano a rendersi pericolosi e solo in powerplay si arriva a “impegnare” concretamente Tesini. L’ex portiere giallonero, in ogni caso, ha gioco facile nel bloccare le sterili conclusioni da fuori e Como non perdona dilagando 4-0 nei minuti finali infilando un Varese all’attacco senza portiere per sfruttare il giocatore di movimento in più.

Squadra spenta, sconfitta nell’animo più che sul ghiaccio, e il calore dagli spalti non basta a ravvivare la fiamma giallonera. Gli applausi, dicevamo, dimostrano quanto i tifosi tengano alla loro squadra del cuore, ma non possono comunque nascondere quel velo di preoccupazione circa il rendimento dei Mastini. Vagando tra le gradinate si respira sì l’attaccamento al gruppo, ma anche un pizzico di malumore che i tifosi ci raccontano tra un’azione e l’altra. “Con la squadra che abbiamocommenta Giorgiodovremmo aspirare almeno ai playoff, e invece non riusciamo a mettere sotto un avversario nettamente più debole di noi. Io resto comunque fiducioso: credo nei Mastini e sono certo che riusciremo a riprenderci presto“.

C’è chi invece, come Simone, è meno ottimista anche se non può glissare sulle decisioni arbitrali che hanno portato ad una serie infinita di penalità: “Un applauso va fatto all’arbitro: un vero incompetente. Il controllo del gioco ce l’abbiamo avuto perlopiù noi, ma se non segniamo nemmeno in powerplay cinque contro tre non andremo da nessuna parte… Como non ha fatto nulla di che per vincere: il problema è che loro l’hanno buttata dentro quattro volte. Mi auguro che le prossime partite vadano meglio, ma se questo è l’andazzo…“.

Impossibile per i tifosi non interrogarsi su chi abbia più responsabilità della sconfitta: coach Barrasso, i giocatori o la dirigenza? Le qualità di Tom Barrasso non si discutono e la sua carriera parla per lui, ma al momento non è ancora riuscito a conquistare in toto la tifoseria, forse più abituata ad un carattere esplosivo come quello di Da Rin. La sua invidiabile compostezza a fronte di un momento negativo è sicuramente da elogiare, anche se non la pensa così chi, con un grido ben distinto, lo ha etichettato come un “damerino troppo timido“.

Per Filippo la questione è diversa: “Con un coach del genere non possiamo avere questa squadra perché Barrasso ha bisogno di giocatori adatti al suo gioco: al momento i Mastini e Barrasso sono incompatibili. La soluzione? O si cambia coach o si deve intervenire pesantemente sul mercato perché, sconfitta dopo sconfitta, ci si avvicina alla fine della stagione…“.

Al netto di queste preoccupazioni, comunque, i Mastini possono contare su un’autentica certezza: la tifoseria sarà sempre dalla loro parte e gli applausi finali lo dimostrano. Ora, però, serve uno step in più: ricambiare la fiducia scalando la classifica a suon di vittorie. A cominciare dalla sfida di domenica prossima all’Agorà contro Dobbiaco, squadra che al momento ha il doppio dei punti dei gialloneri.

MC

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