“Lancio dalla mediana, Carrozza riceve palla a centrocampo, si invola sulla fascia, salta un avversario, rientra, dribbla ancora e la crossa in mezzo…“.
Per due stagioni e mezzo (81 presenze e 19 reti) tra il 2009 e il 2011, i tifosi del Varese Calcio si sono entusiasmati per le sgroppate di Alessandro Carrozza, classe 1982, che ora è pronto per una nuova avventura nel mondo del calcio.
“Nelle ultime travagliate stagioni ho giocato a Gallipoli con la maglia del Fiamma Jonica (Eccellenza, ndr) – ci racconta l’ex numero 7 biancorosso -. Qualche settimana fa mi hanno proposto di allenare l’altra formazione della mia città che milita in Promozione. Un progetto importante, una squadra tosta con giocatori di categoria superiore: non potevo dire di no. Appendo le scarpe al chiodo e prendo in mano il fischietto per allenare”.
Lo siamo andati a trovare proprio a Gallipoli nel bel mezzo dell’estate salentina e la sensazione è stata la stessa: Carrozza che nel cuore della zona pedonale dribbla i passanti tra i tavoli del suo ristorante per trovare una sistemazione a tutti e lo spazio per una parola con i clienti.
“Da più di cinque anni con mia moglie Antonella, mio cognato e mio suocero abbiamo rilevato questa attività. Sono loro la vera anima del ristorante, io mi limito a fare i conti (ride, ndr). È faticoso, ti porta via parecchio tempo ma ti dà anche tante soddisfazioni. Spero che alla fine della cena potrai confermare anche tu, Michelino mio”.
Una carriera in salita, esplosa a 25 anni quando nemmeno tu te l’aspettavi.
“È vero, giocavo a Gallipoli in Eccellenza e lavoravo, poi è arrivata la scalata fino alla Serie C e la mia vita è cambiata. Sono felice, ho fatto anche più di quello che sognavo da bambino, ho raggiunto la Serie A e sono riuscito ad essere protagonista in diverse squadre”.
Pisa, Taranto, Varese, Atalanta, Spezia, Lecce, Juve Stabia e ovviamente il Gallipoli le maglie più significative che Carrozza ha indossato. Varese ha però un sapore particolare…
“Ci siamo trovati benissimo a Varese. La squadra era super, un gruppo di amici veri, la città a misura giusta e i tifosi che ci facevano sentire importanti. È stato proprio a Varese che ho capito che potevo fare qualcosa di importante nel mondo del calcio, per quello sono legato in maniera speciale”. “Quando eravamo a Varese aspettavo il primo dei nostri tre figli, Federico, che oggi ha 10 anni – interviene la moglie Antonella -. Non si può non restare legati a questa città”.
La famiglia si è poi allargata e sono arrivati Riccardo (7) e Diego (2): quattro uomini in casa!
“Non mi chiedere nulla, sorride Antonella, vado, ho un tavolo da servire…”.
Le nostra cena è finita, ma nulla è ancora deciso perchè manca il mio voto che potrebbe confermare o ribaltare la situazione: “Per la Trattoria Rosinella di Gallipoli il voto è 10 all’unanimità per location, qualità e cortesia. E ora Ale corri sulla fascia verso la cassa… c’è il conto da preparare”.
Michele Marocco