Era la giornata del tappone dolomitico, ma il maltempo si è messo di mezzo e ha costretto gli organizzatori a ridisegnare la 16^ tappa. La pioggia non ha comunque spento l’adrenalina della corsa che è letteralmente esplosa sull’ascesa del Passo Giau: Egan Bernal bissa il successo della 9^ tappa e ipoteca quasi definitivamente il Giro d’Italia 2021; straordinario Damiano Caruso (terzo al traguardo) che sale in seconda posizione a 2’24” dalla Maglia Rosa.

Percorso stravolto dunque: non cambia la partenza da Sacile e non cambia l’arrivo a Cortina d’Ampezzo, ma vengono cancellati i passaggi (con le relative discese) sul Passo Fedaia e sul Passo Pordoi (che doveva essere la Cima Coppi del Giro, diventata a questo punto proprio l’odierno Giau); da 212km a 153km, il dislivello scende da 5700metri a 3800, ma è confermata la salita finale del Passo Giau con la discesa (insidiosa) che porta Cortina.

Pronti via e si comincia subito a salire salendo verso La Crosetta (GPM di prima categoria): il gruppo si spezza con l’attacco di 24 corridori che si fraziona ulteriormente lungo la discesa a causa dell’allungo di sei atleti tra cui Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) che, uscito di classifica nel giorno dello Zoncolan, punta ora alle vittorie di tappa. Con lui, il suo compagno Amanuel Ghebreigzabhier ma anche i temibili Gorka Izagirre (Astana), Joao Almeida (Deceuninck Quick-Step), Antonio Pedrero (Movistar) e Davide Formolo (UAE Emirates).

Gli altri 18 attaccanti originari alzano ben presto bandiera bianca e si fanno riassorbire dal gruppo guidato ovviamente dalla Ineos della Maglia Rosa Egan Bernal, mentre l’eritreo della Trek si sacrifica ovviamente nel falsopiano verso il Giau in modo da favorire Nibali, per poi staccarsi ai piedi dell’ascesa. Ma ancor prima dell’inizio della salita arriva la prima grande notizia di giornata: Remco Evenepoel, già apparso in difficoltà nei giorni scorsi, si stacca dal gruppo Maglia Rosa ed esce così di classifica.

Formolo prova ad avvantaggiarsi sulle prime rampe, ma viene presto raggiunto da Pedrero che lo supera senza difficoltà; Nibali, purtroppo, ancora una volta appare in difficoltà e si stacca subito. A nulla valgono però gli sforzi degli attaccanti, perché dietro si muove in prima persona il dominatore di questo giro ed Egan Bernal riprende uno dopo l’altro i corridori davanti a sé facendo il vuoto dietro. L’unico che prova stoicamente a resistere è Damiano Caruso (autore fin qui di un grandissimo Giro) che scollina con 45” di ritardo dal colombiano; bene anche il francese Bardet che transita a circa un minuto.

Bernal guida anche in discesa, dove però concede qualche secondo agli immediati inseguitori, e arriva trionfalmente a Cortina chiudendo virtualmente (salvo sorprese) il discorso per la vittoria finale. A 27” arrivano Bardet e Caruso che conquista così la seconda posizione in classifica generale. Decisamente più attardati tutti gli altri big.

Ordine d’arrivo 16^ tappa

1. Egan Bernal (Ineos Grenadiers) – 4h22’41”
2. Romain Bardet (Team DSM) – a 27”
3. Damiano Caruso (Bahrain Victorious) – st
4. Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) – a 1’18”
5. Hugh Carthy (EF Education-Nippo) – a 1’19”
6. Joao Almeida (Deceuninck Quick-Step) – a 1’21”
7. Aleksandr Vlasov (Astana) – a 2’11”
8. Gorka Izagirre (Astana) – a 2’31”
9. Davide Formolo (UAE Emirates) – a 2’33”
10. Tobias Foss (Jumbo-Visma) – st

Classifica generale

1. Egan Bernal (Ineos Grenadiers) – 66h36’04”
2. Damiano Caruso (Bahrain Victorious) – a 2’24”
3. Hugh Carthy (EF Education-Nippo) – 3’40”
4. Aleksandr Vlasov (Astana) – a 4’18”
5. Simon Yates (Team BikeExchange) – a 4’20”
6. Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) – a 4’31”
7. Romain Bardet (Team DSM) – a 5’02”
8. Martinez Poveda (Ineos Grenadiers) – a 7’17”
9. Tobias Foss (Jumbo-Visma) – a 8’20”
10. Joao Almeida (Deceuninck Quick-Step) – a 10’01”

Matteo Carraro
(foto FB Giro d’Italia)

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