Nella serata di lunedì il neopresidente del CRL Carlo Tavecchio ha incontrato le società di Eccellenza su Zoom. All’ordine del giorno l’eventualità di riprendere la stagione interrotta a fine ottobre e, qualora fattibile, la definizione di modalità e tempistiche dello start (lo abbiamo spiegato qui).
Tra i club della nostra provincia che hanno espresso un parere positivo vi è il Gavirate di Massimo Foghinazzi, favorevole a una cauta ripartenza che prenda il via dalla prima squadra, vista la complessità della situazione in termini di protocolli, che risulta più difficilmente gestibile nel settore giovanile.

Il nostro è un ‘sì’ condizionato dagli eventi – spiega il numero uno dei rossoblu -. Qualcuno ha detto di sì ma alle condizioni di oggi no, ma dopotutto alle condizioni di oggi si possono fare poche cose. Io penso e spero che questo virus il fondo lo abbia toccato e che possa esserci una ripresa, visto che sono iniziate le vaccinazioni e che andiamo incontro alla bella stagione. Più passano i giorni, più la situazione dovrebbe migliorare, quindi perché non essere disponibili a valutare una ripartenza? Le date proposte possono essere giuste o no, ma lo vedremo più avanti. Se non si pianifica nulla, non faremo mai nulla. È giusto pensare a come si potrebbe ripartire dall’Eccellenza e poi a scalare dovrebbe arrivare tutto il resto. Altrimenti, supponiamo che arriviamo al 3 marzo, il virus non è più un problema ma non si può ripartire perché non abbiamo un programma. D’altro lato, si rischia di programmare per niente perché poi potrebbero non esserci le condizioni, ma almeno avremo fatto il nostro dovere di società. Quindi per quale motivo dire di no a prescindere? Se non pensiamo, non andiamo da nessuna parte. Poi ci sono molte società che dicono di no per la ripartenza della prima squadra, ma sì per i bambini. Secondo me la coerenza deve essere sempre al primo posto. Quella che stiamo vivendo è una questione sanitaria, quindi i bambini vanno tutelati più degli adulti. Ricominciare con i piccoli è più un discorso economico per avere ossigeno per andare avanti, perché il settore giovanile porta entrate, mentre la prima squadra è una spesa”.

Nel corso della riunione, infatti, sono emerse posizioni variegate tra le società presenti. Ora che il terreno è stato sondato, la prossima mossa del nuovo consiglio direttivo sarà di lavorare a un protocollo e di avere in mano un programma concreto entro i primi di febbraio. Questa la linea d’azione decisa da Tavecchio, la cui nomina a presidente ha lasciato soddisfatto il club rossoblu.
“L’avevamo ascoltato anche in campagna elettorale, così come avevamo ascoltato il suo contendente, e come società ci eravamo già fatti un’idea. La riunione tutto sommato è andata bene e Tavecchio ha confermato quello che diceva in precedenza. Siamo contenti della sua vittoria perché riteniamo che in questa fase particolare, in cui si prospettano cambiamenti importanti con la legge Spadafora, sia fondamentale una persona della sua esperienza, che ha ricoperto una posizione di vertice all’interno del sistema e conosce tutte le vie e tutte le strade”.

E difatti Tavecchio si è mostrato subito propositivo, annunciando l’intenzione di chiedere al presidente della Regione Attilio Fontana tamponi gratuiti per tutte le società, misura con cui Foghinazzi si dichiara pienamente d’accordo. 
“Le società pagano per giocare a calcio, danno i rimborsi ai giocatori, quindi ci aspettiamo un supporto economico. Dobbiamo ripartire per il bene di tutti, anche per la serie D che ha le retrocessioni, e mi sembra giusto che la Federazione ci dia una mano. In Eccellenza ci sono società che mirano ad andare in D e altre che si preparano per fare un campionato modesto, però i costi dell’ultima in classifica sono come quelli della prima, quindi è normale che in una ripartenza si faccia leva sugli aiuti per poter fare cose che una società normale non potrebbe permettersi. Come Gavirate, non mi aspetto di dover sostenere tutte le spese legate a un discorso sanitario. Fare i tamponi ogni settimana a giocatori e staff costerebbe un capitale e secondo me dovrebbero renderli gratuiti o quanto meno venirci incontro al 70%, perché stiamo facendo anche un po’ da cavia. Dopotutto la serie D è un campionato nazionale che dipende da Roma, mentre qui in Lombardia abbiamo i settori giovanili a cui pensare e la nostra ripartenza servirà anche come test e potrà fare da apripista per tutte le altre squadre dalla Promozione in giù. Se giocando tutte le settimaneavremo tanti positivi, io ci penserei bene prima di far partire il settore giovanile; se invece nei primi due mesi non ci saranno casi, vorrà dire che sta andando tutto nel verso giusto e che il rispetto delle normative permette di fare sport senza rischiare più di tanto, quindi si potrebbe pensare anche ai tornei estivi, che economicamente sono di grande aiuto alle società”. 

Si resta quindi in attesa, augurandosi che la situazione sanitaria evolva per il meglio e che la Federazione accolga le richieste di aiuto delle società.

Silvia Alabardi

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