Un gruppo forte e unito, sempre pronto ad aiutarsi. Così Monica Tancredi descrive il Gavirate, squadra partita per salvarsi  e che ora si ritrova a lottare per i playoff; nonostante la sconfitta, domenica la squadra allenata da Prestifilippo è stata in grado addirittura di impensierire la capolista Monterosso. La numero 5 ci racconta il percorso che l’ha condotta a giocare in Eccellenza, il lungo periodo di stop legato alla pandemia e la ripresa delle attività, con uno sguardo al futuro.

Arrivate da una sconfitta, maturata però dopo un’ottima prestazione e contro la capolista Monterosso; è una spinta a continuare il buon campionato svolto finora?
“Abbiamo giocato un ottimo primo tempo, da vera squadra; nel secondo non siamo riuscite a gestire il risultato. E’ una sconfitta immeritata, che ci lascia l’amaro in bocca. Ora siamo ancora più cariche e pronte ad affrontare le prossime partite al meglio. Nonostante parecchi infortuni, siamo partite bene in campionato e una prestazione del genere contro una delle squadre migliori, non può fare altro che farci crescere e spingerci ancora di più a dare il massimo per migliorare ancora”.

Quali sono gli obiettivi della squadra per il prosieguo del campionato?
“Essendo il primo anno in Eccellenza non conoscevamo esattamente il valore delle nostre avversarie; siamo partite con la voglia di rimanere in questa categoria anche nella prossima stagione. Ora, dopo il buon inizio, abbiamo alzato l’asticella e non vogliamo accontentarci: l’obiettivo sono i playoff. Quest’anno il nostro valore è aumentato ulteriormente anche grazie ad un paio di innesti che ci hanno permesso di migliorare in ogni reparto. I nuovi acquisti si stanno rivelando fondamentali: sono dei veri e propri punti di riferimento e ci stanno dando una grande mano in molte situazioni”.

Facevi parte della squadra anche prima dell’interruzione causata dalla pandemia? Come hai vissuto il lungo periodo di stop?
“Sì, sono arrivata al Gavirate tre anni fa, di conseguenza ho vissuto in pieno il periodo di fermo legato alla pandemia. Inizialmente il calcio non era una mia priorità; la situazione era molto pesante e c’erano delle preoccupazioni che andavano ben oltre lo sport. Col passare del tempo, però, l’assenza del pallone si è fatta sentire sempre di più e rinunciare ad una grande passione è sempre molto triste. Non è stato facile stare lontana dai campi per così tanto tempo, mi mancava l’allenamento ma soprattutto vivere lo spogliatoio stando tutte insieme. In un periodo come questo la salute viene prima di tutto, l’importante era poter ricominciare in sicurezza e sono felicissima che ora ci siano le condizioni per poter giocare”.

Come ti trovi con la squadra?
“Siamo un gruppo davvero unito; sia in allenamento che in partita ognuna si mette a disposizione per aiutare chi si trova in difficoltà e non ci sono mai litigi. Da quando abbiamo ricominciato dopo lo stop per il covid, siamo ancora più unite. Ora ci vediamo molto spesso, dopo l’allenamento del venerdì, per esempio, è tradizione andare a mangiare tutte insieme; questo aiuta di sicuro ad aumentare l’affiatamento tra di noi. Vedere le tue compagne così spesso non sempre porta a migliorare l’alchimia di squadra, anzi, molte volte può portare a screzi. A noi fortunatamente è successo il contrario e sono contenta dell’atmosfera che si è creata in spogliatoio. Inoltre il nuovo stimolo dato dal passaggio in Eccellenza sembra averci dato una carica in più per fare sempre meglio”.

Da quanto tempo giochi a calcio? Hai giocato in altre categorie?
“Da bambina giocavo a pallavolo, ma ho sempre avuto la passione per il cacio e con gli amici, infatti, mi divertivo moltissimo a giocare a pallone. Purtroppo vicino a casa non c’erano molte società femminil, di conseguenza ho dovuto aspettare le superiori per iniziare ad allenarmi in squadra. All’inizio giocavo “a sette”, prima a Sangiano e poi al CP Gavirate. In entrambe le squadre ho trascorso tre anni, ma poi ho deciso di compiere il passaggio “a undici” e sono approdata qui al Gavirate.”

E’ stato difficile passare dal calcio a sette a quello a undici?
“Sì è stato molto complicato, soprattutto all’inizio. Era tutto nuovo, è stato come ricominciare da capo. Mi sono dovuta adattare a situazioni di gioco e movimenti totalmente diversi. Si gioca un calcio differente e la tattica ricopre un ruolo importantissimo. Anche fisicamente l’impegno richiesto è di gran lunga maggiore in un campo a undici. Sono contenta del cambiamento che ho deciso di compiere e sono sicura che ci sia ancora molto da migliorare. Non si smette mai di imparare”.

La prossima partita contro il Tabiago è molto importante ai fini della classifica; come la state preparando?
“Non dobbiamo sottovalutare l’impegno; il fatto che siano ancora a zero punti non significa nulla. Molto spesso sono proprio queste le partite più insidiose; se scendessimo in campo pensando di aver già portato a casa il risultato commetteremmo un gravissimo errore. Siamo concentrate e stiamo preparando il match come se fosse contro la prima in classifica. Daremo il massimo per portare a casa i tre punti”.

Giovanni Enrico Civelli

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