Trecentosettantasette giorni dopo, un’immensità. Tanti, troppi, perché la parentesi di settembre/ottobre non è bastata nemmeno per soffiare sulle ferite, e perché l’amore per lo sport, per il futsal, farebbe sembrare eterne anche poche ore. 
Un anno fa esatto il Futsal Varese di mister Carnelli sarebbe stato qui alle prese con una semifinale di ritorno di Coppa Lombardia contro l’ostico Pavia e con posizioni da capogiro nel girone A di serie C2, ed invece…tutto svanito nel nulla, con un vuoto a cui forse un po’ ci si è abituati ma che non smette di fare male. 
Perché il venerdì non è più venerdì senza partita e post partita, perché mancano gli schemi del mister, i tifosi sulle gradinate del palazzetto di Carnago, la voglia di sognare una C1 che, risultati alla mano della stagione 19/20, sarebbe stata legittima. 

Ma cosa manca di più? A parlare sono direttamente alcuni dei protagonisti, ragazzi che il biancorosso ce l’hanno cucito addosso.

Gabriele Musazzi (laterale):Tornare a giocare, il pallone tra i piedi, la piccola parentesi di inizio stagione non fa testo, anche perché per me lo scorso anno è finito ancora prima visto che a febbraio ero infortunato; mi manca il pallone, l’agonismo, il combattere per un obiettivo comune, l’ansia positiva del pre-partita, la voglia di allenarmi, ma più di tutto mi manca il gruppo, perché a Varese non c’è un gruppo ma c’è una famiglia, io gioco da 23 anni ed un gruppo così non l’ho mai trovato, mi manca lo spogliatoio, uno spogliatoio in cui di litigi se ne sono sempre visti pochi perché fuori dal campo prevaleva la magia dello stare insieme”.

Alessandro Napolitano (pivot): Mi manca uscire dal lavoro, fiondarmi a casa, fare la borsa e tuffarmi in palestra, dove per un paio d’ore, con la palla tra i piedi, sei la persona più felice al mondo, mi manca esultare per un gol, festeggiare una vittoria, i cori a fine partita, mi mancano le cose semplici ma che sono le più vere”.

Stefano Colombo (portiere): Sembra ieri ma è già passato un anno, un anno senza pallone perché la parentesi di ottobre è stata talmente breve che è come se non ci fosse stata; e dopo un anno ti accorgi che le cose che ti mancano di più erano le più banali e ovvie, cose che prima erano semplicemente abitudini di ogni giorno, dagli allenamenti a ridere e scherzare con i propri compagni, le cene post partita e tante altre cose, sarò scontato ma manca tutto dal campo all’extra campo”.

Capitolo ripartenza: quando secondo voi sarà la volta buona per tornare in campo?

Gabriele Musazzi:La ripartenza del prima possibile è sulla bocca di tutti perché compensa la mancanza, ma poi quando fai i conti con la realtà ti rendi conto che non è così, quello che mi auguro io è una ripartenza sicura, certa, senza più interruzioni perché non farebbe bene a livello fisico né tantomeno a quello mentale, sarebbe deleterio, ripartire per poi non smettere più, questo è quello che mi auguro. Tempistiche? Spero in agosto/settembre e spero che sia davvero la volta buona”.

Alessandro Napolitano: Non sono molto ottimista e non punto su settembre, vedo disinteresse sullo sport, basti pensare che non abbiano nemmeno nominato un ministro, hanno snobbato lo sport e a maggior ragione lo sport dilettantistico, io ormai punto su gennaio 2022, credo sia quello il tempo giusto per una ripartenza in sicurezza”.

Stefano Colombo:Già a gennaio visto il momento vedevo la ripresa molto lontana, tutti abbiamo voglia di riprendere domani ma purtroppo bisogna fare i conti con la realtà, e questa ad oggi non lo permette…ma credo anche che a tutto ci sia una soluzione, chi di dovere dovrà pensare a trovare la via giusta per riprendere, ma dovrà farlo per davvero e non rimanere con le mani in tasca come è stato fatto quest’estate altrimenti a settembre avremo gli stessi problemi”.

Mariella Lamonica

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui