In attesa della ripresa degli allenamenti, in vista della sfida del 28 febbraio in casa della Virtus Bologna, la Openjobmetis, che si ritroverà giovedì sul parquet di Masnago, riflette sul da farsi per questo rush finale della stagione che deve portare ad una salvezza da raggiungere a tutti i costi.
I ragionamenti, inevitabilmente, vertono sulla scelta delle ultime settimane di applicare delle rotazioni alla squadra dopo l’arrivo di Egbunu. Scelta che, come aveva detto il GM biancorosso Conti al momento della presentazione del nuovo centro biancorosso, avrebbero riguardato il periodo del tour de force fino alla gara con la Fortitudo per poi essere oggetto di valutazioni.

Analizzando bene la situazione, soprattutto fisica, di una squadra che è ancora alle prese con la ripresa atletica dal mese di stop imposto dal covid, la logica potrebbe dire di tenere un cambio sempre pronto per poter alternare di settimana in settimana quelli che sono gli elementi più pronti per scendere in campo.
E’ anche vero però che questa Openjobmetis è alla ricerca continua di un equilibrio ed una stabilità finora mai trovate e il continuo ruotare di un giocatore, con il conseguente malumore di chi resta fuori ed il cambio di assetto, non sarebbe una scelta che aiuta in questo.

Pro e contro che verrebbero completamente azzerati nel momento in cui, nelle stanze societarie di Piazza Monte Grappa e dell’Enerxenia Arena, i dirigenti biancorossi prendessero la decisione di tagliare uno straniero ed inserire Egbunu al suo posto, seguendo fino alla fine la linea adottata del 5+5.
In questo caso, inevitabilmente, gli indiziati sono due: Jakovics (in foto) e Morse e per ragioni diverse sono entrambi papabili per questa scelta. Il lettone occupa una posizione in squadra dove Varese ad oggi è abbastanza coperta, sia con il duo Beane-Douglas che con De Nicolao-Ruzzier, anche se proprio il play veneto ha perso minuti e posizioni nelle ultime settimane. Per una squadra che continua ad impostare il suo gioco sul tiro da tre ed il gioco sugli esterni, prediligendo un quintetto con tre piccoli, soprattutto a gara in corso, la scelta di tenere Jakovics per allungare le rotazioni in guardia/play e offrire maggiori soluzioni a Bulleri sembra la preferita.
Ne pagherebbe le conseguenze un Morse che ha solo bisogno di un po’ di tempo per crescere, viste le potenzialità del ragazzo e i miglioramenti che stava denotando proprio nelle ultime settimane.

Ma qui rientra la scelta tecnica che farà Bulleri: se puntare su una squadra più fisica, volendo quindi andare a modificare il leitmotiv offensivo della Openjobemtis e cercando di affidarsi di più sulle soluzioni interne e, dunque, avere in squadra sia Egbunu che Morse, incompatibili insieme in campo, ma ottime spalle e soluzioni per far rifiatare Scola, oppure proseguire su questa impostazione di gioco, scegliendo di continuare con la linea dei piccoli e del tiro dalla lunga distanza come arma principale.

Chiaramente anche una valutazione di lotta a rimbalzo e peso della squadra entrerà in gioco, tenendo conto di come capitan Ferrero e De Vico, ma soprattutto Strautins, nel momento in cui dovesse essere tagliato Morse, dovrebbero occupare la posizione da 4 in diverse situazioni. Soprattutto per il lettone ed il capitano si tratta di un riadattamento decisivo per gli equilibri della squadra, sempre che non si decida di continuare sulla via delle rotazioni.
Scelte decisive e da non sbagliare quindi per i biancorossi, che iniziano l’ultimo tratto in salita di questa scalata verso la salvezza che è sempre più impervia ma che non è finita.

Alessandro Burin

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