Da inizio agosto il calcio dilettantistico è in fermento: prima la Serie D, poi l’Eccellenza e tutte le altre categorie a scendere stanno iniziando la preparazione che porterà (si spera) alla stagione della rinascita dopo due anni difficili causa pandemia.

In particolare, la Seconda Categoria ha bisogno di ripartire per trovare quella genuina quotidianità di cui il calcio a questi livelli si nutre; la normalità, poi, serve alle piccole società di provincia per rialzarsi e continuare ad inseguire i propri sogni sul rettangolo verde. È il caso degli Eagles Caronno che si approcciano con entusiasmo ad una nuova avventura nel Girone Z. L’inizio scoppiettante dello scorso campionato non deve illudere: vero che le aquile volano in alto, e le Aquile biancoblu sognano di farlo davvero, ma di questi tempi è meglio stare con i piedi ben ancorati per terra.

Sicuramente sposa questa filosofia il ds Eagles Fabio Mazzetti che, alla vigilia del raduno, analizza a 360° la situazione della società di Caronno Varesino e fissa gli obiettivi stagionali.  “Domani ci riuniremo per una sgambata conoscitiva – esordisce Mazzetti – per poi cominciare da lunedì 23 con la preparazione vera e propria. C’è tanto entusiasmo nel tornare ad assaporare quel pizzico di normalità che ci è mancata negli ultimi due anni; è una sensazione piacevole e motivante, per cui vogliamo far bene a cominciare dalle amichevoli precampionato. Al momento ne abbiamo tre in programma, contro Morazzone, Juniores Union Villa Cassano e Jeraghese (rispettivamente il 29 agosto, l’1 settembre e il 12 settembre, ndr) , ma stiamo cercando di fissarne una quarta per il 5 settembre contro una squadra di categoria superiore. Confrontarsi con squadre più forti è più allenante: nel calcio estivo il risultato passa in secondo piano rispetto alla mentalità e all’approccio della squadra”.

A proposito di squadra, a che punto è la costruzione della rosa?
“Al di là di Sapia, che è l’unico ad aver messo la firma nero su bianco, c’è un ragazzo libero, un terzino, che deve solo venire qui a firmare non appena rientra dalle ferie; poi arriveranno altri quattro giocatori, due centrocampisti e due attaccanti. Un paio di situazioni sono da monitorare perché devo parlare con le società di appartenenza, ma io sono un romantico, credo ancora che la parola abbia assoluto valore e conto di averli entrambi a disposizione a breve. Gli altri due, invece, devono ancora darmi una risposta. Poi potrebbe non finire qui perché siamo aperti ad ogni ipotesi dell’ultimo minuto, come magari un difensore di livello, e non ci faremo trovare impreparati”.

Qual è l’obiettivo degli Eagles?
“Star fuori dalle posizioni che scottano. Noi non ci dimentichiamo da dove arriviamo e, di conseguenza, il nostro obiettivo primario deve sempre essere quello di salvarci perché mantenere la categoria fa parte di un progetto di crescita che stiamo portando avanti anno dopo anno. Poi vedremo dove arriveremo. Abbiamo a disposizione una rosa giovane e promettente e l’unico imperativo dev’essere lavorare, lavorare e ancora lavorare: se saremo bravi, magari, potremo raccogliere qualcosa di importante ma senza l’impegno quotidiano non si va da nessuna parte”.

Mister Maresca come si sta approcciando alla sua nuova realtà?
“Molto bene. Mi piace vedere che è un allenatore davvero presente, che sa come portare avanti una stagione. Compensa la sua inesperienza in questa categoria con la sua immensa esperienza costruita facendo tutta la trafila delle giovanili: è motivato, sa di avere una bella possibilità ed è molto bravo a lavorare con i giovani. Il campionato sarà tutto da vivere”.

Parlando di campionato, cosa ne pensi dei gironi da 14 squadre?
“Non penso sia stata una scelta di piacere, quanto più una decisione dovuta alla necessità. Ho sempre pensato che 18 squadre fossero troppe; un girone da 16 sarebbe stato sicuramente più bello, ma vista la situazione e l’imprevedibilità che ne deriva forse e meglio avere solo 14 squadre. Sarà un campionato molto combattuto fino alla fine, ci saranno meno possibilità di sbagliare e a me questo piace: credo che quattro o cinque squadre si giocheranno la Prima Categoria, tre lotteranno per non retrocedere e sei o sette resteranno “tranquille” anche se, come ho detto, con 14 squadre tutto resterà in discussione fino all’ultima giornata”.

A questo punto identifichiamo le squadre: chi lotterà per vincere e chi per non retrocedere?
“Cuassese, Laveno e Lonate Ceppino credo abbiano qualcosa in più; il Marnate sarà una possibile outsider perché ha degli ottimi giocatori, mentre Aurora Induno e Buguggiate sono sempre imprevedibili. Anche la Valcuviana non è male come squadra, ma dopo due anni fermi non è facile fare una griglia di partenza affidabile. Oltre a questo non mi sbilancio anche per una questione scaramantica: sicuramente ogni partita sarà una lotta”.

Come mai avete scelto di non partecipare alla Coppa Lombardia?
“Se devi fare le cose le devi fare fatte bene. In un momento del genere, in cui è anche solo programmare diventa difficile, abbiamo preferito evitare di iscriverci: i giocatori rientrano dalle sacrosante vacanze, dobbiamo ricominciare a carburare tutti insieme e preferiamo farlo concentrandoci solo sul campionato”.

Estendendo il discorso Eagles, so che quest’anno ci sarà una novità…
“Esatto, dopo tanti anni riproporremo la categoria dei Giovanissimi. Come da disposizioni federali, giocheremo a 9, una categoria pensata appositamente per questa stagione: non si tratta di un campionato federale, ma di fatto sono Esordienti che si chiameranno Giovanissimi e giocheranno a 9. È un piccolo passo che per la nostra realtà vuol dire davvero tanto”.

A proposito di piccoli passi, come procede l’affiliazione con la Solbiatese?
“Come ci aspettavamo procede tutto in maniera costruttiva: quando ti rapporti con persone disponibili e corrette, che hanno tanta voglia di fare, le cose non possono che andare per il meglio. Anche la Jeraghese si è affiliata e ciò dimostra la bontà del progetto Solbiatese, contraddistinto da grande sensibilità e attenzione quando ci si confronta. Nei prossimi giorni ci sentiremo ancora per pianificare l’annata nei minimi dettagli e sono sicuro che il futuro porterà giovamento da entrambe le parti”.

Quanto è importante ripartire a pieno regime (o quasi)? Sarà una stagione “normale”?
“Ripartire è fondamentale, ma sulla normalità l’unica cosa che possiamo fare è sperare che vada tutto bene. I nuovi protocolli hanno dato le linee guida sulla stagione, ma qualora ci fosse un caso di positività tutta la squadra finirebbe in quarantena saltando almeno una settimana. Non saranno situazioni facili da gestire, anche perché se si saltano troppe partite diventa difficile recuperarle, ma dobbiamo essere fiduciosi e pronti a fare sacrifici. O è così o non si riparte più”.

Matteo Carraro

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