E adesso i gironi. Con avverbio di tempo utilizzato per esprimere la sequenza ma non l’immediatezza. Ricapitolando. Ieri il Collegio di Garanzia del CONI ha accolto il ricorso (avverso alla bocciatura Covisoc) della Paganese respingendo quelli di Chievo, Carpi, Casertana, Novara e Sambenedettese.
Oggi il Consiglio Federale avrebbe dovuto ufficializzare i ripescaggi certificando gli organici 2021/22 di Serie B e Serie C. Così da poter permettere alla Lega Pro di suddividere le 60 partecipanti in 3 gironi da 20 in vista della stesura dei calendari.

In realtà, tutto rinviato al 2 agosto per lasciare spazio ai ricorsi al TAR. Insomma, servirà ancora qualche giorno affinchè il palinsesto prossimo venturo possa essere messo nero su bianco. Tornando a bomba, Chievo fuori dalla Serie B con riammissione del Cosenza, le 5 di cui sopra out dalla C con switch a favore di Latina, Lucchese, Fidelis Andria, Siena e Fano. O in subordine (nel caso in cui la richiesta dei marchigiani fosse ritenuta irregolare), della Pistoiese. Questo lo scenario più plausibile. L’unica certezza è la rinuncia del Gozzano surrogato (a sorpresa) dal Picerno per via delle magagne nella richiesta dell’FC Messina.                                                      

Sessanta diviso tre. Veniamo così all’orizzonte dei raggruppamenti con la suddivisione latitudinale che lascia ai gironi Centro (B) e Sud (C) le maggiori discrezionalità. Poca incidenza sul Nord (A). Oggi già forte di 18 partecipanti su 20:
Piemonte (2) – Juventus U23 e Pro Vercelli
Lombardia (10) – AlbinoLeffe, FeralpiSalò, Giana Erminio, Lecco, Mantova, Pergolettese, Pro Patria, Pro Sesto, Renate, Seregno 
Trentino Alto Adige (2) – Trento, SudTirol 
Veneto (3) – Legnago, Padova, Virtus Verona
Friuli Venezia Giulia (1) – Triestina    

Restano 2 slot. Quelli “liberati” dalle piemontesi Gozzano e Novara. Per competenza geografica, possibili compensazioni con Virtus Entella e Piacenza o Piacenza e Fiorenzuola con i liguri imbarcati nel B. Da non escludere lo scenario Olbia con i sardi aggregati al raggruppamento settentrionale per ragioni di logistica aeroportuale.    

Va, Novara va. Dopo 113 anni di storia professionistica il Novara dovrà ripartire dal dilettantismo. Che significa Eccellenza o Serie D nel caso in cui l’attuale proprietà lasciasse delegando al Sindaco la formale richiesta di ammissione nella prima categoria non professionistica. Ieri a Novarello la tifoseria azzurra ha tributato un plauso alla squadra comunque ritrovatasi giorni fa per il raduno a dispetto di un destino già segnato. Come per il Carpi, la recente frequentazione di Serie A e Serie B alla lunga ha messo in ginocchio la sostenibilità dei rispettivi bilanci. Trasformando (nello specifico gaudenziano), la parabola della famiglia De Salvo da eredità in ipoteca. Al netto della velleitaria esperienza della gestione Pavanati. La morale è sempre quella. Urge una strutturale, profonda, radicale riforma di sistema. Vivere al di sopra delle proprie possibilità non dovrà più rappresentare un’opzione. Il passo secondo la gamba, insomma. Materia in cui alla Pro Patria in questi ultimi anni hanno acquisito una certa familiarità.                  

Giovanni Castiglioni  

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