Martedì 16 marzo alle ore 20.30 scatteranno i playoff e Varese, tuttora alle prese con la positività di alcuni giocatori al Covid-19, riprenderà ad allenarsi questa sera sul ghiaccio di Casate. Non molto tempo, dunque, per preparare al meglio i quarti di finale contro Appiano e per verificare lo stato di forma del gruppo giallonero che è rimasto fermo per 20 giorni a causa del focolaio che si è sviluppato all’interno del gruppo-squadra.
Coach Claude Devéze dovrà riprendere il filo del discorso con i suoi ragazzi e toccare quelle giuste corde per arrivare al meglio possibile al confronto con i Pirati. “Ho un piano e giocheremo in un modo che riflette la nostra immagine”, spiega il tecnico canadese.

Qualche ragazzo è ancora positivo al Covid-19, la maggior parte, invece, si è negativizzata negli ultimi giorni. Che Varese ritroverà stasera al primo allenamento dopo questo lungo stop?
“La mia priorità è rendermi conto dello stato mentale e fisico dei giocatori dopo venti giorni di inattività. Poi farò le mie valutazioni in vista dell’inizio dei playoff”.

Come avete gestito questo momento delicato appena prima del periodo più importante della stagione?
“Non è stato momento delicato perchè, in generale, l’intera stagione in corso è stata piena di avversità. Ciò, però, ha reso più forte tutto il gruppo e anche la società stessa”.

Il primo avversario nei playoff è Appiano, contro cui Varese ha perso al primo turno e vinto al ritorno. Cosa si aspetta da questo confronto? 
“Il gioco sarà molto stretto, ci sarà poco spazio sul ghiaccio. La disciplina e l’atteggiamento, dunque, saranno uno degli elementi chiave per avere la meglio e passare il turno”.

Quali sono i punti di forza e di debolezza di Appiano? 
“E’ la squadra più giovane del campionato e, come tale, non ha niente da perdere”.

Quali sono le armi di Varese per superare il turno e qualificarsi alla semifinale?
“Durante tutta la stagione abbiamo giocato contro ogni tipologia di squadra e le avversità ci hanno fatto crescere e arrivare pronti a questa serie di partite che ci aspetta. Abbiamo un gruppo maturo e di alta qualità. Lo stile di gioco sarà molto diverso e anche il punteggio penso che sarà differente”.

Qual è il bilancio della stagione regolare? Varese poteva fare qualcosa di più, specialmente in trasferta?
“Dobbiamo essere orgogliosi del nostro quarto posto. Purtroppo non siamo riusciti ad allenarci sempre al massimo e al completo. Questa non è una scusa, ma sono fatti reali. Finalmente durante i playoff potrò contare sullo stesso gruppo sia in casa che in trasferta, cosa che non è avvenuta durante la regular season”.

Il gioco di Varese è propositivo, il power play è cresciuto e durante le partite coinvolge sempre molti giocatori. C’è ancora spazio per migliorare? Dove può arrivare Varese?
“Dobbiamo essere più costanti nell’arco dei 60 minuti e mantenere sempre alta la concentrazione. Il gruppo l’ha capito e mi aspetto che nelle prossime gare i miei ragazzi mettano in pratica quello di cui abbiamo parlato a lungo. I giocatori mi hanno dimostrato grande disponibilità a seguire le mie idee, ma credo che sia altrettanto importante da parte mia non mettere loro troppe barriere e schemi per non limitare la loro creatività. Sono contento del gruppo che alleno, con due power play che possono segnare e quattro linee d’attacco molto pericolose per gli avversari”.

È un campionato strano, condizionato dal Covid-19 e per i Mastini anche dall’assenza di una pista di ghiaccio a Varese. Quanto ha pesato ciò per lei personalmente e per la squadra?
“Durante la mia prima conferenza stampa a Varese ho detto: “Sono qui per raccogliere questa sfida e rispetterò la mia parola”. Sono rimasto sorpreso quando abbiamo iniziato il campionato con sette allenamenti alle spalle in tre settimane e nessuna partita di preparazione. Poi c’è stata la pausa per il Covid, alcuni giocatori ci hanno lasciato, abbiamo cambiato città di allenamento e abbiamo accolto nuovi giocatori. La cosa più importante era dare una nuova identità al gruppo e l’ultima pausa di 20 giorni mi ha confermato che questa squadra ha intrapreso la direzione giusta. Tutto il club ha lavorato duramente e credo che il peggio sia passato. Non vedo l’ora di rivedere i miei ragazzi e di riprendere allenamenti e partite”.    

Parlando di lei, in Francia è una vera icona dell’hockey. Cosa l’ha spinta a venire ad allenare in Italia? Sarà ancora sulla panchina di Varese l’anno prossimo?
“La mia decisione di venire a Varese è stata motivata dal progetto che la società mi ha presentato, senza nascondermi nulla. I miei obiettivi non sono mai stati a breve termine, ma al momento c’è troppa incertezza per parlare del prossimo anno. L’unica cosa su cui voglio concentrarmi è rimettere insieme la squadra, allenarci e andare più avanti possibile nei playoff”.

Laura Paganini
(foto Tatiana Munerato – Mastini Varese)

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