Diamo il là a “Borderline”, una serie di interviste che raccolgono le confessioni ed i pensieri di chi, carta d’identità alla mano, sta approfittando di questa sosta forzata per porsi qualche interrogativo sul proseguire, o meno, la “carriera” calcistica.

Non è un segreto troppo nascosto il pensiero di alcuni giocatori alle prese con il conto che ad un certo punto la vita ti presenta e che il covid ha persino accelerato, e con la fatidica domanda: “Che faccio, gioco ancora?”. Perché la passione più grande ed il più amabile degli sport ad un certo punto si scontrano con la realtà, una realtà che non fa affievolire il sentimento ma che deve necessariamente stilare la classifica delle priorità e veder, talvolta, il calcio scivolare alle spalle di salute, lavoro, famiglia. 

In un periodo così delicato sono tanti i calciatori dilettanti ad interrogarsi sul proprio futuro e talvolta è più complicato di ciò che possa sembrare dare e darsi delle risposte.

Nonostante fino a qualche mese fa continuava a regalare giocate spettacolari, cross di rabona, assist col contagiri e a prendersi standing ovation all’uscita dal campo, Giancarlo Casiraghi, numero dieci del Ferno, è proprio uno di quelli che potrebbe anche appendere le scarpette al chiodo. Sacrilegio, penseranno in tanti, eppure la carta d’identità non perdona (classe ’81) e rimanere fermi così a lungo potrebbe far sorgere qualche dubbio. 
Da un lato penso “impossibile, ho la voglia a mille”, dall’altro so che potrei tornare in campo a 40 anni compiuti e qualche dubbio mi viene, ma ci sono tanti fattori che andranno valutati”.

Prima della “fatidica domanda”, raccontaci cosa ti manca di più del calcio. 
A me tutto, ma proprio tutto dalla A alla Z, lo spogliatoio, gli allenamenti, fare la borsa, l’emozione della domenica, davvero tutto; poi, come ho sempre detto, a Ferno avevo trovato l’ambiente ideale, società organizzata, ambiziosa, con il presidente e il mister ci sentiamo spesso, tra l’altro era anche tornato mister Minniti, con cui ho un ottimo rapporto, ciò significa che quando riprenderemo sarà proprio da dove avremo lasciato, perché la parentesi di ottobre, doverosa ma vana, non era calcio”.

Come e quando te la immagini la ripartenza?
Purtroppo a questo domanda sono legate tante cose, la modalità di ripresa condiziona molto il tornare a giocare da parte di alcuni; nel calcio dilettanti quelli come me giocano per le cose che ho elencato sopra e per i tifosi, per il paese, pensare di tornare a giocare in maniera condizionata non ci dà la libertà di vivere questo sport come vorremmo, perciò quello che mi auguro io è che la prossima stagione sia valida, salva e soprattutto vivibile il più possibile come vorremmo, senza gravare ulteriormente su queste società che fanno grandi sacrifici e che non possono prendersi responsabilità ulteriori, come quella di voler affidare al presidente la responsabilità civile e penale di tutti i tesserati, impensabile”.

11 aprile è la data di ripartenza dell’Eccellenza, un campionato che conosci bene e che potrà fare da apripista ai prossimi campionati delle altre categorie, che ne pensi?
Penso che sia un bel segnale, una speranza vivida di tornare ad avvicinarsi ai campi, sarà un po’ la prova del nove perché l’eccellenza è stata equiparata alla serie D e quindi avranno controlli ed un protocollo severo, attuabile solo per una categoria di questo livello, la speranza più grande è che davvero proceda tutto per il meglio e senza intoppi”.

Che campionato sarà? Vedi una favorita? 
Premesso che conosco e seguo squadre praticamente in tutta la regione e non solo perché avendo girovagato tanto ho conoscenti sparsi in diversi club, una favorita non saprei dirtela, ma sarà un campionato particolare, in dieci giornate può succedere di tutto e potrebbero persino esserci sorprese, le squadre, poi, si sono parecchio rinforzate, io tiferò per i miei amici, mi auguro che si divertano e che ci facciano divertire, seppur a distanza, e che si facciano trovare pronti, tra questi faccio solo il nome di Anzano, accasatosi alla Varesina con la quale sono certo riuscirà a togliersi altre soddisfazioni”.

Girone A, girone B, fuori regione, un sacco di amici…ci stai nascondendo qualcosa?
Vuoi sapere se sono stato contattato?” 
Certo.
Ecco, allora te lo dico, sì ho ricevuto un paio di proposte. Da chi non te lo dirò mai ma mi hanno contattato. Dopo un anno e mezzo di stop non me la sono sentita, sono sincero, ma mi ha fatto estremamente piacere che qualcuno di questa categoria si sia ricordato di me, mi ha lusingato, vuol dire che qualcosa di buono l’ho fatta”.

Fingiamo che sia agosto 2021, che faccia caldo e che finalmente si possa tornare a preparare la stagione calcistica: il mancino di Casiraghi sarà ancora lì a regalare assist e gol sui campi?
Su questo non ho dubbi, sì. Sarò lì, ma sarò anche molto onesto con me stesso e farò una valutazione mese per mese, capendo quanto ancora possa dare e quanto ancora possa divertirmi da protagonista, perché le comparse non mi sono mai piaciute, mi piace fare bella figura e mi piacerebbe anche smettere quando lo deciderò io e non perché una pandemia mi abbia spinto verso la scelta di appendere gli scarpini al chiodo, il fisico dirà la sua è normale, ma cuore ed entusiasmo non rimarranno in silenzio”.

Mariella Lamonica

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