Il calcio giocato è fermo da più di tre mesi, ormai. L’ultima volta che le squadre dall’Eccellenza in giù sono scese in campo è stato l’11 ottobre e la Besnatese di mister Stefano Rasini quel giorno ha espugnato il campo dell’Accademia Inveruno grazie ad un gol di Leontini, arrivato poche settimane prima dalla Solbiatese. Dopo lo 0-0 dell’esordio contro l’Olimpia, la squadra che ha lo stemma del Biscione sul petto ha piazzato due successi che stavano confermando le ambizioni e la bontà della rosa costruita dal DS Paolo Pozzi. Lo stop della Regione Lombardia e l’avvento della seconda ondata del Covid-19 hanno bloccato tutto e ancora oggi non si sa quando, come e se si potrà riprendere la stagione in corso oppure si dovranno accantonare in un cassetto i sogni per tirarli fuori chissà quando, forse a settembre.
“Mi dispiace molto per tutta questa complicata situazione sanitaria e, guardando solo all’aspetto calcistico, mi rammarico perchè ci siamo fermati un momento per noi positivo – spiega il tecnico Rasini -. Nonostante le difficoltà dell’estate, siamo riusciti ad inserire nel gruppo ottimi giocatori, abbiamo colto al volo l’occasione Leontini e i presupposti sembravano giusti. Poi è andata come tutti sappiamo e per adesso non ci resta che aspettare. Noi, le società e tutto il movimento dovremo essere bravi a ripartire quando si potrà, dovremo avere le forze per rimetterci al lavoro”.

La situazione del calcio dilettanti è complicata. A suo parere si poterà a termine il campionato?
“Spero di essere smentito, ma secondo me non si ricomincerà. Con l’arrivo della primavera, la voglia di fare sport, di giocare e di stare di nuovo tutti insieme crescerà ancora di più, ma attualmente non vedo i presupposti per rimettere in moto i dilettanti delle nostre categorie, nemmeno per completare il girone d’andata”.

Che cosa serve per ripartire, oltre, naturalmente, al rallentamento dei contagi?
“Per quanto mi riguarda, penso che si possa pensare di riprendere le attività, anche a livello di allenamenti, solo con un protocollo sicuro e con la certezza di non doversi fermare per l’ennesima volta. Ad ogni stop, per le società la questione si fa sempre più difficile. Alcune hanno fatto grossi investimenti nelle strutture, altre hanno progetti in cantiere, tutte hanno investito per adeguarsi alle norme sanitarie imposte nei mesi scorsi; un ritorno economico, però, non c’è stato e, anzi, tutto è stato bloccato a tempo indeterminato. Servirà avere punti fermi e non questioni in sospeso”.

Sabato scorso Carlo Tavecchio è stato eletto presidente del CRL Lombardia. Qual è il suo parere?
“Tavecchio può portare esperienza, dato che ha visto e vissuto il mondo del professionismo, e i dilettanti non potranno che giovarne. Abbiamo bisogno di una persona forte che possa aiutare i club e tutto il movimento a intraprendere la giusta direzione e a ripartire. E’ un periodo difficilissimo e vedremo quali saranno le sue proposte e le sue azioni. Bisogna essere ottimisti e fiduciosi”.

Nel frattempo, com’è l’umore in casa Besnatese?
“Ci siamo sentiti tutti insieme su Zoom poco prima di Natale per scambiarci gli auguri e soprattutto per salutarci e rivederci. Questo stand by che perdura orami da diversi mesi non è facile da gestire dal punto di vista fisico né da quello dell’umore. Il calcio non è solo partita, allenamenti e classifica, ma è un insieme di rapporti umani, è stare in gruppo, coltivare amicizie, gioire, scambiarsi opinioni, ridere, scherzare e magari anche discutere; insomma, è crescere, è sapere che puoi avere una mano da un tuo compagno, da uno del gruppo. E tutto questo al momento manca, forse anche più del pallone”.

Quanto a lei, come sta vivendo questo periodo?
“Mi ritengo fortunato perchè di salute sono sempre stato bene e ho sempre lavorato. Il lavoro è diventata ormai la mia unica valvola di sfogo. Tutto questo mi è pesato, ma forse meno di altri; ciò che più mi manca è incontrarmi con i miei ragazzi e con i miei amici. Anche per me che sono adulto stare in gruppo è tutto. E’ il gruppo che fa la differenza non solo per l’andamento di una stagione per una squadra ma anche per il benessere di una singola persona. Quando stai con gli altri stai bene e non ti senti solo, ma aiutato, capito e ascoltato”.

Laura Paganini

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