In attesa che la FIP formalizzi, in concerto con tutti gli enti preposti e le istituzioni, la possibile ripartenza anche del mondo del basket non di interesse nazionale, alcune realtà del movimento hanno preso in mano la situazione e, nel pieno rispetto delle regole e delle norme di sicurezza anti covid, hanno ripreso le attività in palestra. Una di queste è il BasketBall Gallarate che, nella persona del presidente Thomas Valentino, racconta quali step sono stati messi in campo per consentire il via e quali sono le prospettive future.

Che stagione è stata per il BasketBall Gallarate?
“Un disastro. Eravamo pronti a fare cose veramente importanti e avevamo preparato tutto come se fosse una bomboniera: le aspettative erano alte, avevamo portato un americano in prima squadra e adottato una serie di accorgimenti importanti per la nostra struttura. Senza parlare della prima squadra, soffermandoci sul solo settore giovanile, credo che possiamo contare sul miglior staff tecnico della provincia. Assieme a Francesco Fogato e tutto il team di lavoro del BBG, avevamo creato una macchina che potesse fare un percorso che in due o tre anni ci avrebbe portati ad essere una delle società più in vista per quanto riguarda l’organizzazione del settore giovanile. In questo, l’arrivo di Matteo Rizzo da San Giorgio per il minibasket dimostra che ci stiamo muovendo dalle fondamenta per creare un qualcosa che possa, tra due tre anni, portare le giovanili ad essere una vera e propria eccellenza e far sì che la prima squadra possa attingerne. Purtroppo quello che è successo ci ha tagliato completamente le gambe”.

Cosa ne pensa di questa ulteriore presa di posizione da parte della FIP per far ripartire anche il basket non di  interesse nazionale? La vede una cosa fattibile in tempi brevi?
“Quello che mi viene da dire è finalmente. Dopo un anno di attesa c’è stata questa presa di coscienza da parte della Federazione, che probabilmente ha iniziato a considerare questa situazione in relazione a due eventi: il primo è che la UISP ha fatto capire come chiunque si fosse iscritto a loro avrebbe potuto ripartire, e questo ha messo un po’ di fretta alla Federazione, e il secondo è una presa posizione di tutte le società, in primis noi che siamo ripartiti, che avevano voglia di riattivarsi in completa sicurezza e secondo le regole. Noi vogliamo rispettare le norme ed abbiamo fatto in modo che, con accorgimenti seri e garantiti, si possa tornare a far vivere lo sport ai nostri ragazzi”.

Quali sono le misure che avete messo in campo per ricominciare?
“Abbiamo creato una stanza a parte, all’ingresso della palestra, dove i tamponi di controllo possano essere eseguiti in piena sicurezza una volta a settimana sotto il controllo di due presenze mediche ufficiali. Abbiamo messo in atto tutte le misure di stanziamento a livello di spogliatoio. Una volta eseguito il tampone si aspettano 10-15 minuti per gli esiti. Se sono negativi si va in campo e ci si allena, se uno di essi risulta positivo, il ragazzo così com’è entrato in palestra, senza andare a contatto con nessuno fino al momento dell’esito, esce e torna a casa. Contemporaneamente, viene tenuto monitorato tutto il gruppo di allenamento. E’ molto semplice secondo me, come fanno esattamente penso solo in Serie A “.

Quali gruppi sono ripartiti e quali pensate di far ripartire?
“Hanno ripreso tutti i gruppi giovanili e la primi squadra. Il minibasket non ripartirà perché è assolutamente incontrollabile. Noi non vogliamo fare un atto rivoluzionario contro nessuno, abbiamo la testa sulle spalle. Mi sento di dire che è da un anno che non siamo per nulla coinvolti da parte della Federazione che non ci ha mai chiesto consigli. Secondo me, quando sei in una situazione del genere le strade sono due: o mangi o vieni mangiato. Tradotto: o prendi un’iniziativa e salvi la vita ad un movimento o queste persone, la Federazione, porta alla morte la voglia dei ragazzi di andare in palestra. In un anno si sarebbero potute fare un sacco di cose, anche creare una bolla come in NBA, quindi la mia domanda è: perché nulla è stato fatto in 8 mesi? Noi abbiamo fatto tutto nel rispetto delle regole per ripartire e quando ti accorgi che la Federazione prende una decisione netta solo 4 giorni dopo che la UISP dichiara che chiunque si fosse iscritto con loro avrebbe potuto riprendere l’attività, ti rendi conto del livello al quale siamo arrivati. Io mi chiedo come mai un movimento come la UISP sia riuscito a fare un’azione concreta e la FIP no. La Federazione non fa mai azioni ma sempre reazioni. Non agisce mai, reagisce a qualcosa che qualcun altro fa, ma non funziona così”.

Secondo lei si ripartirà con i campionati Senior, verrà studiata una formula magari anche per allungarli in estate?
“Me lo auguro, perché altrimenti invito tutti ad iscriversi ai campionati UISP o a ritirare le squadre dai campionati. Con procedure controllate come stiamo facendo noi è assolutamente possibile ripartire e lo dico perché noi siamo sul campo, lavoriamo tutti i giorni per questo. I miei collaboratori a Gallarate lavorano tutto il giorno, studiano le misure, cercano di capire come rispettare le regole in totale sicurezza. Quello che noi chiediamo è perché tanti non vengano sul campo a studiare idee per ripartire, perché non sia saltata fuori l’ipotesi di mettere anche solo un gazebo esterno per permettere il tranquillo monitoraggio. Mi do la risposta da solo: è più facile non fare che fare per molti”.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui