Il vento è cambiato in casa Openjobmetis. Mai una metafora è stata più azzeccata come in questo caso quando, in una domenica meteorologicamente molto agitata dal vento ai piedi del Sacro Monte e provincia, la Openjobmetis Varese è capace di dare seguito a quanto di ottimo fatto vedere una settimana fa contro Sassari e vincere per 81-68 contro la Carpegna Prosciutto Pesaro.

Due punti importantissimi e pesantissimi, come tutti quelli che i biancorossi si giocheranno in questa volatona salvezza finale, che rendono sempre più concreta la permanenza nella massima serie dei ragazzi di coach Bulleri, al di là di tutti quelli che sono e saranno poi i discorsi su eventuali licenze o format per la prossima stagione.
La Pallacanestro Varese, da due settimane a questa parte, è una squadra nuova, per idee, intensità, coesione, gioco, ma soprattutto è un gruppo che finalmente palesa in maniera chiara e netta quell’identità che tutti, dai tifosi, alla società, agli stessi giocatori, cercavano da inizio anno.
Un risultato figlio del duro lavoro continuo in palestra che nel corso della stagione non è mai mancato e che da un paio di settimane a questa parte è corredato da un’integrità fisica che permette di allenarsi e di conseguenza giocare in ben altra maniera rispetto a quanto mostrato finora.

Si sta rivelando azzeccata la scelta di puntare su una squadra più fisica sotto il ferro e viene da pensare che, se Jones non si fosse infortunato dopo 30 secondi dal suo ingresso in campo a novembre, magari staremmo parlando di tutt’altra stagione. Tutta la squadra, infatti, trova giovamento dal nuovo assetto con i tre lunghi che a rotazione forniscono peso e fisicità in area sia in attacco che in difesa.
Ed è proprio qui che Varese vince la sfida con Pesaro. L’inerzia del match, come preannunciato, è dipesa dalla capacità del duo Egbunu-Morse di reggere all’impatto con l’ex Cain e l’atletismo di Filipovity e Zanotti sotto i ferri e nel pitturato. I due varesini non solo reggono l’urto ma sovrastano gli avversari e forniscono una prova magistrale per sostanza e concretezza, con 13 punti per entrambi e tanta presenza in difesa.
In particolare ”Giovannone” Egbunu sta dimostrando la bontà del suo acquisto, crescendo partita dopo partita sia in termini difensivi (è dotato di grandissimo atletismo e capace di stoppare più volte gli attacchi marchigiani al ferro) sia in attacco con l’intesa con Ruzzier che regala anche spettacolo con tanto di alley oop per i fotografi. Una prestazione a tutto tondo quella del nigeriano di nazionalità americana che chiude con 13 punti, 4 stoppate e 10 rimbalzi e tanti saluti a Cain e compagnia.

L’altra chiave di volta della squadra da due partite a questa parte ormai è senza dubbio Ruzzier che pare tutt’altro giocatore rispetto a quello visto fino ad oggi. Il play triestino guida la squadra in tutto e per tutto, come fatto con Sassari, dalla fase difensiva dei suoi, che riescono ancora una volta a dettare il ritmo del match puntando su intensità e compattezza, a quella offensiva ribaltando velocemente l’azione in transizione, ma soprattutto portando tante idee, con i penetra e scarica per i compagni, Egbunu e Morse su tutti, che aprono in due la difesa pesarese.
Stravince il confronto con Justin Robinson e si porta a casa ancora una volta la palma di uomo determinate del match. I 10 punti e 9 assist a referto coprono anche le sei palle perse che i tifosi biancorossi gli perdonano ben volentieri.

Chiude il quadro un Luis Scola da leccarsi i baffi che, superato il breve periodo di appannamento di qualche giornata fa dove ha pagato il troppo impiego in campo ogni tre giorni, ha ritrovato forma fisica ed efficacia offensiva, usufruendo al massimo degli spazi creati e dalla maggior libertà difensiva che Egbunu e Morse sono in grado di fornirgli. I 20 punti a referto con 3/5 dalla lunga distanza ne sono la dimostrazione.

E’ una macchina che gira alla meraviglia questa Varese che, indubbiamente, giova molta della nuova impostazione tattica sia a livello difensivo che offensivo. La fase d’attacco porta i biancorossi ad affidarsi molto di più alle soluzioni di tiro da due punti piuttosto che il logorante ed improduttivo ossessivo tiro da tre che aveva caratterizzato quasi tutte le sconfitte varesine fino ad oggi. I dati finali sono chiari e lampanti: 53% da due con 22 tentativi andati a segno su 41 tentati ed un 7/17 da tre, decisamente più efficace del solito.
Bulleri e i suoi possono godersi così ora una pausa di due settimane sulle ali dell’entusiasmo con cui preparare al meglio la sfida cruciale e, forse decisiva, del 28 marzo quando all’Enerxenia Arena arriverà Trento, in uno scontro salvezza che decreterà molto delle sorti finale della stagione biancorossa.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui