anna paganini

Da Varese a Shangai passando per Pechino. Anna Paganini, trentenne, vive e lavora in Cina da sei anni e ci racconta la sua esperienza diretta nel paese da dove è partito il Coronavirus.

Da quanto tempi vivi in Cina e cosa ti ha portato a lasciare l’Italia?
Vivo in Cina da 6 anni. Ho studiato Scienze Linguistiche presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e mi sono specializzata nello studio della lingua cinese. Dopo aver terminato la laurea specialistica, ho deciso di partire per la Cina. Ho ottenuto una borsa di studio per un dottorato di tre ani presso la Beijing Normal University di Pechino e ho scritto la mia tesi sulla diffusione del metodo Montessori in Cina. Ho vissuto 5 anni a Pechino e 1 anno a Shanghai.

Di cosa ti occupi nella vita? 
Sono una maestra Montessori certificata con l’Associazione Americana Montessori. Dopo aver lavorato a Pechino 2 anni, al momento rivesto la posizione di dirigente scolastico in un scuola dell’infanzia Montessori a Shanghai.

Ogni quanto fai ritorno in Italia? Pensi mai di tornarci a vivere un giorno? 
Torno solitamente in Italia due volte all’anno. Mi piacerebbe tornarci a vivere, ma le opportunità lavorative e i benefit che mi offrono in Cina, purtroppo non sono in grado di trovarli in Italia.

Cosa ti manca di più dell’Italia?
La mia famiglia e i miei amici.

Il Coronavirus ha bloccato qualche tuo spostamento o progetto? Come ha influenzato la tua vita?
Il 18 gennaio sono partita per Bali per festeggiare il Capodanno Cinese. Durante la mia vacanza leggevo le notizie sul Coronavirus e la situazione sembrava preoccupante in Cina. Dopo 2 settimane a Bali, ho deciso di fare ritorno a Shanghai. Tanti amici e familiari mi hanno giustamente consigliato di tornare in Italia, ma ho preferito aspettare perché la situazione, perlomeno a Shanghai, sembrava sotto controllo.

La pandemia come ha influenzato la tua comunità? 
Shanghai è una città enorme con circa 24 milioni di abitanti. È stato impressionante, all’inizio della pandemia, vedere le strade deserte e la città completamente ferma per 2 settimane.

Dove vivi tu che tipo provvedimenti ha preso il paese? 
Penso che il provvedimento che mi ha colpito più di tutti sia il QR code tradotto in inglese “Health Code” legato all’applicazione Alipay. Quando il codice è verde significa che un individuo ha terminato la quarantena o non ha mai lasciato il paese; quando diventa rosso invece significa che alla persona non è consentito lasciare la propria abitazione. In molti luoghi pubblici l’ “Health Code” viene tuttora richiesto.

Credi che il peggio sia passato? 
È difficile dirlo con certezza, ma senza dubbio la vita sta lentamente tornando alla normalità. Ristoranti, locali, negozi sono tutti aperti e sembrano lavorare a pieno ritmo.

Sei mai stata a Wuhan? Se sì, ce la descriveresti? 
Non sono mai stata a Wuhan e, se devo essere onesta, al momento non ho il desiderio di visitarla.

Segui le notizie italiane? Sei preoccupata o tutto sommato serena? 
Seguo le notizie italiane, e mi auguro che il senso civico e il benessere della comunità prevalgano nelle scelte degli Italiani durante la Fase 2. Ho dovuto cancellare il biglietto aereo per tornare in Italia a Luglio dal momento che il governo Cinese non ha ancora comunicato una data di apertura delle frontiere. La mia vita a Shanghai è molto attiva e dinamica, e per il momento sono serena. Spero di poter tornare a Dicembre per trascorrere il Natale a casa con la mia famiglia.

Quale aspetto ti ha più colpito in generale della Cina? 
Ci sono tanti aspetti che colpiscono della Cina, ma senza dubbio si può notare che è un Paese cresciuto in modo esponenziale in un lasso di tempo molto limitato. Salta subito all’occhio, nella maggior parte delle grandi città cinesi, come palazzi in stile sovietico si alternano a case popolari e a grattacieli mozzafiato.

Come descriveresti la Cina a qualcuno che non ci è mai stato? 
Dicono che New York non sia l’America e allo stesso modo ritengo che Pechino e Shanghai non siano la Cina. Descriverei la Cina come un posto affascinante, sempre in evoluzione e in movimento. Ci sono parecchi stereotipi sulla Cina e in questo momento anche tanti pregiudizi. Quando saremo in grado di viaggiare liberamente consiglio a chi non è mai stato di visitarla di persona.

Elisa Cascioli

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