È da settimane che i campi da calcio non vedono i ragazzi divertirsi a giocare e, per mostrare il proprio sostegno ai suoi bambini, la Valcuviana ha pensato ad un’alternativa ai classici allenamenti in erba: “Abbiamo deciso di fare degli allenamenti online per stare vicino ai ragazzi e alle loro famiglie – spiega il presidente Gianluca Testa -. Siamo partiti domenica e, settimanalmente, mandiamo dei video tutorial per ogni gruppo del settore giovanile, partendo dai piccoli calci fino ai giovanissimi. I ragazzi – continua il numero uno viola – eseguono gli esercizi e i genitori poi li filmano e li mandano sul gruppo e in questo modo c’è una sorta di interazione tra di loro. I tutorial che usiamo sono scaricati da Internet, più che altro per dare un senso e completezza a 360 gradi, rendendo partecipi anche coloro che fanno proprio queste attività”.

E parlando della ripresa del campionato, tema caldo da un mese a questa parte, Testa sostiene la necessità di una ripresa univoca che non falsi il campionato. “Se si dovesse iniziare – aggiunge – sarebbe giusto che riprenda sia la prima squadra e sia il settore giovanile, anche se per quest’ultimo sarà più difficile contando il fattore scuola e occupazione dei campi”.
Soffermandoci sulla prima squadra, che format consiglieresti per chiudere il campionato? “Penso sia inutile che facciano riprendere solo con il girone di andata, lo trovo assolutamente sbagliato, perché così si rischia che, se sbagli una partita, ti giochi il campionato, mentre, con il ritorno a disposizione una squadra può recuperare dove ha sbagliato. Se si decide di iniziare, bisogna farlo completamente, andando incontro, eventualmente, alla rigidità di qualche regola. Pure per gli allenamenti o c’è la possibilità di allenarsi con i giusti contatti, altrimenti non hanno senso gli allenamenti individuali perché non sarebbe calcio. Se dovesse finire così mi augurerei che la Federazione non faccia pagare nulla, anche per il prossimo anno o che almeno faccia una riduzione al 50%”.
Avete in programma altre novità? “Abbiamo in mente, per il settore giovanile, di non chiudere la stagione a maggio ma di prolungarla fino a luglio/agosto, creando uno stage esclusivamente per i nostri ragazzi, completamente gratuito visto che non rimborsiamo le quote di chi ha già pagato ed è un modo per far vedere la nostra vicinanza. Secondo me il settore giovanile è fondamentale in una società e foriero di giocatori per la prima squadra, che a sua volta è lo specchio di tutti noi”.

A dire la sua sull’attuale situazione è anche il mister Nunzio Radicia: “Sinceramente ce l’aspettavamo tutti questa sospensione ma a dir la verità non sarei neanche partito a settembre. Sarebbe stato meglio iniziare direttamente a gennaio. Comunque vada sarà un campionato anomalo perché sei fai solo l’andata poi ti manca praticamente metà campionato ed è ovvio che chi ha la rosa più ampia risulta più avvantaggiato”.
A questo punto, è di rito la domanda su come si potrebbe concludere la stagione. “Se fossi io a decidere non farei né retrocessioni né la vittoria del campionato ma giocherei solo per non stare fermi e riprendere così, non solo il ritmo partita, ma proprio la vecchia routine della vita. Alla fine, però, credo proprio che si arriverà a fare un solo girone con promozione finale e retrocessioni ma non penso sia corretto, almeno che facciano come in Svizzera dove sfruttano la bella stagione e allora sì che possiamo giocarcele tutte e il campionato, per quanto strano, diverrebbe veritiero”.
E per la questione allenamenti senza contatto cosa ne pensi? “E’ ovvio che non possiamo avere un protocollo da Serie A ma fare gli allenamenti individuali mi sembra un po’ una presa in giro, certo, così non perdi il fiato ma viene a mancare proprio lo spirito del calcio. I ragazzi ora hanno un programma individuale per tenersi in forma ma quello che ho notato, da quando abbiamo iniziato, è che fanno fatica a riprendere nel giocare di nuovo insieme a livello mentale e proprio ora che eravamo riusciti a trovare l’armonia di squadra ci siamo fermati. Capisco che gestire una situazione di emergenza non è semplice e diventa anche frustrante: ti impegni e non sai neanche se potrai continuare”.

Roberta Sgarriglia

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