Definito il calendario della Supercoppa, tutti gli appassionati di basket possono iniziare ad assaporare quel sapore di sfida che manca ormai da 6 mesi. A fine agosto si torna sul parquet per contendersi un trofeo e la palla a spicchi torna nel proprio regno. 
I tifosi della Openjobmetis si affacciano a questa nuova stagione con un entusiasmo che mancava da anni a Varese. È paradossale pensare che, proprio dopo il periodo più difficile della storia recente, la società sia riuscita ad imbastire una squadra che scalda i cuori di tutti i tifosi. Ma quanto vale davvero questa nuova Pallacanestro Varese? È quello che si chiedono tutti i tifosi e anche gli stessi addetti ai lavori. 

Varese parte con una base italiana solidissima, da capitan Ferrero, capostipite del gruppo azzurro, a Ruzzier, perla di diamante e chiamato a guidare la squadra ricalcando, magari, le orme dell’ultimo play italiano titolare della società biancorossa Pozzecco. Dietro di lui De Nicolao, chiamato a confermare e migliorare la crescita fin qui dimostrata nelle categorie minori, e De Vico, pronto a fare l’ultimo salto definitivo verso l’affermazione totale. In questo contesto si inserisce uno Strautins che nonostante la giovane età, è stato preso per essere un titolare di questa squadra e dimostrare tutte le sue qualità tecniche e caratteriali, impressionanti a 22 anni. 

Un team di italiani a cui si affiancano il varesino di adozione Jakovics, chiamato a sostituire il parente Tambone, e il giovane Andersson, alla prima esperienza fuori dalla sua Svezia, ma che per movenze, fisico e qualità tecniche richiama molto Sim Sander Vene.
Molta curiosità ed aspettative sono riversate in Anthony Morse, il pivot proveniente da Imola dove nell’ultima stagione ha fatto sfracelli a livello di impatto offensivo (18 punti di media) e difensivo, che ricorda quel Dunston che lasciò la città ai piedi del Sacro Monte dopo aver lasciato senza fiato, ogni volta che calcava il parquet di Masnago, i tifosi biancorossi.
Un contorno che agirà a supporto delle due stelle del roster: quel Toney Douglas, non ancora ufficializzato ma in procinto di arrivare, che sbarcò a Varese lo scorso anno senza mai poter giocare causa coronavirus, ma che in due settimane mise subito in chiaro la caratura del suo status tecnico e che ora dovrà aspettare ancora qualche giorno per terminare la quarantena che lo relega a Londra, ed il campione dei campioni Luis Scola, il pirotecnico colpo di mercato che il GM Andrea Conti, Toto Bulgheroni e Mario Oioli hanno regalato a coach Caja, per una squadra che ha tutti i mezzi per riportare a Varese un trofeo che manca da anni e restituire entusiasmo e passione ad una città che vive di basket e che ultimamente ha dovuto farne troppo a meno. 

Alessandro Burin 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui