La costi-benefici non sbaglia mai. E in questo caso era davvero impietosa. Per Sandro Turotti la rinuncia all’ipotesi wild card playoff risponde ad una precisa analisi di merito. Il cui risultato non può essere in discussione: “Voglio ricordare che la Pro Patria non era ai playoff. Avrebbe dovuto sperare che la Juventus U23 vincesse la Coppa Italia per acquisire il diritto. Dipendere da altri è troppo aleatorio. Abbiamo fatto una valutazione attenta e deciso che quella di passare la mano fosse la scelta più ragionevole”.        

Se invece aveste avuto il posto garantito? Le cose sarebbero cambiate? 
“E’ evidente che la valutazione sarebbe stata completamente diversa. I playoff sono anche un premio per la stagione fatta. Come è stato l’anno scorso. Ma non vorrei che si dimenticasse che meno di un mese fa 60 medici sociali di Serie C hanno preso una posizione netta sul fatto che il protocollo sanitario fosse inapplicabile per la nostra categoria. Non possiamo pensare che sia tutto superato. Voglio essere chiaro: non è solo una questione economica. Vanno reperiti tamponi, test e assolte linee guida molto stringenti. Nel nostro caso, avremmo dovuto allenarci per 17 giorni con il rischio che un positivo ai test (anche solo asintomatico), costringesse alla quarantena del gruppo squadra e all’impossibilità di scendere in campo. Questo almeno fino a ieri quando il protocollo è stato ammorbidito. E poi c’è il tema dei contratti in scadenza. Ad oggi non ci sono certezze al riguardo. Tutti elementi che frenano una decisione positiva”.

Settimana scorsa parlando con Sean Parker, è emerso il suo invito a tenersi pronti…   
“Anche quando l’Assemblea di Lega Pro aveva votato per lo stop alla stagione, ho sempre invitato i ragazzi ad allenarsi con convinzione. Quando è emersa la possibilità di tornare in campo, ho spinto ad accentuare i ritmi. E’ un mio dovere. Poi da parte della squadra c’è sempre stata grande voglia di tornare in gruppo e di fare vita collegiale. Questa è una professione che va svolta con grande passione. I giocatori l’hanno dimostrato in queste settimane”.

La Serie C poteva trovare una chiusura più degna a questa stagione?                             
“La logica imponeva di chiudere tutto come era stato deciso dall’Assemblea. Ma è chiaro che non si potesse fare. A quel punto, qualunque soluzione avrebbe scontentato qualcuno. Basta dare un’occhiata al Rimini retrocesso in virtù di un principio che favorisce le vittorie rispetto ai risultati positivi. Tutto molto arbitrario. In queste settimane ho preferito non commentare. Per rispetto nei confronti di chi ha subito queste situazioni”.

Quanto all’algoritmo, la Pro Patria è passata dalla 13^ all’11^ posizione. Immagino abbia fatto piacere?
“In realtà, saremmo stati comunque 12’. Resta un piazzamento gratificante per i ragazzi. Abbiamo rispettato gli obiettivi stagionali. Ma ricordo che avremmo dovuto giocare altre 12 giornate e sarebbe stato bello guadagnarci il posto sul campo. Magari centrando direttamente i playoff. Come la stagione passata. Tornando all’algoritmo, ha creato situazioni particolari. Vedo che nel Girone B il Padova ha guadagnato una posizione ma dovrà giocare a differenza della FeralpiSalò che salterà il turno per il forfait del Modena. Nel nostro Girone c’è stata anche la penalizzazione del Siena a rimescolare le carte. Saranno playoff anomali, giocati tutti in gara secca. Potremmo vedere tante sorprese”.

Programma di ripartenza per il 2020/2021?
“Prematuro parlarne. Non conosciamo le regole, le date della nuova stagione. Insomma, mancano ancora troppi elementi. Si dice si possa ripartire nella seconda metà di settembre. Di solito si fissa il raduno 40 giorni prima. Ma quest’anno potranno anche essere 50/55 visto il lungo stop. Quindi, fate voi i conti. Di sicuro, posso darvi una notizia. A differenza degli altri anni, non andremo in ritiro con la squadra fatta”.

Ecco, la squadra. Sciolto il nodo dei tagli salariali?
“Abbiamo quasi tutti i giocatori sotto i 50 mila euro e dunque soggetti alla Cassa Integrazione. Non abbiamo dovuto affrontare quel problema”.

Rinnovi in vista?
“Lavorando in questo ambiente, mi sembra chiaro che un’idea di massima me la sono fatta. Ma non conosciamo la regola sull’utilizzo dei giovani. Neppure se verrà confermata, per la verità. Anche se è plausibile che lo sarà. Questo ovviamente inciderà nella costruzione della squadra. Visto che la nostra filosofia è focalizzata sui giovani. La Serie D sta andando in una certa direzione con i ’99 e forse anche con i ’98. Un risvolto che cambierà il mercato. E poi va aggiunto un particolare. Al momento abbiamo un allenatore in scadenza. Volendo costruire la squadra con il tecnico, bisognerà fare prima quel passaggio”. 

Dilemma Javorcic risolto entro un mese? 
“Mah, direi decisamente prima. Ci sentiamo spesso ma non ci siamo dati una scadenza. E’ una stagione completamente sfalsata. Come se fossimo ancora a maggio. Noi vorremmo continuare con lui. E penso che anche lui abbia voglia e stima per continuare con noi. Ma dobbiamo anche avere la correttezza di rispettare le ambizioni personali. E’ non è solo una questione di parametri economici. In queste settimane poi, sta concludendo il Master a Coverciano. E’ una decisione che va presa con calma”.

Quanto cambierà il calcio di C per effetto del Covid?
“Credo parecchio. A partire dal mercato e dai budget. Che vedranno una sensibile riduzione. A differenza di A e B, in Serie C non ci sono profitti e i presidenti ripianano le perdite. Se hanno difficoltà nelle loro aziende, il calcio ne subirà le conseguenze. Anche se registro che ci sono dei club che hanno problemi a pagare gli stipendi e poi partecipano ai playoff. L’unico dato acquisito è che la riforma della categoria verrà varata per il 2021/2022. Nessuna possibilità che avvenga prima. Quindi, quest’anno avremo ancora 3 gironi da 20 squadre. Al netto di chi non riuscirà ad iscriversi. Poi per defiscalizzazione e semiprofessionismo serviranno leggi dello stato. Questo vuol dire che la paventata C Elite sarà subordinata ad una riforma molto più ampia che il mondo del calcio non potrà fare da solo. Senza contare un’altra chiave di volta…”.

Quale?
“Se ci fossero ancora 4 promozioni in B ma altre 5/6 squadre per girone avessero poi accesso alla cosiddetta C Elite, questo cambierebbe completamente l’approccio alla stagione. Sarebbe un’opportunità in più. Anche per la Pro Patria. Tutte cose da mettere nel conto quando si costruisce una squadra“.     

Giovanni Castiglioni

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