Lo strano caso della cessione del Livorno Calcio. Strano perché dopo 21 anni Aldo Spinelli ha ceduto ad altri. Compreso però sé stesso. Nel senso che l’ex (ma non troppo) patron ha mantenuto il 10% delle quote societarie risultando socio rappresentante di Spininvest Srl, la finanziaria di famiglia. La circostanza non sarebbe poi così eccentrica se non fosse che (secondo quanto ricostruito ieri dal quotidiano Il Tirreno), nel nuovo board amaranto, il neo nominato presidente Rosettano Navarra (in foto a lato, ex numero uno di Frosinone, Fano, Vis Pesaro e Ferentino) non avrebbe la maggioranza neppure sommando alle proprie le quote spinelliane. Il pacchetto di controllo farebbe invece capo a Sicreacostruzioni Srl, società rappresentata in consiglio da Umberto Casella. Insomma, strano caso mica per niente visto che il double face sembra essere la cifra tipica del nuovo assetto. Attraverso una società bicefala le cui dinamiche paiono celate dietro la stessa riservatezza interposta da Banca Cerea (advisor e garante dell’operazione), durante le intense giornate di perfezionamento del passaggio di mano. 

Nel dettaglio, esattamente una settimana fa l’insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione (nella foto grande), con la nomina a presidente di Rosettano Navarra (socio rappresentante di Nh Investimenti), a vice presidente di Silvio Aimo (Tkm Srl), e a consiglieri di Enrico Casini, Guido Presta, Emiliano Nitti (sì, quell’Emiliano Nitti, l’ex presidente della Pro Patria nell’annus horribilis 2015/2016), Umberto Casella (Sicreacostruzioni Srl) e Mauro Ferretti (Lucentissima Srl). Ruolo di Direttore Generale spettante (sulla sirena) a Sergio Borgo. Questo (ridotto all’osso), il plot sul piano amministrativo. Se possibile, su quello tecnico, l’intreccio a doppia trama è ancora più evidente.
Tanto per tornare allo strano caso, per qualche giorno, infatti, ha operato da DS in pectore Raffaele Rubino (il Mr. Hyde della situazione). Le cui operazioni di mercato (chiuse ma non formalizzate) hanno previsto le cessioni di Di Gennaro alla Reggiana e di Gasbarro al Padova e le acquisizioni di Furlan e Mazzarani dal Catania, di Gemignani dalla Sambenedettese e di Bussaglia dal Cittadella. I 4 in entrata già al lavoro in gruppo da una decina di giorni in attesa del deposito dei rispettivi contratti.
Una volta tornato il DS designato Vittorio Cozzella (il Dr. Jekyll della vicenda), tutto (o quasi) è stato rimesso in discussione. Con entrate ed uscite in stand by e il tecnico Dal Canto a cui apporre l’asterisco: “Non l’avrei preso. Il mio preferito era un altro allenatore ma è stata fatta una scelta”.       

Della serie, si sono viste gestioni più lineari. Tanto per non andare lontano, quella della Pro Patria. Curiosamente, prossima (e prima) avversaria ufficiale nella Coppa Italia di mercoledì (ore 17, stadio “Armando Picchi”). Appuntamento a cui i biancoblu (seppure con una rosa ancora da ultimare) si affacciano dando l’impressione di essere già pronti. I labronici (così, su due piedi), ancora no. Ma attenzione agli abbagli. Inevitabili per un Livorno che (in fregola citazionista) sembra un rebus avvolto in un mistero che sta dentro un enigma.    

Giovanni Castiglioni

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