Il Città di Varese non va; il Vado sì. Al “Franco Ossola” i biancorossi sembrano essere tornati quelli visti contro il Pont Donnaz: timidi, senza troppa convinzione e decisamente sterili davanti. Cosa non ha funzionato? Sassarini non cerca troppi giri di parole: “Sugli episodi loro sono stati più cattivi di noi. Nel primo tempo abbiamo avuto un paio di occasioni davanti alla porta e non siamo riusciti a buttarla dentro; nel calcio questi errori si pagano e infatti abbiamo subìto due gol, il primo nato da un cross evitabile, il secondo da un calcio piazzato. Gli episodi sono importanti: oggi non siamo stati determinati e cattivi come domenica scorsa“.

Il Varese ricade dunque nello stesso errore visto più volte in questa prima parte di stagione e non riesce a far girare gli episodi a suo favore. Gli auspicabili passi in avanti sono invece stati fatti indietro e Sassarini prova a dare una spiegazione: “Abbiamo abbassato l’asticella pensando che oggi fosse la continuazione di domenica scorsa, ma il problema principale è stato non aver giocato da squadra. Ho a disposizione giocatori normali, che però possono eccellere se giocano collettivamente; se invece ognuno fa per sé emergono più che altro i limiti, non le qualità, e oggi abbiamo giocato molto individualmente peccando di cattiveria. In Serie D quando arrivi a due metri dalla porta devi fare gol e noi non l’abbiamo fatto”.

Capitolo infortuni. Le assenze ci sono e pesano, ma per Sassarini non devono costituire una giustificazione: “Giocare ogni tre giorni dopo così tanta inattività porta inevitabilmente ad avere tanti infortuni. Ogni domenica siamo qui a fare la conta delle assenze, ma dobbiamo imparare a conviverci e a non cercare alibi”.

Di conseguenza, si ritorna al problema più volte affrontato fin qui legato alle carenze a livello psicologico. “Sicuramente il discorso mentale pesa tanto per una squadra giovane come la nostra – ammette Sassarini – e infatti dopo il loro gol abbiamo sofferto tanto. Bisogna fare uno step in più in questo senso, ed è proprio quello che ho detto ai ragazzi perché dobbiamo dare di più a livello di determinazione“.

Alla luce di questa prestazione torneranno inevitabilmente le voci inerenti al futuro del mister, con una panchina forse traballante, ma Sassarini si dimostra tranquillo: “Io credo in questa squadra e in questo progetto: per formare un gruppo ci vuole tempo, e non dobbiamo dimenticare che il nostro percorso è stato rallentato da una situazione pesante legata al Covid19 perché sia tra i giocatori, e i loro genitori, sia tra lo staff abbiamo avuto parecchi casi con persone state davvero male. Purtroppo la crescita di questo gruppo non potrà essere lineare come quella che si avrebbe avuto nelle stagioni passate”.

E per quanto riguarda il mercato? Il Varese visto fin qui ha dimostrato di avere delle mancanze soprattutto a centrocampo, anche se Sassarini non si sbilancia e conclude con una dichiarazione neutra: “Ci siederemo al tavolo e valuteremo ogni situazione possibile“.

Se al Varese è mancata la determinazione, questo discorso non vale per il Vado. Sotto l’attenta guida dell’allenatore in seconda Cristiano Francomacaro (nella foto a destra), i liguri hanno condotto una gara semplice in cui non hanno sbagliato nulla. “Stiamo crescendo – esordisce Francomacaro – e provando nuove soluzioni. Gulli? Non mi piace parlare dei singoli, ma ha disputato una partita straordinaria: parliamo di un ragazzo cresciuto nel Genoa e che ha giocato al fianco di gente come Ghiglione e Mandragora. Ma come lui tutti sono stati fenomenali: nel calcio i risultati pesano e ci teniamo stretta questa vittoria che pesa tantissimo. Siamo stati bravi ad adattarci alla partita, senza mai perdere l’identità, e ci siamo meritati questi tre punti. Che effetto fa vincere a Varese? Sicuramente vincere al “Franco Ossola” è motivo d’orgoglio e ci spronerà a continuare su questa strada”.

Matteo Carraro

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