Sul campionato 2019/2020 di Promozione, così come tutti gli altri dei dilettanti, è calato il sipario e a giorni sono attesi i verdetti ufficiali da parte della Lega Nazionale Dilettanti e del CRL. Come sarà la ripartenza? Quali prospettive personali e societarie ci sono?
Lo abbiamo chiesto ad alcuni giocatori del girone A di Promozione.

Luca Comani, Gavirate: “Credo che almeno fino ad ottobre o novembre non si muoverà nulla. Non mi è mai capitato di stare fermo così tanto nella mia carriera e penso che la preparazione atletica alla ripresa dovrà essere sicuramente più lunga rispetto al solito. Non so se tutte le società potranno ripartire, soprattutto quelle che si basano sull’attività giovanile e i tornei estivi”.

Giordano Giglio, Uboldese: “Ad ottobre avrò 37 anni e farò sicuramente alcune valutazioni non tanto perchè non abbia più voglia di giocare, ma perchè dovrò fare un bilancio se con il lavoro, la famiglia e il mio impegno come responsabile dei portieri e allenatore dei portieri all’Aldini ne varrà ancora la pena anche sotto il profilo economico. Purtroppo il Coronavirus sta causando vari problemi finanziari in generale e, naturalmente, anche tra le società di calcio che, per altro, secondo me già da qualche anno non navigavano in ottime acque. Dovrò considerare alcuni aspetti personali, dunque, ma l’amore per il calcio non è in discussione”.

Mattia Ghizzi, Morazzone: “Con le regole attuali è dura ripartire a giocare a calcio. Speriamo che la situazione possa migliorare e che da agosto, dunque, si possa tornare alla normalità. Nel frattempo a Morazzello contiamo di vederci tutti, sempre nel rispetto delle norme vigenti. Stimo molto Marco Dallo che ha avuto coraggio a far ripartire subito l’attività; è un’ottima iniziativa per noi e anche per il nostro settore giovanile”.

Alessio Nardone, Cas Sacconago: “Il calcio mi manca tanto e penso che a poco a poco ripartirà tutto e anche il calcio dovrà farlo. Stare senza non è facile e non vedo l’ora di ritrovare sul campo avversari/amici che questo magnifico sport mi ha fatto incontrare”.

Matteo Angelucci, Besnatese: “Spero che in autunno si possa ripartire in totale sicurezza e che si possa riprendere così come ci eravamo lasciati. Quanto a me, mi auguro che la Besnatese, nonostante l’assenza dei tornei estivi, possa allestire una squadra competitiva come quella che avevamo quest’anno e con la quale mi sono divertito molto. Eravamo un bel gruppo e rimarrei volentieri”.

Matteo La Iacona: “Ripartire con le norme attuali è decisamente complicato se non impossibile. Dobbiamo avere pazienza e ricominciare in sicurezza. La voglia sarebbe tanta anche perchè nessuno di noi prima d’ora è mai rimasto fermo così tanti mesi; nemmeno d’estate lo stop è così lungo, ma siamo di fronte a qualcosa di grosso, impensabile e surreale”.

Tino Shala, Union Villa Cassano: “Non so come sarà il futuro del calcio, è davvero un grande punto interrogativo. La salute viene prima di tutto, poi viene il lavoro e poi il calcio. Le priorità sono queste e non so che cosa ci riserveranno i prossimi mesi”.

Filippo Teseo, Gavirate: “Ho tanta voglia di ricominciare appena sarà possibile, ma non so se ci saranno davvero i presupposti per riprendere, viste le regole ferree da seguire; se rimarranno quelle attuali, non so quante società, infatti, potranno permettersele. Ciò che mi preme è riprendere prima o poi a giocare a calcio”.

Antonio Ippolito, Gorla Maggiore: “Il calcio mi scorre nelle vene come se fossi un bambino e in questo periodo mi è mancato tanto, ma il futuro è tutto un grande punto di domanda. Questa emergenza lascerà conseguenze sociali ed economiche ai club e alcune realtà potrebbero sparire o fondersi con altre per far fronte alla crisi. Spero che il calcio possa ripartire ed essere come è sempre stato, ma temo che il Coronavirus sia purtroppo uno spartiacque non indifferente. Temo che il calcio non sarà più così bello come lo è stato finora e che lo scenario potrà cambiare. Vedremo nei prossimi mesi come andranno le cose dal punto di vista sanitario ed economico; da questo dipenderà il futuro del calcio in generale e anche quello nostro dei dilettanti”.

Matteo Martignoni, Morazzone: “Sono ottimista di natura e sono sicuro che Marco Dallo e il Morazzone riusciranno a gestire al meglio la ripresa dell’attività a Morazzello. Al momento, il calcio che si può giocare non è più lo stesso di qualche mese fa perchè ci sono tante limitazioni e norme da rispettare e penso che ci porteremo dietro un po’ di timore psicologico anche nel prossimo futuro. Il calcio mi manca e mi auguro di trovarci tutti di nuovo ai blocchi di partenza a settembre/ottobre. Vorrei fare i complimenti per la straordinaria stagione del Gavirate che si merita la promozione in Eccellenza. In particolare, voglio congratularmi con mister Crippa, mio allenatore alla Sestese dai 16 ai 20 anni; è stato lui che ha creduto in me e mi ha lanciato e gliene sono grato”.

Andrea Martucci, Uboldese: “Il calcio sarà diverso da quello al quale siamo sempre stati abituati. La cosa più bella è festeggiare un gol abbracciandosi, ma non so se e quando potremo rifarlo e con che regole potremo riprendere a giocare. Le società risentiranno economicamente di questo stop e chissà se avranno ancora la possibilità di allestire rose competitive. Il Coronavirus avrà di certo molti strascichi nello sport e nel calcio. Detto questo, voglio fare i complimenti al Gavirate per l’ottima stagione e, in particolare, al mio amico Tartaglione che anche in rossoblù ha dimostrato di essere un vero bomber”.

William Heinzl, Cas Sacconago: “C’era tanta voglia di finire il campionato e potevamo essere una squadra che poteva da dire la sua fino alla fine. Il futuro? Di dubbi ce ne sono tanti e mi chiedo come possiamo noi dilettanti di Promozione poter seguire tutte le regole che si sentono. Fosse per me inizierei ad agosto, ma non so come si deciderà dall’alto. Mi piacerebbe rimanere al Cas, siamo un bel gruppo e una famiglia e se mi vogliono tenere io ci sono”.

Alessandro Caputo, Besnatese: “Per quanto il calcio sia il mio sport preferito e abbia sentito la mancanza, penso che sia più importante regolamentare altre situazioni rispetto al calcio. Sono fiducioso però che da settembre si possa tornare alla normalità e ritengo che si ricomincerà a giocare più per passione che per soldi; questo può essere uno svantaggio perchè molti ragionano in termini economici e il calcio, del resto, è una potente economia. Spero che i cambiamenti non stravolgano troppo il gioco”.

Laura Paganini

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