La stagione 2019/2020 si è bruscamente interrotta e a giorni sono attesi i verdetti ufficiali da parte della Lega Nazionale Dilettanti e del CRL. Che cosa è rimasto di una stagione chiusa anticipatamente dall’emergenza Covid-19? Qual è stata la parata più bella e importante del campionato? Lo abbiamo chiesto ad alcuni portieri del girone A di Promozione.

Filippo Teseo, Gavirate: “Per quanto mi riguarda, mi vengono in mente due parate in particolare. La prima è stata a Gorla Maggiore quando eravamo sullo 0-0: dopo una serie di dribbling, l’attaccante avversario si è trovato in area di rigore e, in situazione di uno contro uno con me, sono riuscito a sbarrargli la strada sulla mia destra e a deviare la sua conclusione in angolo. Se questa è stato forse il gesto tecnico più bello, quella più importante è stata a Besnate sull’1-0 per il Gavirate e durante il forcing finale della squadra di casa. Su un sinistro a giro sul secondo palo, mi sono allungato e l’ho tolta dallo specchio e pochi minuti dopo abbiamo legittimato la vittoria segnando il 2-0 definitivo”.

William Heinzl, Cas Sacconago: “Ricordo la parata in casa del Vighignolo. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, un avversario ha fatto partire un tiro da fuori indirizzato al sette. Sono riuscito ad andarlo a prendere e a smanacciare la palla in calcio d’angolo”.

Alessandro Caputo, Besnatese: “Ho fatto tre parate belle e importanti nel match d’andata contro l’Universal Solaro. Eravamo in un momento di difficoltà, eravamo molto bassi e ci stavano un po’ schiacciando. Ad un certo punto un avversario scaglia un tiro molto forte che colpisce la traversa, la palla arriva ad un altro giocatore del Solaro che, di testa, la indirizza verso l’angolo opposto rispetto al quale ero io. Con un guizzo ci sono arrivato e ho evitato un gol che sembrava fatto”.

Rodolfo Rossi, Olimpia: “Credo che la parata più bella della mia stagione sia stata quella che ho fatto nella gara contro il Cas, poi vinta da noi per 2-1. Eravamo sull’1-1 e sul finale di primo tempo, durante una fase di gioco molto concitata, un mio avversario ha tirato forte da fuori area. Ho visto la palla all’ultimo ma sono riuscita a deviarla sulla traversa con la mano di richiamo evitando il gol”.

Francesco Novello, Gorla Maggiore: “La parata che mi ricordo più nitidamente è stata quella che ci ha permesso di uscire dal campo del Vittuone con un buon punto, frutto del 2-2 al fischio finale. Era l’ultima giornata del girone d’andata e, su un calcio d’angolo a tre minuti dalla fine, un avversario ha inzuccato molto bene da distanza ravvicinata, ma io sono riuscito a smanacciare e ad allungare la traiettoria in calcio d’angolo. Probabilmente ho salvato il risultato e ne sono contento”.

Matteo Martignoni, Morazzone: “La parata più bella risale alla quarta giornata, durante la gara contro il Vighignolo: venivamo da tre partite senza vittoria, in cui avevamo collezionato un pareggio e due ko e, dunque, avevamo bisogno di punti. Ghizzi in pieno recupero ha segnato il gol del nostro vantaggio e l’azione immediatamente successiva il Vighignolo si è avvicinato pericolosamente nella nostra area di rigore e ha conquistato una punizione insidiosa. Un avversario la batte e io esco in presa alta e sicura facendo mia la sfera. In quel momento l’arbitro ha fischiato la fine e ha decretato, quindi, la nostra prima vittoria della stagione. E’ stata una liberazione di gruppo e una bella soddisfazione personale”.

Giordano Giglio, Uboldese: “Nei primi sette match di campionato ho parato quattro dei cinque rigori che ci sono stati fischiati contro. Parare i rigori è sempre molto difficile, non sarà spettacolare, ma è come fare un gol in rovesciata per un attaccante. Contro il Cas ho detto di no a Berton dopo 2′ di partita; contro il Morazzone all’andata ho fatto altrettanto con Ghizzi quando stavamo vincendo 1-0; a Cassano Magnago contro l’Union Villa Cassano è finita 0-0 e ho sbarrato la strada a Qosaj, mentre contro l’Olimpia, che poi ha vinto 2-1, ho parato il rigore a La Iacona sull’1-0 per noi. Mi sono tolto qualche soddisfazione, insomma!”.

Laura Paganini

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