Gina: Ciao Pina!
Pina: Noooooo, la Gina! Ma come stai?
Gina: ma sì, bene dai. In questo brutto periodo avevo proprio voglia di sentire una voce amica
Pina: hai fatto bene Gina. Mi fai un gran regalo. Ma da quanto tempo è che non ci sentiamo?
Gina: te lo dico io Pina: l’ultima volta qui su Varese Sport: 1 gennaio 2015. Si parlava del Pozz, di Frates e del Bettinelli, chiudendo con l’auspicio che prima di lamentarsi tutti facessero il proprio meglio in ogni campo.
Pina: beh a distanza di cinque anni e in un momento così balordo di gente che sta dando l’anima per gli altri, ce n’è eccome! Due categorie su tutte: infermieri e medici!
Gina: hai ragione Pina e hai fatto bene a metterli in ordine crescente di stipendio. Ancora una volta nella difficoltà e tra tanti idioti, a far la differenza sono le persone che nonostante tutto nel nostro bel Paese non mancano.
Pina: idioti, un bel tema. Ma quanti ce n’è in giro!
Gina: in giro come in casa sono sempre un bel po’. Troppo un bel po’!
Pina: scusa se lo dico ma, che due balle anche con sto “andrà tutto bene!”. Qui c’è gente che muore, c’è gente che si sta consumando per assistere e curare tra mille difficoltà e mancanze, le pagine di necrologi fanno notizia anche in America e il contagio non si ferma…
Gina: da qualche parte ho letto una cosa che ho pensato anch’io, sto “andrà tutto bene” somiglia al “vieni qui che non ti faccio niente” della mia mamma… con in mano il mattarello…
Pina: senti Gina, il tuo Cecco come sta?
Gina: starà come il tuo Beppe: letto, poltrona, poltrona, letto, con la televisione che ha preso il posto della partita a scopa al bar, di bocce al circolo e dei due passi in centro o al Sacro Monte. Uè ma anche Cecco&Beppe non scrivono niente da un bel po’!
Pina: ha voglia il Michele Marocco a stimolarli…
Gina: beh però anche noi due ci siamo perse
Pina: ma non vorrai paragonare il nostro lavoro quotidiano con quello dei nostri mariti! Cambiamo argomento va.
Gina: noi una volta parlavamo di sport
Pina: eh, una volta. Delle due cattedrali di Masnago ai piedi del Campo dei Fiori e del Sacro Monte lo stadio è ormai un monumento come quelli al cimitero dei defunti post prima guerra mondiale mentre il palazzetto si rifà il trucco sempre più spesso ma la sostanza nel tempo è rimasta quella del tracciato cardiaco di un paziente grave che costa un botto.
Gina: beh dai ti ritrovo bella positiva!
Pina: bella positiva in questo periodo è meglio non dirlo. Perchè, sbaglio qualcosa? Il calcio professionistica Varese l’hanno azzannato, calpestato e lasciato morire per cause e colpe chiare, innaffiate di ignoranza, ipocrisia e inadeguatezza.Proprio ieri il Varese avrebbe compiuto 110 anni. La pallacanestro si porta in dote da tempo il suo fantomatico debito raccattando ogni anno milioni di euro che versa in gran parte nelle tasche di atleti legati a Varese solo per contratto, magari non ricco di zeri come da altre parti ma di garanzie per garantirsi i bonifici mensili certamente si.
Gina: stai dicendo soldi buttati?
Pina: ma no! Ognuno i suoi soldi li può spendere come vuole Gina, ci mancherebbe. Sto solo dicendo che il ritorno per la nostra Varese è pari a zero. Dimmi il livello di collaborazione tra la Pallacanestro Varese e le società del territorio? Fermo restando che a livello nazionale la Pallacanestro Varese resta certamente l’isola più stabile e felice.
Gina: oh Pina stai picchiando giù duro perchè hai, abbiamo vissuto la leggendaria cavalcata Ignis ma i tempi cambiano e…
Pina: scusa ma ti fermo. Premesso che io non sono tra quelli che, sportivamente parlando, incensa il sciur Borghi in toto e a prescindere, che il tempo passa me lo dicono tutti i giorni da una vita anche le mie ginocchia, il mio fiato e la mia vista, almeno tra noi evitiamo di raccontarci balle su quello che è stato ed è diventato lo sport di Varese e per Varese. Va bene che c’è ancora qualcuno che incolpa il povero Agnolin della mancata promozione in serie A del Varese di Fascetti… Una volta si parlava molto meno, si faceva come si poteva ma molto di più e non si infilavano come oggi le parole “sport” e “valori” anche nella velina del gorgonzola per raccattare da Enti e Fondazioni soldi che sul marciapiede non arrivano praticamente mai se non per eventi una tantum e senza un domani. Piuttosto, mi viene il magone perchè quest’anno a Pasqua non potrò abbracciare la Miriam. A causa del virus salta il suo memorial Garbosi, nel cuore di tanti grazie all’impegno di pochi.
Gina: il tempo passa ma la Pina che amo tiene botta alla grande. Ma dici che se mandiamo sta roba al Marocco e al Pizzullo ce la pubblicano?
Pina: perchè abbiamo offeso qualcuno?
Gina: penso di no ma dai, finiamo con qualcosa di posit… ops, di bello. Ad esempio, non abbiamo neanche sfiorato lo sport disabili.
Pina: il tempo dello sport normo e per disabili è finito. Ormai, per fortuna lo sport è per tutti. Fusione benefica, anche se ha incluso di più i guasti cronici dei normo e meno lo spirito nella genesi dello sport disabili. Di bello, anche in questo momento tragico, è che un sacco di brava gente, impegnata, appassionata, per niente rassegnata, sta riflettendo tanto ed è determinata ad essere migliore quando si ricomincerà, non da zero ma dal tanto che ognuno di noi ha di suo e dell’altrettanto che può donare agli altri.
Gina: ciao Pina, è stato bello risentirti.
Pina: ciao Gina, anche per me. Chissà se leggendoci anche ai nostri Cecco&Beppe tornerà la voglia di ritrovarsi.
Gina: son grandi, vecchi abbastanza. Basìn Pina
Pina: basìn Gina

Gina&Pina