LR Vicenza-Pro Patria @sportvicentino

Alibi no. Inca…volatura invece sì. Perché quando una qualificazione si gioca sul filo, l’equilibrio è spesso (facciamo pure sempre), spezzato dai dettagli. Non tutti necessariamente di matrice tecnica. Analisi che dopo il 3-2 all’overtime con il Vicenza, Ivan Javorcic non si esime dal rimarcare: “E’ stato evidente. Gli episodi hanno fatto la differenza. Non vogliamo scuse, li accettiamo, ma il match certamente sarebbe potuto andare diversamente se fosse stato assegnato un rigore nettissimo su Galli. A maggior ragione, bravi ad assorbire tutto ciò che la partita ci ha messo di fronte. Abbiamo creato occasioni, rischiato poco e provato”.
Il sottinteso è riferito all’arbitro Ayroldi di Molfetta, neopromosso nella CAN di Serie A ma decisamente rimandato dopo la disomogenea direzione del “Menti”. Lo spalatino guarda oltre: “Una bellissima partita fatta dalla squadra. Nei 90 minuti meritavamo sicuramente di più. Voglio fare i complimenti a tutti i ragazzi per aver giocato alla pari contro una squadra di categoria superiore. Abbiamo messo in campo anche tanti giovani, in linea con il nostro percorso di crescita. Sono molto contento del gruppo e voglio menzionare Saporetti, Gatti, Latte Lath, Pizzul ai quali aggiungo anche il giovanissimo Ferri. Tutti entrati subito in sintonia con il nostro modo di essere e di stare in campo”.
Il tributo da riconoscere alla Coppa Italia rischia di essere pagato in infermeria: “Questi 120 minuti ci hanno dato davvero tanto e ci hanno tolto anche parecchie energie. Dopo Brignoli, ora anche Ghioldi e Molinari sono ai box e speriamo non sia nulla di grave. Abbiamo diversi giocatori da valutare dopo una settimana molto intensa. Fondamentale nelle prossime ore recuperare bene le forze e ritrovare subito brillantezza”.

Giulio Mangano

Tre gol subiti e tra i migliori in campo? Perché no. Nel caso di Giulio Mangano il paradosso è solo statistico: “Ci abbiamo creduto dall’inizio alla fine. Siamo sempre stati in partita. Gli episodi hanno chiaramente condizionato il match, ma aver disputato una partita così, contro un avversario di tale portata, rafforza ulteriormente la convinzione del gruppo. Ci sentiamo tutti coinvolti. Normale, logico e giusto che ci siano delle gerarchie in una squadra. La nostra forza è quella di ragionare in funzione del gruppo, rimanere sempre concentrati e pronti a dare un contributo importante. Stasera ne abbiamo dato dimostrazione lampante, anche gli infortuni non ci condizionano. Ci siamo, mentalmente e fisicamente”.
Rispetto alla staffetta tra i pali, lo spirito di squadra (o la diplomazia?) prevale sulla rivalità personale: “Il ruolo del portiere è delicato. Ci giochiamo il posto io e Stefano (Greco). Ci conosciamo da anni, dai tempi in cui facevamo gli Stage con le Nazionali Giovanili. Abbiamo un rapporto, sincero, trasparente, corretto. Ci aiutiamo a vicenda e tifiamo l’uno per l’altro. Certo, è normale che entrambi vorremmo sempre essere titolari”.      

Sul fronte berico, Mimmo Di Carlo si tiene sulle generiche: “A tratti la gara è stata un po’ troppo lenta, loro si difendevano bassi, erano sempre compatti e non era facile sfondare un muro di dieci giocatori. Oggi giocavamo con undici titolari diversi e con tre giovani che si allenano con noi da un mese e mezzo che hanno fatto bene, le scelte di sabato saranno in funzione di chi starà meglio. Tutti hanno corso e lottato, meritandosi di affrontare l’Udinese”.

Giovanni Castiglioni

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