A fornire titolo e sommario ci ha pensato direttamente Javorcic a vittoria incassata: “Abbiamo fatto una partita completa. Nella qualità e nella sofferenza“. Cioè, la qualità (superiore) del piano partita biancoblu e la sofferenza di un finale isterico in cui il Lecco ha lambito più volte il pari. Lati opposti di una stessa medaglia. Paradossalmente coerenti. Perché identificativi di una condizione (quella della Pro Patria) in cui solo attraverso idee e temperamento si possono mettere sotto organici più ricchi (sul piano tecnico ed economico) come quello bluceleste.
Il 2-1 di domenica è maturato così. Un risultato che non fa una grinza e che rimette in bolla i tigrotti dopo il singolo punto raccolto nelle precedenti 3 gare casalinghe. Botta di autostima verso un’altra sfida dall’alto contenuto extra calcistico. Quella di domenica con la rivale storica Novara (ore 15, stadio “Piola”). Che, nel frattempo, ha congedato Marcolini e richiamato Banchieri. Nel consueto ravvedimento operoso della panca.

Lecco di spine. Dieci vittorie consecutive (undici con la Coppa Italia). Ormai sulle sfide tra Pro Patria e Lecco non si accettano più scommesse. L’ironia della sorte è che gli incroci sono stati (quasi) sempre equilibrati (8 successi con un solo gol di scarto). Appuntamento al 3 aprile al “Rigamonti Ceppi”.      

Latte degli dei. Palla recuperata, sgasata, e destro pittorico a freddare Pissardo. Per Emmanuel Latte Lath il gol è anche una questione estetica. Struggente bellezza premiata anche dagli spettatori di Rai Sport come rete più bella della 15^ del Girone A.      

Busto, abbiamo un problema. Con Ghioldi fuori per la stagione e Brignoli in ormai proverbiale pit stop, la coperta a centrocampo è parecchio corta. Lo si è capito nell’ultimo quarto d’ora di domenica quando il Lecco ha sfiorato la rimonta in virtù di cambi e fiato conseguente. Meglio affrontare l’argomento dopo una vittoria. E a poche settimane da una finestra di mercato in cui Turotti potrebbe valutare interventi che a gennaio (generalmente), non fanno parte delle specialità della casa. 

Santa Lucia. Il gol di Mastroianni era con ogni probabilità regolare. Circostanza che giustifica il malumore lecchese nella sostanza. Magari non nella forma. La segnalazione provvidenziale (per la Pro Patria) è farina del sacco di Lucia Abruzzese di Foggia. Assistente che (giusto il 13 dicembre), ha sottratto al maddalonese il più scontato dei gol dell’ex.    

Amici mai. Sarà stata la zona gialla. Sta di fatto che domenica la tribuna dello “Speroni” non sembrava esattamente in modalità porte chiuse. Nulla di male. Se non fosse per lo spettacolo davvero di piccolo livello fornito da una quota bipartisan di partecipanti all’assembramento (verbale). Diversivo che ha sommato pepe ad una sfida che ne aveva già parecchio di suo. Onestamente, se ne poteva fare a meno.       

Banchieri, oggi, domani. E’ durata 7 partite (con 4 punti), l’esperienza di Michele Marcolini sulla panchina del Novara. Da ieri, richiamato Simone Banchieri con il suo vice il varesotto Mavillo Gheller, titolare di 13 dei 17 punti in classifica dei piemontesi. Una svolta fortemente dal patron Maurizio Rullo da testare domenica proprio contro la Pro Patria.              

Così lontano così Ticino. Derby in senso lato se non in senso stretto, la sfida con il Novara ha trascorsi di livello assoluto (14 precedenti in A con 5 successi per parte e 4 pareggi). Certamente uno degli incroci più giocati della storia tigrotta: 87 sfide (90 se sommiamo il Meneghetti Marucco del ’44 e il Trofeo Benefico Lombardo del ’45). Mettendo nel conto anche l’omerico playoff del 2002, ovviamente. In totale fanno 27 vittorie biancoblu, 30 pareggi e 30 successi piemontesi (6/15/22 a Novara). La stagione passata, vittoria azzurra allo “Speroni” (1-2, Bortolussi, Le Noci, Buzzegoli l’8 dicembre) e ritorno oltre Ticino saltato causa Covid.  

Giovanni Castiglioni

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