Ennesima mattinata di riflessioni, pensieri e da oggi anche un po’ di paure in casa Openjobmetis dopo la batosta subita in casa nella gara contro la UNAHOTELS Reggio Emilia, persa per 76-89. Un match che ha rimesso a nudo tutti i problemi della squadra biancorossa in un solo quarto, il terzo, che la truppa di coach Bulleri chiude con soli 8 punti fatti e 24 subiti, di fatto alzando bandiera bianca contro gli emiliani.
E’ stata una gara che Varese ha approcciato bene, riuscendo a battere colpo su colpo a Reggio Emilia, arrivando all’intervallo in vantaggio sul 35-33 ma poi sfaldandosi come neve al sole nel terzo quarto.

I problemi di questa squadra sono molteplici e purtroppo sempre ripetitivi: da una media al tiro dalla lunga distanza che continua a toccare numeri disastrosi per una squadra di Serie A, ieri sera 8/32, ad un’applicazione difensiva che non c’è e gli ennesimi 90 punti subiti ne sono la prova.
La lotta sotto il ferro è retta principalmente da Strautins e De Vico che battagliano e lottano senza mollare mai in supporto a Scola che da solo a 40 anni non può fisiologicamente reggere tutta la gara sorreggendo sia offensivamente che difensivamente la squadra.

Problemi strutturali che si sommano ad un gruppo che ha perso completamente quello spirito battagliero ed aggressivo degli scorsi anni, incapace di reagire ai momenti di difficoltà durante le partite e che si fa trascinare come fosse un ramo in balia della corrente.
La Openjobmetis oggi è una squadra ad immagine e somiglianza dei suoi due playmaker, incapaci di dare idee, linfa ed intensità al gioco. Nella gara di ieri sono stati surclassati senza se e senza ma dal play reggiano, Brandon Taylor, autore di 28 punti, il suo massimo stagionale, mentre Ruzzier e De Nicolao, insieme, di punti ne hanno confezionati solo 2 e prodotti in termini di assist ben pochi.
In particolare il play triestino continua a viaggiare nel suo lungo tunnel buio di prestazioni dal quale non riesce ad uscire. Oltre ad una scarsissima vena realizzativa, aggiunge un serie di palle perse e passaggi senza senso sui piedi di compagni come Scola o Morse che sono la rappresentazione più lampante del suo momento no che ormai dura da inizio stagione.
E’ chiaro che se una squadra tecnicamente non eccelsa, non può contare su un asse base come quello play – pivot di degno livello, i problemi iniziano ad essere molti e non finiscono qui.

Douglas è tornato per una sera sui livelli di un mese fa e da trascinatore e hombre del partido di Trento, si è rimesso il vestito da fantasma, abulico e poco incisivo, concludendo la gara con miseri 6 punti ed un 2/10 al tiro che grida vendetta. Andersson continua ad essere l’ombra di se stesso in campo e questo accorcia ancora di più le rotazioni di una squadra che appare incapace di trovare il bandolo della matassa per uscire da un’empasse di gioco e risultati preoccupante.

Se si guarda la classifica le paure aumentano ancora di più, con tre squadre dietro la Openjobmetis, ferma a 6 punti, Trieste, con 4 gare da recuperare e a soli due punti dai biancorossi, Cantù e la Fortitudo Bologna, con una gara in meno ed anche esse ferme a 4 punti.
Le note positive di questa debacle sono spinte dal vento dal nord, con Strautins e Jakovics, finalmente tornato sui livelli dello scorso anno, a reggere la baracca con rispettivamente 21 e 18 punti, oltre al solito Scola che però in difesa soffre come non mai, supportato da De Vico sotto canestro, autore di 7 rimbalzi ma ancora molto freddo dall’arco, come normale che sia dopo due mesi di lungo stop.
Una situazione a cui Bulleri deve riuscire a dare una sferzata decisa e definitiva questa volta, con un mese di dicembre importantissimo iniziato nel peggiore dei modi e da raddrizzare a partire già dalla trasferta di settimana prossima in casa dei campioni d’Italia di Venezia, reduci dalla sconfitta contro Brescia, per non far sì che questo Natale sia più triste di quanto già il covid non lo renderà.

Alessandro Burin

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