frenz langhe85 sono i chilometri che mi dividono dal cuore del tifo bustocco, ma soprattutto dall’affetto che nutro per tantissime persone di Busto Arsizio. Era un torrido giugno del 2011 quando seppi che mio nipote era stato ceduto dalla Caratese alla Pro. Da allora il nome Pro Patria innescò in me una serie di pensieri a catena che mi sprigionarono ogni tipo di emozione. La Pro Patria squadra di calcio preferita da mio suocero che nel lontano 1947/48 tra le sue file schierava un certo Lorenzo Colpo nato a due isolati da casa mia… la storia si ripete e per me nel migliore dei modi direi, dopo quanto successo nei due anni a seguire, purtroppo per alcuni già passati in archivio o mai accettati come qualcosa di estremamente grande e forse irripetibile…“.
Parole semplici, di cuore. Come semplice e di cuore era Francesco Bonfanti. Crudele imperfetto dettato dalla sua improvvisa scomparsa avvenuta ieri all’età di 64 anni. Quegli 85 chilometri citati in un articolo de Il Tigrottino (periodico del Pro Patria Clubs per cui aveva collaborato con coinvolgente entusiasmo) sono quelli che separano la sua Crespi d’Adda (villaggio operaio voluto dal bustocco Cristoforo Benigno Crespi) da Busto Arsizio. Distanza coperta decine di volte per seguire la squadra allo “Speroni”. Soprattutto, per stare in compagnia di quella che considerava una famiglia adottiva. Perché le radici sono importanti. Anche quelle non di sangue. E vanno coltivate.

Come quella volta che (per contrappasso) aveva voluto che fosse ricambiata la visita in una luminosa domenica di giugno. Sapendo trovare nella Pro Patria il link che legava Busto a Crespi. Con la foto di gruppo sul pasché del clone di Santa Maria a fissarne la memoria. Neanche fosse una gita scolastica.

Alla famiglia di Francesco le condoglianze della redazione di Varesesport. E le mie personali. Perché mi voleva bene. E gliene volevo anch’io.

Giovanni Castiglioni