Francesco Luoni, difensore classe ’88, arriva a Legnano per portare la sua qualità e la sua esperienza, per aiutare i lilla a tagliare quel traguardo che, anche causa Covid-19, la scorsa stagione è stato solo sfiorato. “Sono qui soprattutto per la famiglia Munafò – spiega Luoni – perché è una famiglia storica di Legnano e già questo dà sicurezza. Questa è una piazza importante, con una tifoseria di livello; e in più avevo già lavorato con il ds Cera. Sono molto motivato”.

Hai giocato per Varese e Como, e ora giocherai per il Legnano; tre tifoserie decisamente calde e tra loro rivali. Quali sono i tuoi rapporti con i tifosi?
“So di aver giocato per piazze decisamente calde, ma personalmente non ho mai avuto alcun problema con nessuna tifoseria. Quando entro in campo do il massimo, e questo un tifoso lo apprezza; ora sono un giocatore del Legnano e darò tutto per i lilla”.

Avevi altre offerti? Magari dal Città di Varese…?
“Le offerte non mancavano, anche se fino a questo momento non si era concretizzato nulla. Ancora prima della nascita ufficiale del Città di Varese avevo sentito Andrea Scandola, ma si era trattato di un puorparler, una telefonata personale dato che ci conosciamo e i rapporti tra noi sono buoni. Nel momento in cui è arrivata la chiamata del Legnano non ho avuto dubbi”.

A proposito di Varese, che ricordi hai delle tue esperienze in biancorosso?
“Sono state sicuramente stagioni emozionati perché, essendo di Varese, giocarci è stato un sogno che si è avverato. Sono cresciuto nel settore giovanile, sono arrivato in Prima Squadra in Serie B e sono diventato anche capitano; per me è stato davvero un onore”.

Come ti sembra questo nuovo corso targato Città di Varese?
“Come ho detto prima conosco Andrea Scandola che è una persona estremamente competente, e sono sicuro che anche gli altri lo siano. La nuova dirigenza sembra promettente, e penso che abbiano intrapreso la strada giusta”.

A 32 anni qual è il bilancio della tua carriera? Hai dei pentimenti?
“No, assolutamente. Tutte le scelte che ho fatto andavano fatte e non sono uno che vive di rimpianti. Fare il calciatore è sempre stata la mia passione e sono riuscito a realizzare il mio sogno, per cui sono felice di come siano andate le cose. E ho ancora dagli anni, spero tanti, davanti a me prima di dire basta”.

Cosa ritieni di poter dare ancora a livello di campo, ma soprattutto a livello di spogliatoio?
“Spero di portare la mia esperienza e la mia positività a questo nuovo gruppo, insieme alla solita voglia di lavorare che è alla base di tutto. Mi auguro di essere un punto di riferimento per tutti i miei nuovi compagni, per quanto sia ovvio che non si può sempre piacere a tutti, e soprattutto confido nel fatto che la prossima stagione sarà ricca di soddisfazioni”.

Parlando di spogliatoio, nella tua ultima stagione al Seregno avevi come compagno di squadra Gazo, un calciatore che sicuramente conosci bene visto il vostro passato comune anche in biancorosso e un certo Lecco-Pro Patria 1-3. Gazo ha parlato di te come un fratello, per cui cosa ne pensi tu di lui e come sarà affrontarlo nuovamente da avversario? 
“Condivido quanto detto da lui, perché abbiamo un rapporto straordinario e anche io lo reputo come un fratello. Quella partita ha fatto in qualche modo la storia: per noi era fondamentale vincere in modo da ripartire alla grande per il girone di ritorno, ma al termine dei 90 minuti la vittoria è andata a loro. Ci sono state tante espulsioni ed episodi che sono andati un po’ oltre… ma si sa che quel che succede in campo resta in campo; io e Gazo abbiamo cercato comunque di fare il possibile per tener tutti tranquilli. Forse non ci siamo riusciti al 100% (ride, ndr)”.

Non sono ancora cominciati i ritiri, per cui è presto per parlarne, ma che campionato ti aspetti post-Coronavirus?
“Mi aspetto un campionato strano, diverso, perché questo periodo di inattività può aver influito sulle condizioni fisiche di molti. Sarà importante vedere come si presenteranno le varie squadre ai nastri di partenza, e capire chi, tra i giocatori, ha lavorato meglio a livello individuale durante il lockdown. Bisognerà valutare un insieme di cose, senza dimenticare che molte squadre hanno cambiato tanto; sarà dura per tutti, ma è innegabile che la voglia di ripartire sia tanta”.

Hai già pensato a un futuro dopo il calcio giocato?
“Sinceramente no, per quanto sono certo che mi piacerebbe rimanere nell’ambito calcistico. Il calcio è stata la mia prima passione ed è diventato il mio lavoro, per cui vorrei continuare in questo mondo, anche se non mi sono mai fermato a pensare in quale ruolo. Per ora resto concentrato sul campo e sulla prossima stagione”.

L’obiettivo del Legnano e di Luoni?
“Il mio obiettivo è lo stesso della società e dei tifosi, ovvero ripetere il grande campionato della scorsa stagione cercando di fare ancora meglio. Personalmente, come ho già detto, spero di dare il mio contributo sotto ogni punto di vista”.

Matteo Carraro

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