È una posizione netta, fortissima e quanto mai legittima quella assunta dal Presidente della Lega Basket Umberto Gandini, il quale ha deciso di non restare in silenzio di fronte all’immobilismo che circonda il mondo del basket, da parte delle istituzioni. 
A metà luglio non ci sono ancora indicazioni su come è quando le squadre potranno riprendere gli allenamenti, non ci sono indicazioni su se e come i tifosi potranno accedere ai palazzetti già a partire dalla Supercoppa di fine agosto e non ci sono indicazioni sul rientro degli stranieri nelle proprie squadre. 

Tutti temi che il Presidente Gandini riassume alle istituzioni competenti in un lungo sfogo rilasciato tramite il sito ufficiale della Lega Basket: “Ci rivolgiamo al Governo e in particolare ai Ministri della Salute e dello Sport per evidenziare come, allo stato attuale, non sia ancora consentito in alcun modo ai club di Serie A di basket di programmare la ripresa degli allenamenti con le necessarie prescrizioni in vista dell’apertura delle competizioni nelle  date definite dalla Assemblea della LBA con riferimento alla Supercoppa a partire dal 29 agosto e del Campionato dal 27 settembre.
Pur essendo il secondo sport professionistico di squadra in Italia, il basket non ha ancora ricevuto alcuna indicazione dalle autorità sanitarie nazionali preposte in merito alla completa ripresa degli allenamenti collettivi che consentano il contatto tra gli atleti. Questo nonostante la Federazione Italiana Pallacanestro abbia sottoposto da qualche tempo alla attenzione del Comitato Tecnico Scientifico un preciso e dettagliato protocollo sanitario per la ripresa della preparazione in vista dell’inizio della attività agonistica ufficiale. 
La stessa assenza di indicazione di misure da parte delle autorità riguarda la auspicata possibilità di consentire agli appassionati una presenza nei palasport già a partire dalla Supercoppa, nei limiti stabiliti dalle norme per il distanziamento in vigore ed in linea con quanto è già avvenuto per altri settori della nostra vita quotidiana. Questo provoca ulteriori pesanti ricadute economiche ai club, impossibilitati a prevedere qualsivoglia introito dalla vendita di abbonamenti e biglietti che rappresentano una delle fonti principali di ricavo.
A questo si aggiunge la problematica relativa all’arrivo in Italia dei giocatori stranieri provenienti da paesi al di fuori dell’Unione Europea, in particolare, fra gli altri, dagli Stati Uniti: si tratta di professionisti con un regolare contratto di lavoro subordinato ai quali viene oggi  pesantemente complicato l’ingresso in Italia a causa delle modalità di ritiro dei visti di ingresso, regolati dalle procedure definite dai Consolati Italiani dei singoli Stati e ulteriormente complicato dall’obbligo di quarantena attualmente previsto all’arrivo nel nostro paese. Questo impedimento potrebbe essere superato grazie alle norme contenute nel protocollo presentato dalla Fip al CTS che prevede adeguate procedure come già applicato in altri paesi europei, ed al calcio professionistico nel nostro. Auspichiamo quindi una sollecita risposta dalle Autorità competenti e chiediamo un fattivo intervento in tal senso da parte del Ministro dello Sport, On.le Spadafora, affinché anche per il basket si possa parlare di ripartenza, nella massima sicurezza possibile per atleti e spettatori”.

Alessandro Burin

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