La necessità aguzza l’ingegno. Se poi di ingegno si tratta. L’ultima proposta lanciata nell’agone del dibattito è datata ieri e rimbalza oggi su tutti i quotidiani sportivi. Serie B a 40 squadre (con 2 gironi da 20) grazie a 18 promozioni dalla C più 2 club premiati a surrogare i 2 saliti in A. Il format allargato permetterebbe di accontentare la platea delle pretendenti al quarto slot in cadetteria attualmente previsto. Allargando il numero dei commensali al banchetto delle TV

A rigor di media punti, le 18 in ballo sarebbero (ovviamente) Monza, Vicenza e Reggina più Carrarese, Renate, Pontedera, Reggio Audace, Carpi, SudTirol, FeralpiSalò, Padova, Piacenza, Bari, Monopoli, Potenza, Ternana e Catania più una tra Robur Siena, Alessandria, Modena e Triestina (tutte 4 a quota 40 in 27 gare).
Ma che ne sarebbe poi della C? Resta sul piatto lo scenario di una categoria spacchettata tra una divisione elite e il semiprofessionismo. Ipotesi fattibile? A occhio e croce no. Per garantirla servirebbe una radicale riforma del sistema calcio a cui sembrano però mancare tempo e volontà. Ma di qualcosa bisognerà pur parlare, no?         

Nelle more, come da scontata previsione avanzata qui lunedì, il ferale Consiglio FIGC di venerdì 8 è stato procrastinato ad altra data. Domani l’Assemblea di Lega Pro metterà a punto la proposta da porre al vaglio federale circa la sospensione definitiva del campionato. Quando verrà valutata? Ah saperlo… Certamente non prima di aver sbrogliato la matassa (intricatissima) della Serie A. Tocca mettersi in coda. E il numero di precedenza è anche piuttosto alto.                                            

Giovanni Castiglioni

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