Non è il tempo delle parole per il Città di Varese: la pesante sconfitta contro la Sanremese brucia ancora e c’è bisogno di una reazione nell’ultimo appuntamento del 2020, in trasferta sul campo della Lavagnese, per concludere l’anno con almeno un timido sorriso. Mister Rossi suona comunque la carica: “Domenica con la Sanremese è arrivata una sconfitta pesante e giocare dopo tre giorni è il modo migliore per farsi passare l’arrabbiatura. Spero che si trovino l’orgoglio e lo spirito per giocare una grande partita: questo il mio auspicio, spero che le parole trovino riscontro nei fatti in campo“.

Certo è che di ottimismo ce n’è veramente poco, soprattutto guardando la faccia scura di Rossi al termine dell’ultima partita. Proprio il mister aveva annunciato interventi sul mercato e Califano si è mosso in questo senso perché le esclusioni di Fall e Capelli già contro la Sanremese lasciano ben poco spazio all’immaginazione. Il primo, con la sua fisicità, non è riuscito a dare ciò che ci si poteva aspettare e il solo gol segnato allo scadere contro il Fossano è decisamente un bottino troppo misero per uno come lui e il suo futuro sembra sempre più lontano da Varese. Il secondo ha lasciato intravedere qualche lampo con Sassarini, agendo sulla sinistra, mentre con Rossi ha avuto poco spazio perché il tecnico torinese lo avrebbe voluto impiegare come mediano, scelta non gradita dal giocatore che è corteggiato dal Legnano.

Per due partenti, due probabili grandi nomi di ritorno: Giulio Osarimen Ebagua e Francesco Gazo. Il trentaquattrenne attaccante nigeriano è attualmente svincolato e i contatti con i biancorossi, tramite il suo vecchio compagno di reparto ai tempi della Serie B Neto Pereira, sono più caldi che mai. Un suo ritorno alla corte del “Franco Ossola” sarebbe sicuramente ben accolto dalla tifoseria e potrebbe portare quel sentimento di appartenenza alla maglia che è sembrato mancare fin qui. Il centrocampista classe ’92 aveva invece iniziato la stagione con l’obiettivo di vincere il campionato al Seregno, ma il richiamo del Varese potrebbe fargli cambiare idea e rappresentare una nuova stimolante sfida.

A parte questi più che possibili movimenti di mercato, la rosa dovrà essere sfoltita (in particolar modo davanti) e la partita di domani contro la Lavagnese potrebbe rappresentare l’ultima chance per molti di convincere Rossi. Serve comunque una risposta, ovvio, ed è lecito aspettarsela dopo la strigliata che il mister ha dato alla squadra. “Vedo tanta buona volontà da parte di tutti – riconosce Rossi -, ma dentro bisogna avere qualcosa in più, altrimenti è tutto più difficile. Mancano trenta partite, occorre entrare nell’ottica che si devono fare quaranta punti“.

Verosimilmente il Città di Varese che scenderà in campo domani sarà simile, almeno a livello tattico, a quello visto domenica: spazio dunque al 4-3-3 con le certezze (poche) di Rossi. Romeo e Scampini dovrebbero avere una maglia da titolare, probabilmente con Guitto in mezzo anche se visto il rendimento sottotono del regista non è da scartare l’ipotesi di una sua esclusione a scapito, per quanto possibile, di un centrocampo più fisico e dinamico con uno tra Snidarig e Beak. Davanti Balla, uscito malconcio dal match contro la Sanremese, avrà il compito di suonare la carica e sarà probabilmente affiancato da Lillo e uno tra Mobilio, Otelè e Minaj. Lassi difenderà i pali biancorossi, mentre per quanto riguarda il reparto difensivo ci potrebbero essere dei cambiamenti: Negri e Petito non stanno dando garanzie ed è quindi possibile vedere Polo e Nicastri dal primo minuto, con in mezzo Viscomi, Mapelli e Simonetto che si contendono le due maglie da titolari.

La Lavagnese gioca con un modulo speculare, un 4-3-3 che il tecnico biancorosso analizza così: “Sono una squadra rodata con dei giocatori che giocano assieme da molto tempo e sono in ottima salute visti i risultati positivi che hanno fatto nell’ultimo periodo”. Indipendentemente dalla formazione che Rossi manderà in campo, comunque, servirà necessariamente un diverso approccio mentale. Il Città di Varese visto fin qui è stato timido e impaurito, incapace di imporre il suo ritmo alle partite o di riprendere una gara nel momento in cui questa si mette male; un atteggiamento inaccettabile per competere in Serie D.

Le nuove pedine, se e quando arriveranno, potranno dare il loro contributo da questo punto di vista, ma per il momento toccherà a chi già c’è trovare la forza di reagire e caricarsi la squadra sulle spalle. Farlo significherebbe costruire una piccola base da cui ripartire nel 2021 e tornare dalla Liguria con un risultato positivo consentirebbe al Città di Varese, per quanto possibile, di passare un felice Natale.

Matteo Carraro

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