“Giuro di attenermi ai principi morali di umanità e solidarietà nonché a quelli civili di rispetto dell’autonomia della persona”. La frase è una delle regole contenute nel giuramento di Ippocrate, medico dell’antica Grecia a cui si fa risalire il giuramento che i medici declamano prima di iniziare la professione… professione: attività intellettuale o manuale esercitata in modo continuativo e a scopo di guadagno (cfr Dizionario Treccani). Pensare di questi tempi che quella del medico ma anche degli infermieri e in generale di tutti gli operatori sanitari, sia una professione, risulta francamente difficile, anzi impossibile! Quello che succede negli ospedali ci viene giornalmente documentato con immagini sconvolgenti che rimarranno scolpite nella mente di tutti. In un mondo che si nutre di immagini è difficile comunicare quel che giornalmente vivono i medici di base nei loro ambulatori. Subito il pensiero non può che correre a Roberto Stella, loro presidente provinciale, vittima lo scorso 10 marzo di questo stramaledetto virus.

Teodora Gandini è una di loro, 1500 assistiti nel Comune di Induno Olona, alcuni con positività conclamata, altri in quarantena fiduciaria.
“Certamente il primo caso che ormai risale al 13 febbraio, è stato sottovalutato; su questo si sentono polemiche che francamente ritengo molto sterili. Nessuno si aspettava tutto quel che poi è successo. Ora  il momento è delicatissimo e noi medici di base siamo il primo punto di riferimento per coloro che riscontrano i primi sintomi (tra quelli più frequenti febbre, tosse, perdita dell’olfatto e del gusto). Le indicazioni sui comportamenti da tenere in caso di sospetto di infezione sono chiare e conosciute (salute.gov.it ndr)”.

Quello dei tamponi è oggi argomento molto dibattuto.
“In effetti è così, si stanno scatenando polemiche anche politiche nelle quali non mi sento di entrare. Personalmente quando ho il sospetto che il mio assistito possa aver contratto l’infezione, prescrivo un esame radiografico o una TAC, indagini che rilevano la presenza di una eventuale lesione polmonare ascrivibile al virus. In base alla gravità della situazione vi è la segnalazione alla ATS che attiva le susseguenti azioni di sua competenza (tampone, ecc.). Nel caso invece i sintomi rilevati non fossero così significativi, ovvero vi sia una presunzione (il caso tipico è un parente convivente) indico un isolamento fiduciario che tengo monitorato con costanti contatti telefonici. Sono reperibile h 24, sabato e domenica compresi. Voglio anche sottolineare il delicatissimo aspetto psicologico di questa terribile situazione, a cominciare da chi è stato colpito dal virus che vive un notevole disagio che lo porta a sentirsi alla stregua di un untore, ai margini della Società. Stare vicino a chi ha vissuto questo disagio sarà uno degli impegni che tutti ci dovremo prendere quando saremo fuori da questo incubo”.

Altro argomento sulla bocca di tutti è legato ai DPI (Dispostivi di Protezione Individuale) a vostra disposizione.
“E’ vero, questa è una nota dolente. Non si può stare in prima linea e lottare a mani nude. Io personalmente agli inizi ho ovviamente utilizzato quanto avevo a disposizione. Dopo di che ATS mi ha fornito 10 mascherine… Fortunatamente io e i miei colleghi di Induno abbiamo avuto dei significativi aiuti che ritengo giusto ricordare, a cominciare dal dottor Ciatti che ci fornito mascherine e guanti monouso, Gianni Spartà che con la sua associazione ci ha fatto pervenire dell’abbigliamento monouso. Siamo inoltre supportati da ASFARM, l’azienda Speciale della Municipalità di Induno Olona che si occupa dei servizi sociosanitari sul territorio e che non finirò mai di ringraziare. Sicuramente la maggior parte dei miei colleghi non ha questa fortuna e vive con paura e angoscia la quotidianità. A riprova di quanto detto è a tutti noto che i Medici di Medicina Generale hanno pagato un tributo altissimo in termini di vite umane e di contagi che non ha eguali su tutto il territorio nazionale”. 

Quali le terapie?
“Come dicevo questo virus ci ha colto alla sprovvista e come tutti sanno non esistono vaccini in grado di contrastarlo e chissà quanto tempo sarà necessario per averne uno. Ritengo opportuno sottolineare che a Varese abbiamo un importante punto di riferimento nella figura del professor Paolo Grossi, primario del reparto di malattie infettive del nostro ospedale di Circolo. Il professor Grossi è un infettivologo di grande esperienza e capacità, da lui traiamo importanti indicazioni che al momento si orientano sulla somministrazione di antimalarici, mentre si sta aspettando l’autorizzazione all’utilizzo di antivirali normalmente prescritti per l’HIV”.

Un ultimo pensiero lo vogliamo rivolgere a tutti quei medici di base colpiti dal virus, molti dei quali in isolamento ma sempre in attività per stare vicini a loro assistiti.
Medico di base, se volete ancora chiamarla professione fate pure… per noi è una vocazione!

Ambrogio Baj