Sono giorni veramente strani quelli che stiamo vivendo. Giorni in cui la nostra Italia e la nostra Lombardia soprattutto sono flagellate da questo nemico invisibile che miete tante, troppe vittime. Allora l’unico rimedio è starsene in casa se non si hanno motivi importanti per uscire. Ce lo dice anche Lollo Gergati che abbiamo raggiunto telefonicamente per questa intervista:
“Passo praticamente tutta la giornata in casa, guardo tanta tv e sto insieme alla mia ragazza. Esco solo per la spesa o, al massimo, per una veloce passeggiata nei boschi vicino Bobbiate. Bisogna che tutti stiamo a casa. Forse le persone non lo capiscono finchè non lo vivono il dramma di questa malattia. Questo è sbagliato. Se tutti insieme stiamo a casa possiamo vincere questa partita, altrimenti continueremo a convivere con bollettini medici da fronte di guerra e con una malattia in espansione”.
Si fanno tante chiacchiere sulla eventuale ripresa dei campionati di basket. Voi giocatori siete stati ascoltati? Che idea hai al riguardo?
“Guarda, in questi giorni ho parlato con tanti giocatori sia di serie A che di A2 che di B. Ci sono 1000 ipotesi, ma nessuno capisce quale possa essere quella veritiera. Penso non vi sia ancora una idea precisa di cosa fare, ma ritengo che questo non è il momento di parlare di basket nè, in generale, di sport. Vedo ciò che succede a Bergamo con quella fila interminabile di bare sui camion dell’esercito e, onestamente, non ritengo sia giusto parlare di sport ora. Aspettiamo e vediamo cosa succederà. Se devo dire la mia, mi pare irrispettoso andare a giocare a basket quando nel nostro paese c’è tanta gente che soffre e lotta per la vita. Ritengo più probabile che si possa ripartire da agosto con la nuova stagione”.
Il tuo è stato un anno a corrente alternata, poi hai avuto anche un brutto infortunio da cui ti stavi riprendendo prima dello stop al campionato. 
“Personalmente penso sia stato proprio un anno difficile. Non mi aspettavo certamente di vivere una situazione del genere, ma non posso dire altro se non che è stata colpa mia. In alcuna gare ha fatto bene, in altre, invece, sono andato male. Infine, nell’ultimo periodo abbiamo tenuto la bocca chiusa e ci siamo allenati duramente rimanendno in silenzio pur raccogliendo qualche buona prova. Ora penso sia tempo di guardare alla prossima stagione: ho ancora due anni di contratto con la Robur e ho una dannata voglia di reagire a questa annata sbagliata anche perchè so che la società conta molto su di me”.
Visto che le bocce sono ferme, guardando indietro alla tua carriera qual è la partita che ricordi con più piacere?
“Non ho alcun dubbio: la gara contro Veroli che è valsa la promozione quando ero in maglia Pallacanestro Varese. Una partita che ha suggellato un anno fantastico. A 15 anni ho visto e vissuto lo scudetto della stella: beh, quella sera lì sembrava quasi che avessimo vinto anche noi lo scudetto. Era una squadra favolosa con fior di giocatori come Childress, Galanda e dall’altra parte  c’era Kyle Hines: insomma tanto talento in campo. Penso siano serate e ricordi che solo a Varese si possono vivere con la straordinaria passione del pubblico”.

Matteo Gallo