Proprio oggi Attilio Fontana, Governatore della Lombardia, compie 68 anni e mai avrebbe pensato di festeggiare in una situazione come questa. Si è preso una giornata di riposo, da trascorre a casa con i suoi famigliari e ci ha dedicato un po’ del suo tempo per una video chiamata whatsapp per l’intervista. Un grazie particolare a Stefano Cavallin, abbonato e grande tifoso della Pallacanestro Varese, che ci ha supportato in questa chiacchierata realizzata per il notiziario La Voce di Induno Olona.

Intervista FontanaChe compleanno sarà oggi? “Sicuramente diverso dal solito. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare uno scenario del genere. Sono però a casa, con la mia famiglia e mi godo questo momento, consapevole che non bisogna mai calare l’attenzione. La vita di tutti noi è cambiata in modo radicale in pochissimo tempo, bisogna fare dei sacrifici per poter tornare alla normalità”.

Tra l’altro oggi è il compleanno anche di una delle tue tre figlie: 18 anni. “Il mio pensiero più grande infatti va a lei che avrebbe voluto festeggiare in maniera diversa. La maggiore età è un traguardo importante che avrebbe voluto condividere con le amiche e gli amici. Sono tappe che non si dimenticano, le resterà un ricordo diverso dagli altri”.

Quindici giorni in isolamento, come e dove hai vissuto la tua quarantena personale? “Sono rimasto sempre nella sede della Regione Lombardia. C’è una cameretta sopra il mio ufficio e sono rimasto a dormire lì. A dire il vero è cambiato poco rispetto agli altri giorni. Gran parte della giornata la trascorrevo comunque a Milano e tornavo a Varese a notte fonda solo per dormire. Per alcuni giorni ho evitato quel passaggio”.

Fontana mascherinaIl momento più difficile che hai dovuto affrontare? “Quando ho fatto il video con la scenetta della mascherina che voleva essere semplicemente un modo per far capire alla gente la gravità del momento. Mi hanno deriso, preso in giro, hanno detto che ero la rovina dell’Italia e che avevo fatto perdere di credibilità il paese. In realtà poi si è verificato quello che temevo, anche se ti confesso che era meglio se tutti andavano avanti a considerarmi uno stupido perché avevo visto cose che in realtà non esistevano. Tutti oggi staremmo meglio. Ecco, in quel momento ci sono rimasto male, molto male…”.

Invece ora le tue decisioni, le tue misure adottate per la Lombardia fanno da apripista per l’Italia e vengono poi seguite da tutta l’Europa. “Magra consolazione, anche se nella sostanza è così. Dico magra consolazione proprio perché avrei preferito passare per quello che ha fatto scelte sbagliate, troppo rigide”.

C’è stato un momento di sconforto? “Sconforto no, di angoscia sì, quando una sera mi dissero che erano finiti i posti letto di rianimazione e ho temuto che se quella notte fosse successo qualcosa a qualcuno non avrebbero potuto curarlo. Fortunatamente il giorno dopo l’allarme è rientrato. Ecco, quella notte ho tremato”.

Il momento di rivedere la luce è ancora lontano, possiamo però dire che è già il momento della discesa? “Secondo quello che dicono gli esperti nelle valutazioni statistiche ora siamo nella fase di stasi. Sono passate due settimane da quando sono in vigore le restrizioni rigide e tra poco dovremmo iniziare a vedere la discesa”

Arrivi da una famiglia di medici e farmacisti, un pensiero per loro. “Ho imparato molto dai miei genitori in questo senso. Mio padre era medico, ha dedicato tutte le energie a curare i suoi pazienti. Ricordo che nel periodo delle crisi influenzali, quando io ero bambino, lui non si svestiva nemmeno per andare a letto, era già pronto a rispondere alla telefonata e a correre a casa del malato. Credo che chi fa attività rivolta al prossimo debba essere così, mi stupisco del contrario di chi scappa di fronte alle difficoltà e alle proprie responsabilità. A tutti quelli che oggi lottano in prima linea va il mio grazie sincero, persone che mettono a rischio la loro incolumità e dei loro cari per aiutare il prossimo”.

Michele Marocco