In tempi di Covid-19 anche il volo delle Aquile si è dovuto fermare e l’Eagles Caronno, come tutte le altre società dilettantistiche, è fermo ai box dall’ormai lontano 16 febbraio. Specchio di quanto sta vivendo la società varesina è il capitano classe ’93 Fabio Mazzetti, nonché responsabile del settore giovanile e allenatore dei Pulcini 2009/10: “Stiamo attraversando settimane difficili, molto diverse rispetto al canone di vita che avevo, e avevamo, prima. Quando finivo la mia giornata lavorativa andavo sul campo per allenarmi e per allenare, ma più che l’aspetto calcistico mi manca proprio la quotidianità; chiunque non ci fa caso finché non ci capita. Mi dà fastidio non poter decidere liberamente della mia vita, sentirmi quasi rinchiuso, però è una necessità per il bene di tutti e dobbiamo impegnarci a seguire le direttive che ci vengono date perché la salute viene prima di tutto”.

Sei in contatto con i tuoi compagni o con il resto della società?
“Ogni tanto ci sentiamo, anche se c’è poco da dire perché siamo in balia degli eventi e delle decisioni. Allenamenti? Ognuno fa quello che può individualmente, perché magari non tutti hanno la disponibilità e lo spazio per seguire un programma specifico; diciamo che cerchiamo più che altro di mantenerci in forma”.

eagles caronno varesino mazzettiHai parlato di decisioni. A cosa ti riferisci nello specifico?
“Parlo di quello che verrà. Condivido quanto recentemente detto Mario Belluzzo (responsabile dell’attività agonistica della Varesina, ndr) e credo che qualsiasi decisione verrà presa nessuno rimarrà totalmente soddisfatto. Attualmente, come tutti, siamo in attesa di sviluppi, ma la cosa più importante è che dobbiamo ricordarci di essere dilettanti: gente che lavora e che gioca a calcio per passione mettendoci anche tanto tempo e tante energie. Mi auguro che gli organi competenti prendano decisioni in fretta nel rispetto di tutte le parti in gioco. Per questo non condivido la scelta di proseguire: c’è il rischio che, giocando in estate, le squadre di metà classifica, senza più nulla da chiedere alla stagione, prendano il tutto sottogamba finendo per falsare il campionato a scapito di chi lotta per la promozione o per non retrocedere”.

Qual è dunque la soluzione migliore a tuo parere?
“Annullare la stagione, anche se so benissimo che sarebbe una decisione impopolare. Annullando la stagione la Federazione dovrebbe rimborsare le società o quantomeno non dovrebbe far pagare la tassi d’iscrizione del prossimo campionato. Tuttavia so che non è per nulla facile risolvere questa situazione perché molte società hanno investito tanto e, per quanto sia brutto da dire, credo che le siano sempre le questioni economiche a pesare di più. Non a caso da Roma trapela la volontà di continuare a giocare, mentre il Comitato Regionale sarebbe anche favorevole alla sospensione: parallelamente al nuovo decreto, in vigore fino al 13 aprile, è stato chiesto a tutte le società di dare un parere in merito alla sospensione definitiva dei campionati e l’Eagles Caronno ha dato il suo assenso”.

Mi pare di capire che non sareste favorevoli ad un’eventuale ripresa del campionato, giusto?
“A livello personale posso dire di non essere ottimista al riguardo perché si andrebbe a inficiare su tutto quanto. Ripeto: non siamo professionisti e dovremmo essere tutelati da questo punto di vista perché non siamo calciatori di Serie A, profumatamente pagati, per cui potremmo giocare anche in estate a ritmi totalmente diversi. Non dimentichiamo infatti che per concludere la stagione entro il 30 giugno, ovvero il termine dei tesseramenti, dovremmo giocare ogni tre giorni. Per questo forse la soluzione che a mio parere crea meno disagi è bloccare le retrocessioni facendo salire di categoria solo le prime in classifica, anche se così facendo si scontenterebbero le inseguitrici. In più molte società della provincia si finanziano anche con i tornei estivi, soprattutto a livello giovanile, che però sono stati annullati e l’esborso economico graverebbe notevolmente sui bilanci. In pratica ovunque sbatti la testa ti fai male, ma in alcuni punti te ne fai meno”.

eagles caronno varesino 2Facendo un passo indietro, come vi siete comportati a livello societario al momento delle prime avvisaglie sui rischi dovuti al Covid-19?
“All’inizio c’è stata parecchia disorganizzazione perché la direttiva emessa era abbastanza confusionaria e lasciava troppa libertà d’interpretazione: chi si allenava a campo aperto e chi a campo chiuso, chi usava gli spogliatoi e chi no. Per quanto ci riguarda dopo il primo allenamento senza poter usufruire degli spogliatoi, considerando che molti venivano da lontano e non potevano farsi una doccia finita la sessione, ci ha fatto capire che forse era meglio fermarsi. Contagiati? Da noi fortunatamente no, cosa che è successa purtroppo in altre realtà. La decisione migliore sarebbe stata quella di sospendere tutto fin da subito; ovvio, è facile parlare col senno del poi, ma l’emergenza è stata indubbiamente gestita male”.

E questo secondo te a cosa è dovuto?
“Banalmente ad una visione poco lucida della realtà. Il contagio ha colpito violentemente il Nord, mentre a Roma, cui spetta la decisione finale, c’era inizialmente un’altra percezione. Non a caso a livello professionistico c’è stata ancor più confusione e solo in un secondo momento si è cercato di tamponare alla meno peggio; quando ormai era troppo tardi. Anche la scelta di Tommasi si è rivelata dannosa perché indire uno sciopero dell’Assocalciatori per poi annullarlo non ha fatto altro che creare altra confusione e minare la sua credibilità”.

Per concludere e sdrammatizzare un po’, qualora il campionato dovesse riprendere questa pausa forzata potrebbe forse farvi bene dato che arrivavate da tre sconfitte consecutive?
“A livello di risultati eravamo in un periodo negativo, mentre lo stesso discorso non si può fare per la condizione. In ogni caso avremmo avuto subito due partite fondamentali per rifarci contro due dirette contendenti; comunque se il campionato continuasse, ripartire sarebbe difficile per tutti quanti. Al momento è inutile fare progetti: siamo in attesa delle decisioni che verranno prese, sperando che la Federazione scelga saggiamente e trovi la miglior soluzione possibile”.

Matteo Carraro