Non poteva esserci risveglio più amaro per la Openjobmetis, dopo la sconfitta di ieri sera per 80-90 nel derby giocato tra le mura amiche contro Cantù. Una gara che Varese dà l’idea di poter dominare e che si fa scivolare dalle mani colpevolmente forse, pensando di aver già vinto ancor prima di scendere sul parquet.
Cantù infatti si presenta a Masnago senza il proprio faro, Jamie Smith, bloccato dalla positività del tampone al coronavirus a poche ore dalla gara, spostando così di netto le percentuali di vittoria su Varese. Una situazione che inevitabilmente può aver causato un calo di tensione che nel corso della gara si è visto. 
Nonostante un ottimo inizio, Varese non riesce a mostrare quel ritmo e quell’intensità che mai erano mancati fin ora ed il quarto quarto è l’emblema di ciò, con l’Acqua San Bernardo nettamente più tonica e vivace a livello fisico e di conseguenze nelle scelte e nelle giocate.
A Varese viene meno quella capacità di imporre il ritmo della gara, qualità che era stata determinante nelle due  precedenti vittorie in campionato e lascia che la partita vada sul binario a Cantù più congeniale, quello della corsa, permettendo ai biancoblu di esprimersi al meglio e di mettere a referto 90 punti, troppi per una gara giocata tra le mura amiche per Varese.

Donte Thomas e Woodward segnano una vittoria per Cantù che mancava sul parquet di Masnago da 4 anni e lanciano in casa Openjobmetis una giusta riflessione sugli errori commessi, che vanno dai giocatori alle scelte di Bulleri. Proprio il coach biancorosso, apparso visibilmente teso in una gara che gli è costata anche il primo fallo tecnico da allenatore,  “muore” con ancora due timeout in mano, con alcune scelte discutibili, come affidare la regia dell’ultimo quarto nelle mani di un Toney Douglas non certo nella sua miglior serata e relegare Strautins a comprimario della gara.

La Openjobmetis mostra lacune difensive pesanti, sublimate in un ultimo periodo nel quale la difesa biancorossa pare girare a vuoto nella circolazione offensiva canturina, spaesata di fronte ad una squadra galvanizzata a cui non riesce mai a spezzare il ritmo. Pesano su questo l’inconcludenza della gara di De Vico, perno della squadra a livello di intensità e cattiveria in campo, ed un quasi inesistente apporto della panchina al match, con il solo Jakovics capace di battere gli ultimi sussulti dei biancorossi con due triple che reclamano ancora vendetta.
Sono state determinanti per la sconfitta le prestazioni insufficienti dei due playmaker biancorossi Ruzzier e De Nicolao, che non prendono in mano le redini del gioco e si vanno a spegnere via via con il passare dei minuti. E se Scola risulta il top scorer dei biancorossi con 29 punti in 29’, è anche vero che nell’ultimo periodo l’argentino è apparso molto stanco, chiamato agli straordinari a causa di un Morse completamente fuori gara, gravatosi di 3 falli nel primo quarto ed  incapace di sostituire degnamente El General sotto il ferro.

Varese perde proprio qui la gara, mancando di peso sotto canestro, con Andersson inesistente e con De Vico e Morse fuori giri, i biancorossi non riescono mai a far valere la propria superiorità nel pitturato e a tenere sotto pressione la difesa canturina.
Chiaramente un passo falso alla terza giornata non può pesare e ribaltare giudizi su quanto di buono fatto fin ora per una squadra praticamente tutta nuova, però una sconfitta contro Cantù in casa lascia sicuramente un carico ed un peso diverso da quello che una qualsiasi altra gara avrebbe potuto lasciare.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui