Dopo il confronto in mattinata tenutosi tra il CRL ed i rappresentanti delle categorie Eccellenza e Promozione, questo pomeriggio è toccato alla prima categoria esporre il proprio punto di vista e provare a fare un po’ di chiarezza in questa situazione particolarmente delicata.

A fare gli onori di casa ci ha pensato il presidente Baretti che, senza nascondere un velato pessimismo, ha subito esposto i suoi punti nonché la ferrea volontà di prendere decisioni non prima del 4 dicembre, quando scadrà il dpcm attualmente in atto.

Dal punto di vista economico ha garantito, però, che verrà messo nero su bianco l’intento di andare incontro alle società ovvero di non richiedere ulteriori contributi qualora la stagione non dovesse ripartire. Per tutte le 63 società che hanno invece già versato l’intera quota, è già in previsione il rimborso. Andando poi un po’ più nel dettaglio della prima categoria lo stesso Baretti ha sottolineato come non sia possibile ripartire con i protocolli attuati fino ad oggi, poiché le “energie” di questo gruppo di società non sono equiparabili a chi invece milita in campionati maggiori.

Nonostante ciò il presidente ha comunque mostrato il progetto di una ripartenza: il via libera dovrebbe avvenire la prima domenica del 2021, con due turni infrasettimanali (epifania e 2 giugno) per poi concludere il campionato il 27 giugno senza playoff, a patto che non arrivi un nuovo lockdown a rimettere in discussione il piano. Ha poi aggiunto anche una riflessione sulla stagione scorsa sottolineando come le mancate promozioni abbiano “imbegolato” i numeri, l’obiettivo è quello di riportare la prima categoria a 192 squadre e fare i ripescaggi. Prima di passare la parola alle società, Baretti ha affermato che la modalità di ripartenza verrà decisa dalle stesse società a tempo debito ma ha anche rivelato che i 150 recuperi in lista d’attesa non danno spiragli di manovra e non permetterebbero nuovi stop nel corso dell’attività. Per chiudere, la previsione è quella di far ripartire prime squadre al pari dei settori giovanili.

Si sono poi accesi i microfoni di tutti i partecipanti con la Sermide Calcio, squadra inserita nel girone H, a fare da apripista. “Credo che la soluzione migliore sia quella, se possibile, di finire il solo girone di andata e poi procedere con i play off e play out corti. Soluzioni diverse comporteranno impegni non praticabili al nostro livello, per noi impegnare i ragazzi fino a fine giugno o oltre è impossibile“.

Anche il Bosto si è esposto nel dire la sua: dividere il girone in due da 8 squadre anche per area geografica tra le più vicine con andata e ritorno. Un numero di gare simile ad un campionato con il normale svolgimento, vedere poi la prima salire in Promozione, le due restanti del podio ai play off e le ultime due impegnate a raggiungere la salvezza con gli spareggi.  “Non si possono dimenticare i costi sostenuti dalle società per iscrizioni e tesseramenti in tutte le annate in queste due stagioni pagate in toto ma poi non arrivate al termine“.

Per la società NFO Ferno l’intervento è stato di Eugenio Turri il quale ha ribadito con fermezza che l’unica scelta plausibile è quella di dichiarare chiusa la stagione in corso poiché la situazione attuale non dà altre speranza. “Tutto il resto a mio e a nostro avviso è impensabile da programmare, il falso ottimismo del 4 dicembre deve lasciare posto a quella che è un’amara realtà“.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Folgore Legnano la quale ha sottolineato, a sua volta, come la ripartenza possa avvenire solo in condizioni di assoluta stabilità senza ricadere in contagi e quarantene che comporterebbero problematiche su problematiche.

Prima del rompete le righe non sono mancate altre tre puntualizzazioni. In consiglio verrà nuovamente presentata la proposta di “congelare i fuoriquota“; verranno poi riviste le finestre dei trasferimenti (decisione che verrà presa entro fine mese) e si valuterà se interrompere o meno la Coppa Lombardia. Da valutare infine il premio preparazione: Giuseppe Baretti ha spiegato come l’intervento della scorsa stagione che ha visto somme spalmate sugli ultimi 5 anni, è un primo intervento che cercherà di andare incontro alle società.

E con queste ultime delucidazioni la seduta si è sciolta: la sensazione è che la volontà di tutti gli addetti ai lavori sia quella di ripartire solo a determinate condizioni.

Un commento ulteriore lo abbiamo chiesto ad Eugenio Turri del Ferno, scettico per tutto ciò che è emerso nell’arco di queste tre ore: “Oggi ho rappresentato il Ferno poiché il presidente Brunetta era impossibilitato per motivi di lavoro, ed ho portato quella che è la nostra idea ovvero ritrovarsi grossomodo a gennaio e capire se è possibile fare qualcosa; tutti ci auguriamo che la situazione migliori ma se così non dovesse essere non possiamo far finta di nulla e tornare sui campi, è impensabile e basta accendere le tv per capirlo: i numeri di questa seconda ondata sono drastici, la sanità è al collasso ed i contagi in continuo aumento, di cosa stiamo palando? Di allenarci fra tre settimane? Onestamente non ci sembra proprio fattibile, anche se il calcio ci manca la salute viene prima di tutto“.

Mariella Lamonica

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