In casa Openjobmetis è un momento delicatissimo. La sconfitta in casa contro la UNAHOTELS Reggio Emilia ha ridestato tutte quelle paure e perplessità sul gruppo che le due vittorie contro Roma e Trento avevano parzialmente scacciato. La squadra ha bisogno di un’inversione di marcia importante per poter uscire da quel vortice di negatività e condizionamento psicologico che ha avvolto la squadra e che di riflesso si vede nelle giocate tecniche in campo.
Il Gm biancorosso Andrea Conti analizza così il momento, dando anche il benvenuto al nuovo acquisto Anthony Beane, che ci sarà già dalla trasferta di Venezia di domenica prossima.

Come ti spieghi un terzo quarto così brutto come quello di domenica?
“Secondo me abbiamo fatto bene nei primi due quarti, tenendo una squadra come Reggio Emilia a 30 punti. Sicuramente avremmo potuto chiudere all’intervallo avanti di 10-11 punti se avessimo messo tanti tiri aperti piedi per terra. Penso ad esempio alle occasioni avute sia da De Vico che da Scola. Il terzo quarto è stato quello che ha sicuramente deciso la partita. A due minuti dalla fine eravamo sotto di 6, poi abbiamo preso il parziale e siamo caduti. Rivedendo la partita, non abbiamo fatto grossi errori difensivi, ma sicuramente c’è stata una grossa mancanza di ritmo in attacco, non abbiamo segnato tiri aperti e poi soprattutto abbiamo perso troppe palle, fattore determinante in un momento nel quale dovevamo restare attaccati alla sfida. C’è sicuramente un aspetto psicologico da valutare in qualche singolo che ad oggi fa la differenza. Loro sono stati bravi ad arginare Douglas in pick’n’roll e abbiamo avuto alternative a Toney solo da un paio di giocatori”.

L’arrivo di Beane è legato proprio al fatto di cercare maggiori soluzioni offensive e dare maggior ritmo in fase offensiva?
“Nelle partite che abbiamo vinto, Toney Douglas ha sempre fatto un lavoro importante. A lui aggiungo De Vico che ci ha dato moltissimo ma purtroppo è stato fuori due mesi e lo si è visto anche domenica in campo che, come normale che sia, deve recuperare la forma migliore. Fa ancora fatica a rilasciare bene il tiro, il gomito non è del tutto a posto e ci vuole ancora un po’ di tempo. Quest’anno siamo attanagliati dagli infortuni, è due mesi che non facciamo un allenamento tutti e dieci insieme e questa cosa è devastante per la squadra. Speriamo di recuperare Ferrero per la prossima settimana. L’arrivo di Beane è anche indirizzato a permettere agli altri di crescere di più. Purtroppo Michele (Ruzzier, ndr) sta subendo un aspetto mentale importante; non penso che lui sia questo perché ha dimostrato di essere ben altro giocatore. Grazie a Beane, inoltre, Douglas potrà riposare di più. Beane è anche un ottimo difensore sulla palla e ci potrà permettere di giocare con tre piccoli e ci darà la possibilità di utilizzare Strautins, qualche minuto, anche da 4”.

Sentendo un po’ l’umore dei tifosi in questi giorni anche in relazione all’acquisto di Beane, molti si sono domandati perché non un intervento nel ruolo da play viste le difficoltà nel ruolo?
“Innanzitutto non possiamo fare 6+6 ma 5+5, ricordo. Siamo in una situazione particolare, in cui dobbiamo stare attenti alla situazione economica che non ci permette di fare granché. Abbiamo avuto la sfortuna immane di Jones e con lui purtroppo è andata così. Beane era un’occasione, un giocatore già in Italia, già parametrato, già visto e pronto fisicamente. Sul discorso del ruolo, Douglas ha fatto tanti anni a fare il play, quindi qualche minuto può giocarlo; ci giocherà Ruzzier e l’anno scorso, quando Mayo non era tanto più la prima scelta di Caja, da 1 ci giocava Jakovics. Ingus non è un play ma all’occorrenza lo può fare e sicuramente sul ruolo con questi tre siamo abbastanza coperti. Anche Beane può portare palla, poi ci sono situazione tecniche tattiche per far rendere tutti al meglio”.

Beane prenderà il posto di Andersson?
“Sì, Andersson andrà a casa già nei prossimi giorni e Anthony prenderà il suo posto”.

Sei preoccupato dal fatto che la squadra non riesce a fare quel passo in più che le permetta di trovare una quadra sia in campo che in termini di risultati?
“Ci dobbiamo togliere questo alone di negatività. Capisco le aspettative delle persone, ma mi chiedo anche quali siano, visto che la squadra è stata costruita principalmente per rimanere in Serie A, non per fare i play off o puntare ad altro. Poi, è logico che vincere aiuta a vincere, ma dobbiamo ritrovare un minimo di serenità all’interno del gruppo e dare positività anche all’esterno. Non vedo una squadra allo sfacelo. Domenica abbiamo giocato male solo un quarto, fossimo partiti sotto di venti punti nei primi 5 minuti sarebbe stato un altro discorso. Oggi purtroppo abbiamo dei giocatori in difficoltà mentale, abbiamo sbagliato alcune scelte come la scommessa low cost di Andersson, ma qui Bulleri ad esempio non c’entra niente perché è stata una scelta fatta in sintonia con Caja. Ci prendiamo le responsabilità di questo errore ma stiamo cercando di sistemare la cosa. Non abbiamo risorse infinite, siamo con il 5+5 e dobbiamo stare attenti a molte cose. Però ripeto io sono preoccupato principalmente di sistemare il lato psicologico, anche perché se avessimo vinto con Reggio Emilia ci saremmo ritrovati a metà classifica, visto quanto è corta. Le gare con Milano e Venezia non ci aiutano, ma tutti ci devono giocare contro. Sta solo a noi dover uscire da questa situazione. Purtroppo dopo l’acquisto di Scola o di Toney Douglas si erano alzate molto le aspettative, come giusto che fosse. Stiamo avendo risposte importanti da giocatori come Strautins che a 22 anni sta facendo un campionato straordinario e il gruppo di italiani cresce e continuerà a farlo, ma ci vuole pazienza. Voglio lanciare anche un messaggio relativo al fatto di costruire una base italiana forte per creare qualcosa per il futuro, cosa che qui non si è mai fatta. Vedo un futuro tecnico importante per la società dopo anni ed anni di 6+6, di tanti americani e ciò richiede tempo e pazienza. Purtroppo c’è troppa negatività e siamo legati ai risultati, ma la scelta condivisa da tutti, senza imposizione, è di arrivare a qualcosa di diverso dal passato per un futuro migliore. E la crescita passa anche da questi momenti”.

Alessandro Burin

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