Si è tenuta ieri sera la prima riunione post fermo della Pallacanestro Femminile Varese che ha visto l’esordio del nuovo coach biancorosso Alessandro Ferri, ma anche una sana voglia di fare una sgambata e tornare alla palla a spicchi da parte delle ragazze. Ne abbiamo approfittato per una bella chiacchierata con coach Ferri che si svela in questa lunga intervista: “Partiamo dal fatto che dopo 9 anni ho lasciato Gallarate dopo che, in questa società, ho ricoperto praticamente tutti i ruoli – l’incipit di Alessandro -. Sul mio arrivo a Varese diciamo che si è creata una situazione particolare. Di certo ha aiutato la mia conoscenza con Fontanel, sebbene non lo abbia mai allenato, ma ci siano incrociati sui campi da gioco, ho allenato suo figlio e, penso, Fulvio abbia visualizzato la situazione attuale e ciò che posso dare a questa società. Diciamo che il covid, purtroppo, ha cambiato la situazione di tutte le società sportive e mi piace pensare che questo progetto possa essere un progetto fionda”.

Puoi spiegarci meglio questo concetto?
“Certamente. Con effetto fionda intendo quello di, magari, fare un piccolo passo indietro per costruire delle basi solide che nell’arco di qualche anno ci possano proiettare in alto. Il concetto principe è quello di miscelare le ambizioni con la crescita del settore giovanile e spero di poter dare il mio apporto sotto questo punto di vista sfruttando anche l’esperienza di Gallarate che mi ha aiutato a crescere molto sotto l’aspetto organizzativo”.

C’è stato un fattore scatenante per la tua decisione?
“L’incastro perfetto con Fontanel ha recitato un ruolo importante, ma direi senza dubbio la sfida. La sfida di dimostrare che questo razzismo di genere, se mi passate il concetto, non ha motivo di esistere. Oggi si distingue rigorosamente fra allenatori dediti al settore femminile e quelli che allenano nel maschile. Vorrei dimostrare che si può allenare e fare bene sia nel maschile che nel femminile”.

Parlaci del primo impatto con le ragazze.
“Una scoperta piacevolissima: sono molto più sveglie dei colleghi maschi. Ho visto molta più maturità nello stare in campo, ma, soprattutto fuori dal campo tra chi si impegna fermamente nello studio e chi lavora già”.

A farti da vice è arrivato Tommaso Gergati.
“Ti dirò: ho scoperto da una chiacchierata con Giulio Besio che Tommaso fosse libero. Purtroppo, per problemi lavorativi ha dovuto lasciare il precedente incarico e, fortunatamente per noi, l’abbiamo cercato subito. Lui è un ragazzo d’oro e allenerà anche l’Under 18 oltre a farmi da vice. Sono molto contento di questa scelta ed è molto motivato”.

Ieri c’era anche qualche infiltrata… novità in arrivo dal mercato?
“Come sapete finora abbiamo annunciato sei rinnovi ovvero Cassani, Francesca Mistò, Sciutti, Visconti, Premazzi e Taje di cui sono molto contento. Con Polato forse c’è un problema per quanto riguarda il suo percorso di studio, mentre con noi ci sono le due registe Alessia Smaldone e Michela Salzillo: vediamo cosa succederà al loro riguardo, ma qui devo lasciare spazio al telefono rovente di Fontanel che, devo sottolineare, è fantastico”.

Traspare un ritratto di un coach Ferri carico e veramente motivato a far bene alla Pallacanestro Femminile Varese, ma la chiusura è doverosa.
“Infine, vorrei citare due persone fondamentali. La presenza di Paolo Vittori e di Linda Brautigam sono la storia di questa società e la Pallacanestro Varese deve avere una continuità. A loro va il mio personale grazie”.

Matteo Gallo

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