Il Verbano, seconda forza del Girone A di Eccellenza, è stata una tra le prime squadre a fermarsi. Quando ancora gli allenamenti erano consentiti, purché a porte chiuse e senza l’utilizzo degli spogliatoi, “la società ha preferito non rischiare e salvaguardare la salute” ci spiega il mister ex Napoli Costanzo Celestini. “Da quando si è saputo del contagio di Coronavirus in Lombardia, avremmo sostenuto tre o quattro allenamenti in totale, non di più. Visto che la situazione, come era prevedibile, è andata peggiorando, sarebbe stato opportuno chiudere tutto e subito”.

Tutta Italia adesso è zona rossa, cosa prevede sul fronte campionato? “Bisogna sperare che tutto si risolva in breve tempo, anche se credo sia impossibile. Si può valutare di giocare tutto maggio e tutto giugno e chiudere la stagione con regolarità. Tuttavia, oggi come oggi, quello di poter tornare a giocare è l’ultimo dei pensieri. Bisogna essere positivi, ma per ricominciare credo sia giusto il blocco totale. Serve un piccolo sacrificio di tutto per poter ripartire”.

Tra le ipotesi ci sono quelle di stravolgere playoff e playout, per l’Eccellenza i playoff sono molto importanti: “Sono una bella vetrina per tutti e in più mettono in palio qualcosa di concreto. Ti ricompensano di tanti sacrifici, ma adesso l’essenziale è riuscire a sconfiggere il virus”.

Serie A, coppe europee, da ex giocatore di Serie A e B, qual è il suo pensiero su questa industria del calcio che non si ferma? “Il lato peggiore che emerge del calcio è proprio questo, che non è solo uno sport, non è solo passione, ma anche interessi e soldi. Sono tutti affamati di non perderci economicamente, anche a discapito della salute. Si è perso il lume della ragione, pur di guadagnare non ci si rende conto che si può perdere la vita e si gioca con quella degli altri. A mio avviso, la categoria dei calciatori è la più danneggiata. Non hanno avuto il coraggio e la forza di fermarsi, sono pagati tanto e quindi vengono usati; sono loro stessi vittime di questa industria. L’Assocalciatori se n’è resta conto, Tommasi ha proclamato uno sciopero della categoria per poi tornare indietro; non è stata una bella figura. Penso che la vita sia troppo importante rispetto a tutto il resto delle cose. Il mondo non finisce senza il calcio, ma senza vita sì. L’unico lato positivo in questo dramma è che involtariamente si respira meglio, l’aria è meno inquinata. Questo dovrebbe farci ragionare e aprire gli occhi”.

Elisa Cascioli