Il CAS ha un nuovo responsabile del settore giovanile, Andrea Longo, proveniente dalla Castanese. Gli sono bastati davvero pochi giorni per rendersi conto che a Sacconago si respira un aria di grande collaborazione e serenità. La voglia di ricominciare dopo i tanti mesi di stop non potrebbe essere più evidente: proprio questa settimana sono iniziati gli open day delle varie categorie, dalla scuola calcio fino ai più grandi del 2004, mentre nella giornata di sabato si terrà il primo incontro della squadra Juniores. L’obiettivo in vista della prossima stagione è di mantenere tutte le categorie degli anni scorsi, cercando, laddove possibile, di incorporare qualche nuovo gruppo.

Andrea, parlaci un po’ dei tuoi trascorsi nell’ambiente del calcio.
“La mia prima esperienza è stata all’Arconatese come allenatore, prima dei piccolini, poi per due annate ho gestito due categorie di calcio a 11. Da lì sono passato al Villa Cortese, dove sono stato sia responsabile del settore giovanile sia allenatore della squadra dei 2009, che a quei tempi giocavano ancora a 5, quindi conciliare i due incarichi era fattibile. Dopodiché ho collaborato per due anni con la Castanese, dove ho avuto esclusivamente al ruolo di responsabile. Penso che per svolgerlo al meglio sia importante essere presenti e potercisi dedicare a tempo pieno, e infatti è quello che farò anche al CAS”.

Quali gli incarichi previsti da questo tuo ruolo?
“Personalmente mi piace andare al campo, vedere tutte le partite delle varie categorie e relazionarmi con i vari mister. Sono una specie di «figura di cuscinetto» che media tra le famiglie e la società, mantenendo un dialogo sempre aperto anche con i ragazzi. Do molta importanza all’aspetto umano perché penso che per capire qualsiasi problematica la strategia migliore consista nel parlare. Mi concentrerò su tutte le squadre, seguendo partite e allenamenti, per valutare l’approccio dei giocatori e dei mister. Cercherò di mettere tutto lo staff nelle condizioni migliori per lavorare, anche perché in queste realtà non c’è gente che vive di calcio ma si va al campo per passione, quindi bisogna ringraziare chi viene a dare una mano dedicando il suo tempo ai ragazzi. Mi occuperò anche di interfacciarmi con i genitori. A questo proposito, ho già comprovato nelle mie precedenti esperienze che possono sorgere incomprensioni, soprattutto per il fatto che ognuno interpreta il calcio a modo proprio. Quindi in caso di questioni sarò io la figura di riferimento, perché l’allenatore deve fare l’allenatore e avere piena libertà nel proprio gruppo, senza ingerenze esterne sotto l’aspetto tecnico. Se qualcosa non dovesse andare bene ci penserò io, in separata sede, a parlarne con le famiglie per spiegare loro il nostro modo di lavorare. Non dimentichiamoci, dopotutto, che i bambini devono giocare per divertirsi e per migliorarsi a livello coordinativo, poi se ci sono dei piccoli campioni potranno esprimere il loro talento, tranquillamente”.

Come ti trovi al CAS?
“Sono qui da appena tre settimane e ho già avuto modo di vedere che è come una grande famiglia: si collabora e ci si viene incontro per qualsiasi cosa, e questo è sicuramente il valore aggiunto della società. Quando c’è tanta voglia di fare e tanta dedizione, alla fine i risultati si vedono. Infatti ho amici che giocano in prima squadra e tutti vogliono rimanere perché dicono che a Sacconago si sta veramente bene e si vive il calcio in modo giusto e sano, senza grilli per la testa ma anche senza troppe pressioni. Penso che sia un aspetto decisivo, sopratutto a livello del settore giovanile, dove è importante che i bambini e i ragazzi si divertano, stiano bene e si relazionino nel modo giusto senza fare i protagonisti e restando uniti. Il nostro obiettivo è di farli crescere e di dare loro un’opportunità di gioco e spensieratezza. Ora come non mai, dopo questi mesi complicati di distanziamento, sarà fondamentale che possano sentirsi tranquilli e vivere momenti di gioia grazie al pallone, cosa che al CAS si può fare benissimo”.

Qual è il progetto per la prossima stagione?
“Stiamo ancora valutando la situazione, soprattutto a livello numerico. Per quanto riguarda la scuola calcio, avremo sicuramente la categoria dei Piccoli amici. Per le squadre agonistiche, invece, c’è qualche punto interrogativo in più, perché purtroppo essere stati fermi per molto tempo ci ha danneggiato e altre società hanno approfittato della situazione e si sono mosse in anticipo per fare i propri interessi, come è giusto che sia. Queste “sirene” ci hanno disturbato, ma il calcio è così e non possiamo farci niente. L’importante sarà organizzarci al meglio in vista della ripresa e definire il tutto, perché c’è tantissima voglia di ricominciare. Vogliamo migliorare anno dopo anno inserendo nel gruppo istruttori competenti. Io sono molto contento di essere qui e di poter operare in piena autonomia. Per questo devo ringraziare il presidente, una figura importantissima con tanta esperienza e passione, che in questo ambiente è fondamentale per andare avanti”.

Silvia Alabardi

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