Il calcio come tutte le attività sportive vive un momento di blocco forzato, bambini e ragazzi dei settori giovanili che, almeno fino al 3 aprile, dovranno rinunciare al loro percorso stagionale. Luigi Buraschi, responsabile del settore giovanile dell’Union Villa Cassano ci racconta come sta affrontando questa particolare situazione la realtà cassanese.

Come avete affrontato il succedersi dei provvedimenti governativi nel periodo di incertezza?
“Quando hanno sospeso le scuole noi abbiamo sospeso tutta la nostra attività, successivamente con le aperture date dai provvedimenti governativi avevamo fatto una giornata di allenamenti, ma con il decreto di domenica 8 marzo, abbiamo nuovamente fermato tutto. L’attività di base è, comunque, stata sempre ferma”.

State mantenendo il contatto con i vostri tesserati?
“A tutti i bimbi dell’attività di base abbiamo inviato programma di allenamento individuali, ovviamente calibrati in base alla fascia di età, incentrati sulla tecnica individuale posta in una forma di gioco e di livelli di prova. Ai ragazzi del settore agonistico abbiamo inviato dei programmi di allenamento individuali con lavori atletici e di tecnica individuale. Tutti gli allenamenti sono pensati per essere svolti in spazi ristretti, in piccoli giardini o nei cortili interni dei palazzi”.

Le famiglie come hanno reagito ai primi fermi dell’attività e alle vostre attuali iniziative?
“Inizialmente, probabilmente perché non tutte le società avevano fermato i bimbi dell’attività di base, di fronte alla nostra scelta di bloccare i piccolini, con alcuni genitori c’è stata qualche incomprensione, presto rientrata con l’evolversi della situazioni. Le attuali iniziative fatte per mantenere il contatto con i nostri tesserati sono ben accolte, ci stanno arrivando molti video dei nostri ragazzi che testimoniano la vicinanza reciproca”.

Nei giorni di maggiore incertezza in merito alla linea da seguire vi siete confrontati con le altre società?
“Sì, con alcuni colleghi delle società con le quali abbiamo maggiori rapporti di collaborazione, ci siamo sentiti telefonicamente per confrontarci in merito all’interpretazione dei decreti governativi. Tutti eravamo concordi nel sospendere almeno l’attvità di base”.

È ottimista sul prosieguo della stagione?
“A mio avviso la stagione non riprenderà sia per l’attività di base sia per il settore agonistico. Vedo molto difficile riuscire a riprendere ad aprile, di conseguenza non penso proprio si riesca a riavviare l’attività. Ovviamente spero di sbagliarmi”.

Ipotizziamo la ripresa dei campionati, almeno per il settore agonistico, quali criteri adotterebbe per uno svolgimento regolare?
“Non vorrei essere al posto di chi dovrà decidere, perché qualsiasi decisione sarà presa creerà scontenti. Personalmente penso che i campionati non possono più avere una regolarità, qualsiasi sia la formula eventuale che si dovesse adottare”.

Com’è cambiata la sua quotidianità?
“Non sto lavorando e questo è un aspetto non secondario che segna un cambiamento nella mia giornata tipo. Inoltre stare lontano dai campi, dai ragazzi da tutte le situazioni legati all’attività calcistica non è facile”.

L’ambiete calcistico, in particolare quello dei settori giovanili su cosa può cogliere l’occasione per riflettere in queste settimane di fermo?
“Il calcio e nello specifico quello dell’attività giovanile spero colga l’occasione per riflettere e rimettere al centro l’interesse comune rispetto l’interesse particolare, del singolo. Sono convinto che questo aiuterebbe a creare attorno al campo di gioco un ambiente nel quale ai giovani possono crescere prima come persone e poi come calciatori”.

Marco Gasparotto