Pausa delle nazionali per il basket europeo che si può godere due settimane di stop dopo tanti sforzi fatti in questi mesi. In particolare, per quanto riguarda il basket nostrano, la stagione quest’anno è iniziata molto presto, con una Supercoppa giocata tra fine agosto ed inizio settembre che non ha avuto nulla delle gare solite di pre campionato ma è stata una competizione di altro livello.
In questo quadro si è insediato sulla panchina biancorossa Massimo Bulleri, alla sua prima esperienza da head coach, chiamato a sostituire quell’Attilio Caja con il quale aveva iniziato nel 2017 il suo percorso di assistente allenatore proprio a Varese. Un’opportunità unica che “il Bullo” ha preso al volo e per la quale si può tracciare un primo bilancio positivo a metà del girone d’andata, nonostante le difficoltà incontrare tra infortuni e normale periodo di amalgama di una squadra completamente rinnovata e chiamata a dar vita ad un progetto triennale basato sui giovani e sull’italianità.

Partiamo dalla vittoria di domenica a Trento, una risposta importantissima della squadra a livello di intensità e voglia difensiva, mancata un po’ nelle settimane precedenti.
“Abbiamo fatto una partita buona a 360 gradi, non penso solo in difesa, dove ci siamo espressi in maniera particolarmente positiva, ma anche dal punto di vista offensivo. La percentuale ai tiri liberi, però, è stata appena sufficiente e se fossimo stati più precisi avremmo chiuso la gara sugli 80 punti che è la nostra media punti solita”.

La difesa a zona vista a Trento può essere una svolta tattica nella stagione?
“A Trento la difesa a zona ci ha dato sicuramente una grossa mano ma l’avevamo utilizzata anche altre volte. E’ sempre andata abbastanza bene ma non possiamo pensare che da qui in poi diventi la nostra unica difesa. E’ una situazione che possiamo utilizzare ogni tanto ma penso che domenica abbiamo fatto una buona difesa a uomo prima ancora che a zona”.

Cosa è successo in quelle cinque partite da metà del derby in poi fino alla vittoria con Roma?
“Non penso ci sia una ragione singola, ma un insieme. La prima è che gli avversari possono giocare meglio di noi. Credo che ad oggi abbiamo fatto male a Sassari e a Cremona, ma per il resto secondo me abbiamo fatto sempre la nostra figura. Certo, con Cantù abbiamo fatto male gli ultimi 5 minuti e abbiamo pagato dazio. A Pesaro abbiamo fatto una discreta partita ma non siamo riusciti a vincere e con Roma abbiamo fatto una gara più che dignitosa ed eccoci qua. Non eravamo contenti dei risultati ma fondamentalmente abbiamo sbagliato le due partite che ho indicato. Con Cantù può succedere di perdere in casa, purtroppo, a Pesaro ci può stare di perdere, è chiaro che non lo vorremmo, ma queste cose ricalcano la normalità. Se uno vede le sfide di Sassari e di Cremona sono state pessime e sono state le due vere brutte interpretazioni della squadra. Per il resto, siamo in linea con quanto ci si aspettava che facessimo”.

Se dovesse tracciare un primo bilancino della sua prima esperienza da capo allenatore, cosa rimarcherebbe e quanto manca per vedere la Openjobmetis che vuole lei in tutto e per tutto?
“I giudizi ed i voti su quanto fatto finora lascio che siano gli altri a darli. Per me sarebbe una grandissima soddisfazione essere riconfermato su questa panchina la prossima stagione perché vorrebbe dire aver fatto qualcosa che rende contenta la società, ma lo vedremo solo in futuro. Quello che vorrei è che la squadra abbia piacere nel fare ciò che le viene richiesto, che trovi nelle richieste che le vengono fatte la direzione giusta per esprimerle al meglio e quella in cui si immedesima meglio e poi starà al campo parlare. Vivo giorno per giorno questa esperienza senza pensare troppo a ciò che potrà essere domani ma prendendo spunto da ciò che è stato ieri. Poi, volta per volta, partita per partita, cerco di migliorare e cercare di fare ciò che è più funzionale ai bisogni della squadra”.

Vi aspetta un mese di dicembre ad altissimo coefficiente di difficoltà ed importanza. Quali sono le chiavi per affrontarlo al meglio?
“La quotidianità, avere il giusto approccio e la giusta mentalità ogni giorno in palestra. Sicuramente rimettere nel gruppo De Vico e Ferrero che ora sono fuori per infortunio. Vediamo cosa riusciremo a fare effettivamente per la sfida con Milano per entrambi in termini di recupero, però penso che il miglior approccio al mese di dicembre, che sarà duro e difficile, sia solo quello del lavorare bene quotidianamente. Poi in questo momento non penso a partite che ci sono tra 15 e 20 giorni ma solo al match con Milano; in seguito vedremo di volta in volta quello che è il caso di fare”.

Alessandro Burin

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